Monti Invisibili
Traversata dei Cimini
Quota 1.056 m
Data 28 ottobre 2023
Sentiero segnato
Dislivello in salita 856 m
Dislivello in discesa 922 m
Distanza 30,81 km
Tempo di marcia 7:16 h
Cartografia Il Lupo Lago di Vico e Monti Cimini
Descrizione In treno a Orte e in bus Cotral a Soriano nel Cimino (443 m). Poi per Monte Cimino (1.053 m, +1,55 h), Poggio Nibbio (896 m, +2 h), la Dogana Vecchia (840 m, +18 min.), la Croce di San Martino (750 m, +45 min.), l’Eremo di San Girolamo (751 m, +55 min.) e la stazione ferroviaria di Vetralla della linea FL3 (398 m, +1,23 h). Piacevole e impegnativa traversata su carrarecce e sentieri in grandi e diversi ambienti boschivi ancora pienamente estivi.
026 Vetralla birra
025 Eremo di San Girolamo
024 Eremo di San Girolamo
023 Eremo di San Girolamo
022 Eremo di San Girolamo
021 Eremo di San Girolamo
020 Eremo di San Girolamo
019 Monte Fogliano faggeta
018 Foglia autunno
017 Strada forestale Monte Fogliano
016 Croce di San Martino
015 Lago di Vico
014 Lago di Vico
013 Dogana Vecchia
012 Sentiero 103
011 Monte Cimino
010 Poggio Nibbio
009 Poggio Nibbio La Palanzana
008 Con Alessandro Selbmann
007 Monte Cimino faggeta
006 Nonte Cimino faggeta
005 Monte Cimino faggeta
004 Monte Cimino
003 Con Fabio Bertoldi
002 Monte Cimino faggeta
001 Soriano nel Cimino
000 Traversata Cimini dislivello
Traversata dei Monti Cimini, 28 ottobre 2023. La qualità della vita è sicuramente fare quello che ci pare. Non nel senso di una libertà sfrenata in contrasto con le regole del vivere sociale, ma in quello di assecondare ciò che l’animo e il corpo in quel momento ci chiedono.
Sapendolo ascoltare, il nostro essere sociale non ci chiederà mai qualcosa che danneggi la nostra e l’altrui esistenza. Se ha bisogno di sale avrai voglia di patatine; se gli mancano le proteine, ti chiederà carne; se gli serve energia, non potrai rinunciare alla pasta. E se deve liberare anima e muscoli ti condurrà verso un’ultrachilometrica camminata che farai bene a concedergli.
In definitiva allora la qualità della vita dipende dal saper ascoltare i messaggi del proprio essere.
Oggi la mente voleva condurmi verso le montagne, ma lo spirito mi chiedeva un lungo cammino nei boschi, capace di svuotare l’animo da pensieri e preoccupazioni. Ecco allora che, schivando ancora una volta il molesto uso dell’autovettura, treno e pullman ci conducono lievi a Soriano nel Cimino, al limitare di quell’orrida Selva Cimina che diede filo da torcere anche ai Romani.
Una vasta foresta di boschi, ora oscuri ora luminosi, dove si susseguono le essenze arboree le più diverse: castagneto domestico e selvatico, querceto, abetaia, faggeta classica e vetusta. Un territorio Patrimonio dell’Umanità nel quale immergersi fra solitudini e sussurri che ci hanno permesso di percorrere oltre trenta chilometri senza mai incontrare un centro abitato.
La vetta del Monte Cimino, con i suoi grandi e muscosi massi vulcanici; un succedersi di boschi luminosi e di foreste cavernose; l’affaccio sulla conca splendente del Lago di Vico e le mistiche visioni dell’Eremo di San Girolamo.
E poi la consueta birra con patatine in quel di Vetralla, dove un treno ci riconduce a casa. Una giornata semplice e faticosa che ha aggiunto qualcosa alla qualità della vita.
Una qualità che deve trovare stimoli e opportunità anche nelle piccole avventure da ritagliare dalle mille incombenze della vita quotidiana. Come la breve risalita del Fosso Luparo, nella Riserva Regionale Valle dell’Arcionello, di pochi giorni dopo. Una microavventura strappata agli affanni, con una breve ma intensa immersione fra le opere dell’antico Acquedotto della Palanzana, a due passi da Viterbo sulla rotta verso Vitorchiano: bottini, cippi e sorgenti immersi in una vegetazione lussureggiante e misteriosa.