Monti Invisibili

Via Francigena

Vetralla – Sutri – Campagnano di Roma

Quota 480 m

Data 21-22 aprile 2018

Sentiero segnato

Dislivello in salita 498 m

Dislivello in discesa 603 m

Distanza 50,69 km

Tempo totale 14:21 h

Tempo di marcia 12:36 h

Descrizione Vetralla – Sutri (8:00 h, +236 m, -326 m, 24,24 km): dalla stazione ferroviaria di Vetralla (398 m) per il Casale delle Capannacce e la chiesetta della Madonna di Loreto (469 m, +1 h), le Torri di Orlando (467 m, +22 min.), Capranica (373 m, +1,30 h), la Fonte della Tortala (344 m, +1 h) e Sutri (291 m, +1,14 h), con visita del Parco Archeologico (+1,45 h). Percorso piacevole su strade, carrarecce e sentiero.

Sutri – Campagnano di Roma (6:21 h, +262 m, -277 m, 26,45 km): da Sutri (291 m) per Monterosi (276 m, +2,30 h), le Cascate di Monte Gelato (161 m, +1,45 h) e Campagnano di Roma (270 m, +1,30 h). Percorso monotono su strade e carrarecce.

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Traccia GPS

07francigena42-43dislivello
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044 Verso Campagnano

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043 Verso Campagnano

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040 Monte Gelato

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039 Verso Campagnano

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038 Verso Campagnano

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037 Verso Campagnano

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034 Verso Monterosi

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033 Sutri

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031 Sutri

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029 Madonna del Parto Mitreo

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028 Madonna del Parto Mitreo

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027 Madonna del Parto Mitreo

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025 Madonna del Parto Mitreo

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024 Sutri anfiteatro

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022 Sutri anfiteatro

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021 Sutri

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020 Valle Mazzano

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018 Valle Mazzano

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017 Capranica pausa sigaro

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016 Capranica

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014 Capranica

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012 Torri di Orlando

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011 Torri di Orlando

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010 Verso Capranica

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009 Verso Capranica

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008 Madonna di Loreto

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007 Madonna di Loreto

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006 Casale delle Capannacce

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005 Casa le delle Capannacce

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004 Casale delle Capannacce

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003 Verso Capranica

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002 Verso Capranica

Via Francigena, Vetralla - Sutri - Campagnano, 21-22 aprile 2018. La vita è un filo ingarbugliato da dipanare con decisione, perché alla fine, volgendosi indietro, tutto appaia diritto e lineare.

Rimanendo fermi certo non di snoda e il cammino è una chiara analogia di questo processo che in definitiva è un lungo percorso.

“Viandante, non esiste il cammino, il cammino si fa camminando”, ricorda Antonio Machado nella ritmica poesia Caminante; e come il cammino richiede di camminare, così la vita chiede di essere vissuta, senza timori o infingimenti.

E quale cammino si addentra maggiormente nei meandri dello spirito se non un pellegrinaggio, come questo che stiamo conducendo lungo il tratto laziale della Via Francigena?!

Andrea, Enrico, Nazzareno e il sottoscritto: una luminosa mattina e rieccoci a Vetralla per riagguantare il percorso.

Un breve tratto di Cassia (la vera Francigena) e riprendiamo il gomitolo di deviazioni intorno all’antica direttrice. Un alto bosco dalle foglie giovani fa ancora traspirare troppe luce e accompagna i nostri ridanciani passi fino all’antica stazione di posta del Casale delle Capannacce.

Riattraversiamo la Cassia e c’immergiamo in un infinito di noccioleti, ricchezza di questa terra, dove, adornate di querce monumentali, spuntano infine le consunte Torri di Orlando: mausoleo romano e diruta torre campanaria di un monastero scomparso, assegnate al paladino dalla diffusione delle Chansons de geste lungo le grandi vie di pellegrinaggio.

Virili e infantili facezie ci approssimano per placidi saliscendi all’arroccato borgo di Capranica, giusto in tempo per una birra e quattro toscani, che, alle tristi ombre dell’abbandonato stabilimento Chinotto Neri, ammorbano l’aria e rinfrancano lo spirito.

La ripresa del cammino ci tuffa nell’ombrosa e umida Valle di Mazzano, seguendo il corso di un torrente rigoglioso, tempestato di fatiscenti cavalconi in legno.

L’Antichissima Città di Sutri arresta infine i nostri scarponi con una generosa bevuta e l’affascinante visita al Parco archeologico: lo stupefacente teatro romano scavato nel tufo; il Mitreo, con le policrome e oscure mura della Chiesa rupestre della Madonna del Parto.

Un’acconcia locanda accoglie le nostre terga e siamo già a girellare per lo storico borgo, denso di bancarelle, di folla e di Sgarbi, propostosi anche qui come primo cittadino.

L’Osteria del Mitreo e il suo ristoratore-imbonitore sono una simpatica e gustosa pausa serale e poi, nell’oscurità di una volta stellata, diamo fiato alle radiche per affumicare le antiche pietre del Parco archeologico.

Giornata oltremodo calda e siamo in cammino sull’odierna monotona combinazione di strade verso Roma.

Monterosi vuol dire pizza e cocacola, prima di perderci sotto un’accecante volta blu fra verdi campi punteggiati di fiori.

Incrociamo la Via Amerina e siamo infine alle Cascate di Monte Gelato dove quasi cinquant’anni fa faceva il bagno Trinità, dense ora di popolo vociante, lasagne e palloni, che non mi capacito di come a così tanta gente possa piacere.

Fuggiamo storditi e con l’ingresso nel Parco di Veio iniziamo a respirare aria di cupolone. Con il caldo che incoccia e le orecchie che ronzano eccoci sotto il borgo di Campagnano, raggiunto con una micidiale erta in cemento.

Folla e bancarelle: ci rifugiamo nell’Osteria der Micione, dove birre, pizze, supplì e pestiferi toscani ci scortano all’ora per l’agognato torpedone.

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