Classe 1966, ho iniziato a camminare pochi mesi più tardi e da allora non mi sono più fermato.
Gli studi universitari, qualche anno nelle Forze Armate – erudendomi di fotografia e cartografia – e ancora lunghe esperienze in giro per il mondo, con la passione per i luoghi più freddi a nord e a sud del globo, e infine per la Grande Madre Russia e il suo astruso idioma. Ora vivo di parole e immagini e a lavoro ci vado a piedi (anche se a onor del vero sono solo tre chilometri).
Ma, parafrasando un generale sovietico, ho bisogno di movimento per pensare, per maturare decisioni, ho bisogno di muovermi per mantenere il mio equilibrio interiore; e così l’andar per monti è divenuto negli ultimi anni la mia attività preferita. Quando giungo alla saturazione di questa frenetica vita e di questa caotica città, è tempo di “ficcare una pagnotta e un po’ di tè in una bisaccia e scavalcare lo steccato”, per dirla con le parole del naturalista americano John Muir. E questa passione ha raggiunto nuova e più matura consapevolezza con l’adesione al Club2000m, quel sodalizio di scalmanati che si prefiggono di arrampicarsi su tutte le 243 vette di altitudine pari o superiore ai 2000 metri del nostro meraviglioso e invisibile Appennino. Questo obiettivo mi ha portato a pianificare rotte nuove, a calcare sentieri a me ignoti, ad addentrarmi in valli sconosciute, ad arrampicarmi su vette che prima trascuravo; evitando di salire per la venticinquesima volta sul tanto amato Velino.