Monte Corvo
Quota 2.623 m
Data 23 agosto 2014
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.730 m
Distanza 21,84 km
Tempo totale 9:57 h
Tempo di marcia 8:54 h
Cartografia Il Lupo Gran Sasso d’Italia
Descrizione Da Prato Selva (1.375 m) per Piana San Pietro (1.787 m, +1,05 h), la Valle Crivellaro (1.756 m), Campiglione, la cresta ovest di Monte Corvo (2.040 m, +1,35 h), Monte Corvo occidentale (2.533 m, +1,25 h), Monte Corvo orientale (2.623 m, +23 min.), la Sella di Monte Corvo (2.305 m, +40 min.), la Fonte del Venacquaro (2.074 m, +27 min.), la Valle del Venacquaro (1.919 m, +12 min.), il bivio di quota 1.870 (+22 min.), il Rifugio del Monte (1.614 m, +1,15 h), Piana San Pietro (1.787 m, +30 min.) e Prato Selva (+1 h). Sui prati di Campiglione tenersi su una curva di livello di circa 1.890 m. Giornata ventosa e perturbata, con pioggia nelle ultime due ore. Piccolo raccolto di orapi allo stazzo di quota 1.870 della Valle del Venacquaro.
043 Verso Piana San Pietro
041 Verso rifugio del Monte
039 Fonte del Venacquaro
038 Sella di Monte Corvo
037 Scendendo dal Corvo
036 Pizzo Intermesoli
035 Scendendo dal Corvo
034 Pizzo Intermesoli
031 Monte Corvo
030 Monte Corvo
029 Mozzone
028 Francesco Mancini
027 Marco e Francesco Mancini
026 Monte Corvo occidentale
025 Monte Corvo cresta ovest
024 Monte Corvo cresta ovest
023 Monte Corvo cresta ovest
021 Campiglione
020 Campiglione
019 Lago di Campotosto
018 Campiglione
016 Campiglione
014 Campiglione
010 Verso Campiglione
009 Valle Crivellaro
008 Cavalli
007 PIana San Pietro
006 Cardo
005 Cardi e tasso barbasso
003 Verso Piana San Pietro
002 Monte Corvo
001 Prato Selva
Monte Corvo, 23 agosto 2014. Dopo tanta compagnia in terra d’Irlanda eccomi di nuovo finalmente solitario, in cammino sui quei sentieri appenninici ai quali è spesso volato il mio pensiero. Da Prato Selva mi avvio placido fra i muti piloni della funivia, aggiro Colle Abetone e dopo breve salita fra cardi e tassi barbassi eccomi ai 1.787 metri della Piana San Pietro, da dove per me si aprono terre incognite.
Breve discesa fra le erosioni e i tronchi contorti della Valle Crivellaro, dove le rocce basaltiche della Laga iniziano a fare capolino fra i calcari del Gran Sasso. Cammino nel silenzio fra radi segni sbiaditi e cavalli bradi, con il solo rumore dei miei scarponi che rintoccano come campane in un'alba limpida.
Mi affaccio sullo sconfinato Campiglione e rimango muto ad ammirare tanta bellezza: il Lago di Campotosto luccica dietro il Colle delle Monache, la Laga si eleva vicina, mentre l’ampio prato inclinato, popolato di cavalli e lontane greggi, sprofonda lieve verso un'invisibile Valle del Chiarino.
Il passo è malagevole per la pendenza laterale, ma rapito da tanto selvaggio poderoso e solitario incanto, eccomi ai 2.040 metri a intercettare la cresta ovest del Corvo, dove un vento feroce m’investe e lo sguardo sprofonda sulla Valle del Chiarino e sulla Masseria Vaccareccia, ora Rifugio Fioretti, schiacciati come una carta topografica 500 metri più in basso.
Travolto dalle raffiche procedo con difficoltà sulla linea di cresta, mentre i nembi si vanno vieppiù addensando.
Ai 2.533 metri della vetta occidentale del Corvo altri due escursionisti persi fra nubi e vento, uno è Francesco: ci abbracciamo con la gioia che regala l'incontro fortuito in montagna; poi ognuno riprende il suo cammino e sono di nuovo solo. Il vento si attenua, le nubi si aprono e arrivo ai 2.623 metri della vetta orientale, dove iniziano a giungere altri camminatori, come per un estemporaneo appuntamento in vetta. Ecco anche Marco e figli: la montagna rende amico anche chi in pianura quasi non conosci. Scendo fra le rocce e i pinnacoli della cresta orientale. Ambiente scabro e imponente, con vista sul ripido versante della doppia vetta dell'Intermesoli.
La Sella di Monte Corvo e calo lesto nella Valle del Venacquaro, fra grasse genziane e altre tardive fioriture. Sono nella selvaggia e remota valle, uno stazzo diruto, alcuni orapi fra le pietre: non li avevo mai raccolti in questa stagione.
Solo il gps mi permette di individuare il bivio di quota 1.780, nessuna traccia, mi avvio su per la montagna tagliando la rocciosa spalla settentrionale del Corvo, mentre il cielo si fa di piombo e di tuono.
Appare qualche raro segno giallo e rosso, nel tratto più scosceso inizia la pioggia e infilo la mantella. Pietre scivolose, il vento mi sposta, scarsa visibilità: devo stare attento. Non piove più mentre transito veloce al ristrutturato Rifugio del Monte.
In salita verso Piana San Pietro su una sorta di incassata strada rocciosa. Vento, tuoni, nembi; il bosco è oscuro, gli alberi scricchiolanti: suggestione e timore. Giove pluvio mi battezza per la seconda volta, ma ormai è solo cammino.