Il Mozzone
Quota 2.290 m
Data 9 dicembre 2011
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.113 m
Distanza 11,61 km
Tempo totale 6:08 h
Tempo di marcia 4:43 h
Cartografia Il Lupo Gran Sasso d’Italia
Descrizione Da Prato Selva (1.375 m) per Colle Abetone (1.775 m, +45 min.), la chiesetta degli Alpini (1.770 m), Colle Andreole (1.887 m) e la vetta (+1,45 h). Ritorno per la stessa via (+2,13 h). Giornata perturbata, ma assolata e ventosa. Roccette infide per salire all’Andreole e in vetta, rese più complicate da ghiaccetto che mi ha obbligato a calzare i ramponi per gli ultimi 50 metri.
Il Mozzone, 9 dicembre 2011. Sono anni tristi questi che stiamo vivendo, L’Italia stessa è diventata un paese triste, smarrito. Forse l’attuale crisi economica della quale non si vede né la fine né gli eventuali esiti; forse anche anni di consumismo sfrenato, al di sopra delle nostre possibilità e delle nostre forze: tant’è abbiamo perso di vista le cose importanti della nostra vita. E non è che non ce ne accorgiamo! Tutti ne appaiono alla ricerca, ma non sanno più quali e dove siano e girando per le strade ci si imbatte in una frenesia di volti alla rincorsa disperata della felicità. Anche le luci di questo Natale servono a poco se non riusciamo ad accendere la felicità e la speranza nei nostri cuori.
Vittoria, amore mio. Che mondo ti lasciamo. Spero che il tuo possa essere migliore del nostro, ma perché possa esserlo dipende da noi.
Fra le cose belle e semplici sicuramente c’è una passeggiata in montagna. Oggi mi sono inerpicato su per i 2.290 metri del Mozzone, repulsiva vetta proprio sotto l’impervia parete nord del Corvo. Dai 1.315 metri di Prato Selva per boschi invernali e mansuete radure, per affrontare infine infidi canalini rocciosi resi ardui dal ghiaccio e dal vento. Gli ultimi cinquanta metri mi obbligano a calzare i ramponi e sono in vetta. Intorno a me il Corno Grande e il Corno Piccolo, le due vette dell’Intermesoli e le due del Corvo, il più lontano Gorzano: grandi monti innevati, quasi fantasmi caduti dal cielo (questa non è mia: è di Tolstoj).
Ora una placida pipa e l’ultima ora di cammino verso la macchina.