Monti Invisibili

Cima di Monte Bolza

Quota 1.927 m

Data 12 agosto 2018

Sentiero parzialmente segnato

Dislivello 614 m

Distanza 12,76 km

Tempo totale 5:50 h

Tempo di marcia 4:46 h

Cartografia Il Lupo Gran Sasso d’Italia

Descrizione Dal Ristoro Giuliani (1.500 m) per la Fonte della Macina (1.486 m), il Monumento al Pastore (1.499 m), Fonte Cupa (1.483 m, +15 min.), Papa Morto (1.651 m, +35 min.), il Guado della Montagna (1.635 m, +30 min.), Monte Bolza (1.904 m, +43 min.), Cima di Monte Bolza (1.927 m, +1,15 h), Costa Zorlana, il Canyon dello Scoppaturo, Fonte Cupa (+1,28 h) e il Ristoro Giuliani. Avvistati un’aquila e un biacco.

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Traccia GPS

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037 Ristoro Giuliani

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036 Ristoro Giuliani

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035 Ristoro Giuliani

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033 Canyon dello Scoppaturo

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032 Canyon dello Scoppaturo

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031 Canyon dello Scoppaturo

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030 Canyon dello Scoppaturo

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029 Campo Imperatore

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028 Cima di Monte Bolza

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027 Cresta del Bolza

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026 Campo Imperatore

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025 Verso Cima di Monte Bolza

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023 Corno Grande e aquila

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022 Campo Imperatore

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021 Monte Bolza

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020 Campo Imperatore

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019 Monte Bolza

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018 Campo Imperatore

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017 Monte Bolza

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016 Guado della Montagna

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015 Campo Imperatore

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014 Campo Imperatore

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013 Campo Imperatore

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011 Vallelunga

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010 Fonte Cupa

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009 Vallelunga

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008 Vallelunga

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007 Vallelunga

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006 Vallelunga

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005 Monumento al Pastore

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004 Campo Imperatore

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002 Monte Bolza

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001 Ristoro Giuliani

Cima di Monte Bolza, 12 agosto 2018. La montagna è solitudine. Mette a nudo la tua anima, le tue paure; ma anche la forza e le emozioni. Forse per questo non piace a coloro che non sono in grado di rimanere soli con se stessi e che si tranquillizzano nel tristo frastuono di spiagge e di città.

La montagna è il trionfo dell'individuo. La vetta anche raggiunta in gruppo è sempre un’affermazione individuale, che riduce bisogni e necessità a un minimo naturale, eliminando nella fatica, nel pericolo, nella bellezza tutte le sovrastrutture che ci impediscono di godere della vita.

Ma a volte le solitudini – consapevoli, attese, ricercate – altrettanto consapevolmente s’incontrano e ne nasce una splendida giornata di montagna, dove l’apporto sinergico di tante genuine individualità è ben superiore a quello di un branco.

Come in questa sgambata sul Bolza, panoramica cresta, sovente trascurata, che si erge come un roccioso vascello al centro di Campo Imperatore.

Con il rude ma sensibile Alessandro, il meditativo e saggio Francesco, il poeta delle crode Leonardo e il pacato altro Marco, appenninista nell’anima. Insomma il Club Cialtroni della Montagna al gran completo.

Il consueto piacere dell’incontro in una mattina nitida sull’estrema propaggine di Campo Imperatore che sfocia su Fonte Vetica.

Chiacchiere di vette, virili facezie e qualche melodia s’intrecciano subito mentre penetriamo le frastagliate e costolose pareti del Canyon dello Scoppaturo, immagine inconsueta dello sconfinato Piccolo Tibet.

Dopo Fonte Cupa iniziamo la salita verso il Guado della Montagna, con prospettive dell’altopiano che si frantumano in toni e contrasti di ombre e di luci sotto un cielo spezzettato di nembi, in un mondo sottosopra dove i pascoli sembrano in cielo.

Il Gran Sasso sorge all’orizzonte mentre assaltiamo la rocciosa prua di questo bastimento: brevi canalini, pinnacoli calcarei, tutto un mondo di pietra che non t’aspetti e che richiede a volte le mani per la progressione.

I 1.904 metri di Monte Bolza sono l’occasione per un tè e un selfie in vetta. Poi la cresta continua a regalarci affastellamenti rocciosi: un’aquila volteggia sul Corno Grande ricordandoci la nostra condizione di ospiti rispettosi.

Racconti di montagne e altri sentieri, interpretiamo la via per cercare il passaggio migliore, poi la cresta si fa erbosa e sinuosa verso la poppa della nave: i 1.927 metri della Cima di Monte Bolza.

Un biacco sibila spaventato, come i nostri stomaci alla salsiccia abruzzese che Francesco ci ammannisce.

Per obliqui prati ventosi caliamo di nuovo nel Canyon dello Scoppaturo: sabbie erosive fra verticali pareti e robusti torrioni che sanno di west e di solitudine.

Al Ristoro Giuliani la folla vacanziera delle grandi occasioni. L’istinto della fuga è mitigato solo dalla necessità di una birra, che diventano due e diventano tre. Insieme a salsicce, coppiette e arrosticini vellicano il palato e indeboliscono la volontà.

Anche questa è montagna.