Monti Invisibili

Punta Trento

Quota 2.243 m

Data 1-2 ottobre 2016

Sentiero segnato

Dislivello 630 m

Distanza 14,89 km

Tempo totale 5:14 h

Cartografia Il Lupo Velino-Sirente

Descrizione Dalla Miniera (1.630 m) per la Valle Leona e il Rifugio Sebastiani (2.102 m, +2,09 h); poi per il Colle dell’Orso (2.202 m) e Punta Trento (2.243 m, +1,25 h a/r). Notte al rifugio e ritorno per la carrareccia (+1,40 h). Avvistate due vipere sul sentiero dell’andata e un cervo sulla Cimata di Pezza.

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Traccia GPS

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Rifugio Sebastiani, 1 e 2 ottobre 2016. Qualcosa sta cambiando. I frugoletti che lo scorso anno viaggiavano comodamente sulle spalle dei papà, ora sgambettano agili sui sentieri; e i bimbi che fino a ieri calcavano le orme dei genitori, ormai li sopravanzano cercando da soli la direzione.

D’altronde era inevitabile, dopo che fin dalla più tenera età li abbiamo guidati fra vette, valli, fiori e sentieri, a imbeversi di natura e di montagne.

E per il secondo anno consecutivo – guarda un po’ il caso, nello stesso primo finesettimana di ottobre – sperimentiamo nuovamente l’inusuale sensazione di distacco dalla civiltà, tornando a dormire, dieci genitori e nove bimbi, fra le remote mura del Rifugio Sebastiani.

In una tersa giornata d’autunno ci inoltriamo dalla vecchia miniera nei boschi ombrosi della Valle Leona. La prima brecciosa salita già sgrana il gruppo, nel quale però gli attardati non sono più i pargoli, impegnati in una frenetica caccia ai segni biancorossi e alle caramelle lasciate da benevoli gnomi.

Toni rugginosi sotto un cielo genziana, tagliato da creste lontane, spalancano la Valle del Puzzillo che fa tirare un po’ il fiato ai meno avvezzi.

Lungo l’impervia via diretta il gruppo si allunga definitivamente, mentre alla testa delle truppe fanciullesche mi dirigo verso il rifugio, incontrando anche, per la meraviglia dei bimbi, due sonnolente vipere.

Alvaro e Valeria ci accolgono perplessi, i pargoli sciamano e una birra è la giusta attesa che il drappello si ricompatti.

Ecco mamma Alessia: “Bellissimo! Non lo rifarò mai più!”.

Mentre il cielo s’incupisce, quattro entusiasti si arrampicano ai 2.243 metri di Punta Trento, per ammirare un mondo che va dal Gran Sasso alla Majella, per tacer del Velino. Poi dense volute di fumo ci scortano piacevolmente verso la notte e una cena a base di vino, polenta e salsicce, mentre l’aria si riempie di nembi e il buio di pioggia.

L’alba galleggia nella nebbia e noi ne approfittiamo per celebrare con torta, candeline, regali e schiamazzi i nove anni della piccola Margherita.

Ci avviamo placidi e soddisfatti verso la miniera, con i bimbi sempre più grandi, noi sempre più saggi (diciamo così) e un cervo dal palco possente che ci sorveglia dall’alto delle creste.