Monte Sirente
Quota 2.348 m
Data 31 maggio 2008
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.200 m
Distanza 30,29 km
Tempo totale 9:35 h
Tempo di marcia 9:10 h
Cartografia Il Lupo Velino-Sirente
Descrizione Dal ponticello della Val d’Arano (1.336 m) per la bocchetta Prato dei Popoli (1.570 m, +1 h), fonte Caperno (1.848 m, +1,20 h) il versante sud e la vetta (+1,15 h). Ritorno per la cresta est, monte San Nicola (2.012 m, +2,05 h), fonte Monacesca (1.812 m), la bocchetta (+2,30 h) e la macchina (+1 h). Strada dal ponticello alla bocchetta chiusa al transito veicolare. Al punto di quota 1.765 sbagliato strada e seguita l’evidente carrareccia che però si allontana in lunghe svolte verso nord-nordovest: occorre invece dirigere nettamente a est-sudest.
Monte Sirente, 31 maggio 2008. Se esiste una cosa noiosa in montagna, è percorrere lo stesso sentiero sia all’andata che al ritorno. Allora negli ultimi anni mi sono applicato su carte e guide per scoprire anelli e traversate che non obblighino a ricalcare i propri passi. Per questo motivo Dario mi ha appellato: Il signore degli anelli.
Proprio per un magnifico anello siamo partiti con Andrea Doddi e Dario alla volta di quella particolare montagna che è il monte Sirente: strapiombante e alpina nel suo versante nord, carsica e lenta in quello sud. Dalla val d’Arano abbiamo percorso la carrareccia verso la bocchetta del Prato dei Popoli e da lì ci siamo lentamente incamminati su quella che risale il sonnacchioso versante sud. Un profluvio di fioriture: primule, violette, orchidee, orecchie d’orso, non ti scordar di me. Poi la ripida tirata finale e la vetta, immersa in nembi che presto fortunatamente si squarciano, lasciandoci la vista sui prati, le faggete e il lontano Gran Sasso.
Poi ci incamminiamo sulla lunga cresta est per quattro panoramici chilometri verso i 2.012 metri del monte San Nicola, estrema propaggine orientale del parco. A destra un paesaggio carsico che digrada lontano, a sinistra canaloni strapiombanti che precipitano rapidi. Due ore per il monte, con vista sugli impianti eolici di Collarmele e Pratola Peligna, e iniziamo la lunga discesa in un continuo di saliscendi. Ci facciano ingannare da una carrareccia, anche quando il Gps ci indicherebbe ben altra direzione, e allunghiamo il nostro percorso, finché, avvedutici dell’errore, tagliamo netti verso la bocchetta. Il simpatico incontro con un puledro desideroso di carezze e siamo già verso la macchina, dove arriviamo, doloranti e zoppicanti, dopo quasi dieci ore di cammino.