Monti Invisibili
Anello del Sirente
Quota 2.348 m
Data 5 agosto 2.348
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.242 m
Distanza 17.15 km
Tempo totale 9:07 h
Tempo di marcia 7:43 h
Cartografia Il Lupo Velino-Sirente
Descrizione Dallo Chalet del Sirente (1.200 m) per la Val Lupara, Monte Sirente (2.348 m, +2,50 h), La Castellina (2.277 m, +36 min.), Monte San Nicola (2.012 m, +1,50 h), il Rifugio di Canale (1.370 m, +1,40 h), Fonte di Canale (1.352 m, +2 min.) e lo Chalet (+45 min.). Splendida e impegnativa escursione su terreno ripido ma agevole fino al Sirente, poi su terreno d’avventura disagevole fino al Rifugio di Canale. Dopo Monte San Nicola deviato nettamente a nord su terreno estremamente ripido per raggiungere il bosco; probabilmente conviene scendere ancora per 1,5 km lungo la dorsale a intercettare il sentiero che si vede dall’alto, allungando però il percorso. Avvistati numerosi camosci e falchi.
027 Campo Felice birra
026 Fonte di Canale
025 Rifugio di Canale
024 Maiella
023 Discesa dal San Nicola
022 Discesa dal San Nicola
021 Monte San Nicola
020 Verso Monte San Nicola
019 Canalone Maiori
018 Canalone Maiori
017 Monte Sirente
016 Monte Sirente
015 Val Lupara
014 Val Lupara
013 Val Lupara
012 Camosci
011 Val Lupara
010 Monte Sirente
009 Camosci
008 Verso la Val Lupara
007 Camoscio
006 Verso la Val Lupara
005 Verso la Val Lupara
004 Gran Sasso
003 Altare della Neviera
002 Verso la Val Lupara
001 Verso la Val Lupara
000 Monte Srente dislivello
Monte Sirente, 5 agosto 2024. Non me lo sono inventato certamente io: viaggiare per questo nostro vasto mondo è come leggere un libro; lasciar vagare la mente per territori sconosciuti, imparando dall’ape che titilla un fiore, dal vecchio che racconta la sua vita, dalle nuvole che solcano il cielo.
E se il mondo è un libro, direi che la pianura, i colli, i borghi sono un romanzo – a volte un racconto – che scorre nelle sue diverse pieghe senza soluzione di continuità. La montagna invece è un’antologia, una raccolta scelta dove la qualità prevale sulla quantità anche a discapito del collegamento con altri elementi.
E come nella lettura sono un rilettore vorace – dopo vent’anni che ti ricordi più di un libro? e comunque sei una persona diversa che proverà emozioni differenti – per la stessa ragione mi piace tornare nei luoghi dove sono già stato e calcare sentieri un tempo noti.
Fra la fine gli anni ’90 e i 2000 il Monte Sirente era divenuto la mia montagna prediletta, salita per una decina di volte in ogni stagione e in ogni versante. Poi altri sentieri mi hanno rapito e dopo sedici anni è tempo di tornare nuovamente ad ammirare le dolomitiche forme dello splendido fianco settentrionale di questa catena. E tanti di quegli anni sono trascorsi che dove un tempo parcheggiavo sui ruderi incendiati dello chalet… ora c’è di nuovo lo Chalet.
Per sfuggire la canicola della giornata mi tuffo subito nel bosco oscuro, salendo agilmente su tracce ora ben marcate, dove invece una volta mi confondevo sempre.
Antiche carbonaie, ricordo la prima piccola radura, e poi la più grande che apre improvvisa la vista sulle poderose pareti settentrionali dell’aspra montagna, dove spicca il torrione dell’Altare della Neviera.
Il sentiero sale ora fuori degli alberi, con viste che si allargano verso il Gran Sasso, con un branco di camosci che se non mi avessero fischiato, io neanche li avrei visti.
Scavallo una sella e sono nel pieno della lunare Val Lupara che sale ora diretta recandomi finalmente sulla vetta del Sirente. Una vetta double face: ripida e rocciosa nel suo versante settentrionale, dolcemente digradante verso il Fucino in quello meridionale, tanto da non apparire neanche tanto elevata.
Inizio ora a costeggiare verso il Monte San Nicola, su infiniti pietrosi saliscendi in assenza di una vera traccia. E i vicini 2.277 metri della Castellina – dove ero già passato inconsapevole tanti anni or sono –aprono nella mente una nuova linea di riflessione. Ai fini del Club 2000 m valgono le vette dove siamo stati ma non ne avevamo consapevolezza? Credo immancabilmente di sì, ma il punto è proprio la consapevolezza. Quella consapevolezza che deve guidare tutti i nostri passi e il nostro agire e che sola è in grado di dare valore alle nostre azioni.
Pranzo con vista al Monte San Nicola e poi mi tuffo in una discesa che inizia ripida, diviene strapiombante per finire in un precipizio erboso. Duro fatica a rimanere in piedi fino al bosco, ma poi questo mi accoglie fra le sue ombrose braccia. Una combinazione di tracce si fa poi carrareccia fino alle purtroppo chiuse mura dello Chalet. Peccato… mi consolo con una birra Almond 22 Ipa da tre quarti e un tagliere di formaggi alla Casetta del Caseificio Campo Felice, per chiudere degnamente questa rilettura che tante nuove e vecchie emozioni ha suscitato nel mio animo.