Monti Invisibili

Eremo di San Leonardo in Selva

Quota 1.174 m

Data 13 ottobre 2018

Sentiero non segnato

Dislivello 245 m

Distanza 2,53 km

Tempo totale 2:39 h

Cartografia Il Lupo Velino-Sirente

Descrizione Da Cartore (931 m) per la Val di Fua e deviazione su flebile traccia sulla sinistra a quota 1.040. Diversi tentativi di individuare e raggiungere l’Eremo di San Leonardo in Selva su terreno ripido, mobile, scosceso e instabile in vegetazione intricata. Probabilmente è necessario valicare le paretine sulla sinistra dopo le rocce e non dirigersi sotto di queste verso destra. Coordinate presunte dell’eremo 42°10'26.03"N 13°18'51.15"E.

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Traccia GPS

07eremosanleonardodislivello
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016 Birra del Borgo

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015 Cartore

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014 Val di Fua

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013 Val di Fua

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012 Val di Fua

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011 Scannellature carsiche

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010 Val di Fua

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009 Val di Fua

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008 Val di Fua

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007 Cartore

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006 Val di Fua

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005 Ciclamini

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004 Seconda deviazione

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003 Prima deviazione

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002 Val di Fua

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001 Val di Fua

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000 Google Earth

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000 Carta

Eremo di San Leonardo, 13 ottobre 2018. Dopo la vana ricerca dello scorso luglio, è una luminosa e calda mattina d’autunno quando mi pongo di nuovo alla ricerca di quell’Eremo di San Leonardo in Selva che dovrebbe albergare a circa 1.390 metri di quota sulle scoscese pareti occidentali della Val di Fua.

Pochi passi nell’oscura valle e la mia attenzione viene destata da alcuni bolli rossi che accompagnano discreti la segnaletica ufficiale. I bolli spariscono, torno indietro e individuo una traccia sulla sinistra – in realtà più una sensazione che una traccia – e mi accingo a seguirla.

Salgo pochi metri e presto intercetto quella che avevo percorso inutilmente a luglio. Decido di andare avanti e di cercare di forzare il passaggio dove l’altra volta mi ero fermato.

La traccia sale a svolte su terreno ripido e instabile ma dopo tutto pervio, fino ai grossi massi dove mi ero fermato. Forzo un passaggio spinoso e riesco a procedere. A tratti sembra addirittura un sentiero, ma l’altezza di molti varchi e la presenza di fatte animali non nascondono che questo non è un percorso per bipedi.

Al termine del ripido canale seguo una parete rocciosa sulla sinistra, m’intrufolo fra rami, alberi e rocce che recano evidenti scannellature carsiche e mi trovo a strapiombo su un panoramico peschio roccioso con vista su Cartore.

Guardo il gps e sono a 171 metri dalla localizzazione presunta dell’eremo: davanti, fra gli alberi sulle rocce, posso intuire dove sia. Ma di qui non si procede.

Provo a scendere un poco, percorro cengette arboree e alberate, striscio fra rami secchi e contorti, e mi affaccio su un ripidissimo canalino.

Girovago ancora cercando un passaggio, ma ormai mi sto allontanando. Ne ho abbastanza di contorcermi su rocce traballanti e anche questa volta accetto l’idea della rinuncia: o il sentiero si è chiuso o sono, anche se di poco, fuori strada.

Eppure so dov’è l’eremo, almeno presuntivamente non essendoci mai stato: 42°10'26.03"N 13°18'51.15"E. Coordinata desunta da una carta che ne riporta la localizzazione e che coincide con una struttura che sembra artificiale che s’intuisce su Google Earth. E inoltre da una sommaria descrizione del percorso (vedi sotto) e dalle foto di Mauro Pancaldi.

È vero che avrei potuto contattare Mauro ma io non volevo andare a vedere l’eremo: volevo andare a scoprirlo!

Torno sui miei passi senza rimpianto, sapendo di potermi consolare al vicino Birrificio del Borgo di Borgorose (www.birradelborgo.it), dove con un boccale di bionda fra le mani sospiro alla vista di queste segrete montagne.

 

Descrizione

È possibile seguire per un tratto le indicazioni che, partendo dall’abitato di Cartore, conducono al Lago della Duchessa, abbandonando il sentiero quando, in corrispondenza di una traccia non molto visibile, una diramazione dello stesso si inerpica sulla sinistra. Il sentiero è scarsamente tracciato, ma si dipana lungo piccole pareti sul lato sinistro che fanno da punto di riferimento. Si continua a salire fino al termine del ripidissimo valloncello, quindi, oltrepassate le rocce visibili alla sinistra, si segue un ennesimo sentierino che sale obliquamente fino a svalicare un piccolo passaggio che, quasi orizzontalmente, porta in vista del muro a strapiombo.