Monti Invisibili

Monte Velino

Quota 2.486 m

Data 10 luglio 2016

Sentiero segnato

Dislivello 1.637 m

Distanza 23,06 km

Tempo totale 10:17 h

Tempo di marcia 7:35 h

Cartografia Il Lupo Velino-Sirente

Descrizione Da Cartore (931 m) per Bocca di Teve (987 m, +15 min.), il Vallone di Teve, la deviazione per il sentiero di collegamento con il Piano di Sevice (1.640 m, +1,30 h), la Capanna di Sevice (2.119 m, +1,22 h) e Monte Velino (2.486 m, +1,14 h). Ritorno per la Capanna di Sevice (+1 h), il Vallone di Sevice, Passo Le Forche (1.221 m, +1,34 h), Bocca di Teve (+25 min.) e Cartore (+15 min.). Pioggia dalle 14 con mezz’ora di pioggia battente riparati alla Capanna di Sevice. Salita in occasione del cinquantenario della posa della Madonnina in vetta al Velino, con la partecipazione di numerosi componenti del Club2000m.

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Traccia GPS

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Monte Velino, 10 luglio 2016. Ci sono stati tempi in cui salivo sul Velino almeno una volta all’anno.

Montagna solare, dalle molteplici vedute, impegnativa per il notevole dislivello da qualsiasi versante la si affronti. Questo, unito alla relativa vicinanza con Roma, l’ha resa negli anni la mia montagna, quella dove tornare per una passeggiata senza pensieri e sentirsi di nuovo a casa.

Ventiquattro volte – di notte e di giorno, con la neve e con il sole, giungendo da ogni suo versante – avevo ammirato la sua croce di vetta, sotto la quale mi ero riposato e avevo fumato numerose pipe.

Poi l’adesione al Club2000m e per alcuni anni gli scarponi mi hanno condotto lontano, verso cime ignote. Ma i festeggiamenti per il completamento dell’elenco (con il vecchio ordinamento) li avevo celebrati con la venticinquesima ascesa alla vetta a me cara.

E proprio il Club mi riporta per la ventiseiesima volta sul Velino, per il cinquantenario della posa della Madonnina degli Alpini.

Ma per iniziare un po’ di solitudine ci sta bene e allora eccomi che non sono ancora le 7 da Cartore alla volta del Vallone di Teve, lunghissima e affascinante valle glaciale che insieme alla gemella Majelama cinge il Velino come una corona.

Da Bocca di Teve mi avvio piccolo e spaurito nel bosco grande e oscuro. Segni di gigantesche valanghe e radici protese verso l’aria accompagnano il mio cammino, sorvegliato dalle verticali pareti rocciose del Muro Lungo e del Monte Rozza.

Appena fuori dal bosco, di fronte al sentiero che scende dal Malopasso, devio per una vecchia traccia che sale verso il Piano di Sevice. Vicina, dall’alta parte della sempre più profonda valle, balugina l’impervia Cimata di Macchia Triste.

Grandi faggi m’invitano in una conca glaciale popolata di caprioli e infine la mia solitudine termina ai 2.119 metri della Capanna di Sevice, già densa di camminatori e facce amiche.

Mentre il cielo si appanna, mi avvio per il panoramico sentiero che lambisce aereo Capo di Teve. Chiacchiere di montagna con Augusto, con Paola. Ecco Filippo, arriva Francesco. Alpini in piuma e cappello già scendono dalla cima.

E così, fra una parola e un passo, arriviamo in vetta, affollata come non mai; forse un po’ fastidiosa per un solitario ma fa sempre bene al cuore vedere la montagna vissuta. Marco e Alba, Katy, Claudio e Giuseppe e un’altra miriade con cui s’intrecciano parole e abbracci.

L’arrivo di Francesco Mancini, del Direttivo Club2000m e organizzatore della scampagnata, con la bandiera del sodalizio in resta, scatena una vera e propria ovazione e salve di scatti per immortalare l’evento.

I nembi si addensano e iniziamo la discesa per giungere con i primi goccioloni alla Capanna di Sevice, la cui nuova provvidenziale tettoia ci offre riparo per una mezz’ora di temporale.

Sotto una pioggia tenue e fulmini schioccanti, con Marco, Alba e Stefania degli ZIS intraprendiamo la discesa nel Vallone di Sevice.

Poi i nostri passi si separano, devio per Passo le Forche e dopo tanta piacevole condivisione, torno silenzioso, avviandomi solitario fra le nuvole verso Cartore.