Monti Invisibili
Val Badia 2017 - Rifugio Pralongià
Quota 2.109 m
Data 6 gennaio 2017
Sentiero segnato
Dislivello 310 m
Distanza 7,82 km
Tempo totale 2:23 h
Tempo di marcia 1:50 h
Cartografia Kompass 624 Alta Badia
Descrizione Da Utia Piz Surega (2.002 m) per Utia de Bioch (2.079 m, +30 min.) e il rifugio (+30 min.). Ritorno per la stessa via (+50 min.).
Pralongià, 6 gennaio 2017. Pomeridiana gara di finecorso per Vittoria ed è bene io non mi allontani troppo. Solco allora nuovamente, la prima volta in inverno, il panoramico altopiano del Pralongià, il lungo prato, ferito dall’artificiale nitore delle piste.
Fendo faticosamente la multicolore baraonda, attraverso un cannone sparaneve, lambisco un rifugio il cui nome è tutto un programma (Las Vegas) e al cospetto del signore di queste cime, il Gruppo Sella, sono solo su una gelida e assolta carrareccia a oltre 2.000 metri di quota.
Contornato dalle altere crode del Piz de Lavarela e del Lagazuoi, dalla lama affilata del Sass de Stria e dal pinnacolo del Sassongher, avverto che la baraonda del circo bianco nega e ferisce la montagna, fragile mondo di silenzio e solitudine.
Eppure con tutto il brutto degli impianti, qui la montagna è più tutelata e rispettata che in Appennino. I suoi abitanti sanno che è la loro ricchezza e stanno ben attenti a non sciuparla.
Anche se, come afferma l'alpinista Sara Pietrangeli, prima donna ad aver completato l'elenco dei 2000 dell'Appennino: “Non c'è valle non costruita, non antropizzata, insomma addomesticata. Si salvano solo le valli più esposte a rischi, quelle valangose come la Lasties che si vede dalla Val di Fassa. È accettabile? domanda retorica, perché è così e basta”.
Serve forse un necessario equilibrio fra lo sfruttamento, capace di rendere viva la montagna, e la sua tutela, promovendo e stimolando la sua fruizione durante tutto l’arco dell'anno; soprattutto in Appennino, che sulle Alpi già ci riescono. Senza demonizzare impianti e piste, prevedere un periodo minimo di funzionamento annuale delle funivie (7 mesi? 8 mesi?) per ottenerne la concessione. Obbligherebbe a pensare fruizioni sostenibili alternative allo sci.
Perché non si va da nessuna parte contro o a dispetto di chi ci vive e ci lavora.
Al ventoso Rifugio Pralongià un elicottero offre voli turistici e io mi consolo e mi riscaldo con una sacher e un bombardino, prima di intraprendere la strada del ritorno, giusto in tempo per la gara di Vittoria.