Monti Invisibili
268 Tram 28
267 Miradouro de Santa Luzia
262 Sintra Palacio da Pena
256 Torre di Belem
254 Lisbona Padrao dos Descobrimentos
251 Lisbona Padrao dos Descobrimentos
250 Lisbona Praca do Comercio
247 Lisbona
246 Lisbona giardino Amalia Rodrigues
243 Cabo da Roca
242 Cabo da Roca
239 Cabo da Roca
236 Cabo da Roca
235 Cabo da Roca
228 Sagres Fortaleza Vittoria e Marco
221 Oceano Atlantico
212 Sagres
207 Algarve Grotta di Benagil
192 Ilha de Tavira
190 Tavira Santa Maria do Castelo
186 Tavira
184 Mertola
164 Evora corrida
162 Evora tempio romano
161 Evora
159 Evora
147 Evora Capela dos Ossos
139 Sastelo de Vide
135 Idanha-a-Velha
132 Monsanto
131 Monsanto
130 Monsanto
123 Monsanto
122 Monsanto
114 Almeida Vittoria
108 Almeida
105 Porto Cattedrale Vittoria
099 Porto Miradouro Serra do Pilar
092 Porto Ribeira
088 Porto Ponte Dom Luis I
084 Porto tram
082 Porto
074 Guimaraes
073 Guimaraes
069 Santuario di Bom Jesus do Monte
062 Braga Palazzo Raio
061 Braga
048 Aveiro Costa Nova
043 Aveiro Costa Nova
039 Aveiro
034 Aveiro
027 Coimbra
026 Coimbra
023 Coimbra
018 Coimbra orto botanico
012 Coimbra Cattedrale vecchia
Portogallo, 8-24 agosto 2023
Dal diario di viaggio
Coimbra, 9 agosto 2023. Viaggiare pone in una prospettiva di vita completamente diversa da quella abituale. È per questo che i primi giorni di un lungo viaggio appaiono impegnativi e si fatica a entrare in sintonia con la nuova dimensione. I tempi sono diversi; l’attenzione deve essere focalizzata su aspetti altrimenti inusuali; i bisogni divengono più elementari, quasi da cacciatore: mangiare, bere, dormire, esplorare.
Poi presto ci si ritrova in questa vita nomade, che Chatwin considerava l’unica naturale, e il viaggio prende a scorrere senza fatica. E casomai al ritorno sorge il problema di incastrarsi nuovamente nella tediosa frenesia quotidiana.
Così ieri siamo balzati su un antelucano volo Ryanair per Lisbona; abbiamo agguantato la nostra Kia Stonic e ci siamo lanciati in un paesaggio brullo lungo l’Oceano Atlantico.
Nazaré, la patria del surf e delle onde giganti, è immersa nelle nebbie e nelle torme di turisti. Rari scorci su un mare enorme e su spiagge sconfinate.
Ancora cento chilometri verso nord e siamo a Coimbra, antica città universitaria, dove i fasti di un glorioso passato si fondono con le difficoltà del presente.
Il grande edificio universitario domina sulla ripida collina un dedalo di vicoli suggestivi, dalle costruzioni spesso fatiscenti. Le case degli studenti – uniti per facoltà o per regioni di provenienza – prendono il nome di Repubblica, a segnare un’autonomia organizzativa e amministrativa di cui in passato ha goduto l’università stessa. E sono costellate di graffiti, a contenuto politico, rivoluzionario od osceno, che qui hanno eletto ad attrazione turistica, perché probabilmente non hanno mai visto Roma.
Monsanto, 14 agosto 2023. In fuga dal turbine turistico di Porto, questa è stata una giornata che ti riconcilia con il viaggio e il Portogallo.
Oltre duecento chilometri sui saliscendi autostradali verso l’interno del paese, in un paesaggio scabro e arido dove sono evidenti i segni dei passati incendi. Una particolarità delle strade portoghesi e la quantità delle auto in panne che s’incontrano. Da noi sono una rarità, qui sono a dozzine; e alcuni oltre al triangolo regolamentare hanno anche appresso i coni rossi di segnalazione.
Saliamo di quota in un ambiente di pini ed eucalipti per dragare un ampio altopiano ondulato verso il confine spagnolo.
E poi Almeida, a 720 metri di quota, sotto un sole luminoso e grato. Una cittadella fortificata a forma di stella a pochi chilometri dalla Spagna. Ci aggiriamo in questa deserta sorta di Fortezza Bastiani, fra bastioni, cannoni e alloggi abbandonati.
Ancora strade solitarie verso sud, in un paesaggio che diviene un po’ più verde e rigoglioso. In lontananza appare alta Monsanto, dove ci arrampichiamo con una strada tortuosa fra querce da sughero e muretti a secco. Villaggio di pietra grigia perfettamente fuso all’interno di ciclopici massi, alcuni tondeggianti, altri squadrati, dove le costruzioni sono incastrate fra questi affastellamenti.
Mi arrampico sui sentieri verso i ruderi del castello – paleolitico, normanno, medievale – con sentori che mi rammentano Machu Picchu e Dun Aengus e una vista che si perde lontana fra Spagna e Portogallo.
Stretti camminamenti a fil di strapiombo e una cena locale prima di un quieto tramonto su valli lontane, mentre la torre batte nove rintocchi.
Sagres, 20 agosto 2023. Ushuaia, Unst, l’isola di Birsay, Wiseman, Upernavik e tanti altri luoghi fine del mondo dove sono stato. Sagres è uno di questi: il punto dove il Portogallo – e un po’ l’Europa stessa - finisce a sud-ovest. Un luogo desolato, silenzioso, dominio del vento, del mare e del cielo, capace di esercitare un fascino straniante sull’animo. Che in questi luoghi dove non può andare oltre, si ferma e trova pace, non potendo nient’altro anelare. Forse è un assaggio della quiete della morte.
Siamo arrivati qui ieri dopo una tirata lungo la turisticamente antropizzata costa dell’Algarve. Villaggi, grattacieli e un’urbanizzazione selvaggia devastano questo litorale, raggiungendo un’acme mostruosa nell’ex villaggio di pescatori di Portimão, ora preda di colossi di cemento.
Lo raggiungiamo per imbarcarci su un gommone d’altura (5.600 cc, 456 cv) e andare a scoprire dal mare queste incredibili falesie di arenarie costellate di grotte. E in portoghese algar vuol dire proprio grotta.
Dentro e fuori queste cavità marine, tempestate dai frangenti, veloci tirate a fil di onda, fino all’incredibile Grotta di Benagil, dai colori porpora e ocra e illuminata da un grande occhio sulla volta.
Purtroppo per me ormai il valore di un luogo non dipende più solo dalla sua bellezza, ma ne perde in maniera drastica con l’affollamento. E nella Grotta di Benagil c’è gente ovunque.
Come ieri sera a Cabo de São Vicente, con il faro che spazzava l’oscurità e il sole che si spegneva nel mare… e in una folla inusitata di gente e di automobili.
Oggi abbiamo goduto della fantastica desolazione di questo luogo e della sua splendida Fortaleza affacciata sulle falesie. Per poi terminare con un tuffo nelle gelide acque dell’Atlantico.