56 017 Ilulissat Disko Bay
56 007 Isola di Disko Qeqertarsuaq
55 043 Isola di Disko Kuannit
55 034 Ilulissat Icefjord
55 025 Ilulissat
55 024 Ilulissat
55 017 Ilulissat
55 013 Ilulissat Icefjord
55 009 Ilulissat Icefjord
55 005 Uummannaq
54 045 Uummannaq
54 043 Uummannaq
54 012 Ilulissat Disko Bay
54 006 Ilulissat Icefjord
54 003 Ilulissat Icefjord
54 002 Ilulissat Icefjord
53 042 Ilulissat Knud Rasmussen Memoriale Disko bay
53 030 Ilulissat Icefjord
53 008 In volo verso Ilulissat Dash 7
53 004 Nuuk
52 037 Nuuk Nuup Kangerlua da Quassussuaq
52 01 0Nuuk
52 008 Verso Nuuk Hamburgerland
52 002 Kangaamiut
51 043 Assaqutaq
51 026 Sisimiut Bethel Church anno 1775
51 021 Sisimiut Sikorsky S61
51 014 Kangerlussuaq
51 001 Groenlandia
Groenlandia, 28 giugno - 28 luglio 1996
Dal diario di viaggio
Sisimiut, 29 giugno 1996. Enormi masse ghiacciate incrociano davanti alla nostra tenda, 75 chilometri a nord del Circolo Polare Artico; il mio terzo circolo dopo la Finlandia e l’Alaska. Il paesaggio è impressionante e ogni particolare trasmette la sensazione di una terra incredibilmente antica e tormentata dai ghiacci. I fiumi del disgelo scendono impetuosi verso il mare, colorati di bianco dalle rocce sbriciolate; i devastati fianchi delle montagne denunciano tutti i loro due miliardi di anni; branchi di renne e buoi muschiati pascolano a poca distanza da noi e ovunque, fra le miriadi di fiori che esplodono nel breve lasso di tempo concesso dalla natura, cresce l’erioforo, un ciuffo di candido cotone il cui nome groenlandese sta per “qualcosa che assomiglia a una lepre”.
Ieri sera il volo da Copenaghen è partito con quasi quattro ore di ritardo. Il velivolo ha sorvolato a lungo l’Inlandis, l’immane calotta di ghiaccio dell’interno, che si estende abbagliante, solcata da scuri rilievi. Il basso sole di mezzanotte ha creato un paesaggio vibrante di luci e ombre che ha richiamato alla mente le magiche descrizioni di Tolkien.
Siamo quindi atterrati a Kangerlussuaq a mezzanotte ora locale, le 4 di mattina ora europea. Dopo aver trovato un buon posto per la tenda, finalmente all’una e mezzo ci siamo coricati nei nostri sacchi per una profonda notte di sonno.
Chiamare Kangerlussuaq una città è un gentile eufemismo: è poco più di un pugno di case intorno all’aeroporto, ex base militare americana, a 200 chilometri dall’Oceano e a soli 25 dall’Inlandis. Però gli americani hanno lasciato la palestra, la piscina, il bowling e addirittura un campo da golf. Dopo un rapido giro abbiamo deciso di partire subito, anche perché ci torneremo fra un mese. Così ci siamo avviati verso Sisimiut e per la prima volta ho volato in elicottero: un Sikorsky diciotto posti per 45 minuti di volo e 1120 corone, sorvolando a bassa quota un panorama stupendo.
Sisimiut (La gente nelle tane delle volpi, in lingua inuit) è molto più bella, con le sue case colorate che si stagliano sulle montagne circostanti. Abbiamo conosciuto alcuni groenlandesi intenti a prendersi la sbronza settimanale del sabato pomeriggio: in effetti la vita qui non deve essere facile. E non sarà facile neanche per noi con tutte queste zanzare (mai viste una tale quantità e aggressività, neanche in Alaska) e con i costi pazzeschi di questa terra.
Fra poco si cena, poi lo struscio in città e quindi, con il sole inesorabilmente alto nel cielo, ci andremo a cuccare. Ora basta scrivere che sto scomodo e sono tutto imbacuccato per colpa delle zanzare.