Monti Invisibili
Traversata di Marturanum scout
Quota 451 m
Data 8-9 maggio 2021
Sentiero segnato
Dislivello in salita 321 m
Dislivello in discesa 454 m
Distanza 22,07 km
Tempo totale 8:55 h
Tempo di marcia 7 h
Cartografia Il Lupo Lago di Vico e Monti Cimini
Descrizione Primo giorno (5,14 h, +240 m, -262 m, 12,95 km): dalla stazione ferroviaria di Vetralla della linea ferroviaria FL3 (398 m) per l’ingresso settentrionale dell’area archeologica di Marturanum (354 m, +1,50 h), Poggio Caiolo (360 m, +12 min.), la tagliata etrusca, le Palazzine (320 m), le Tombe a Portico (329 m), il Tumulo Cima (346 m), l’uscita dall’area archeologica (+55 min.), il Calatore di Pisciarello, il Fontanile del Pisciarello (317 m), Barbarano Romano (341 m, +50 min.) e campo in località La Fontanaccia (373 m, +27 min.).
Secondo giorno (3,41 h, +81 m, -192 m, 9,12 km): da Barbarano Romano per il Fosso del Biedano, la Seconda Mola (259 m, +57 min.), la Terza Mola (252 m, +22 min.), la Quarta Mola (244 m, +37 min.), il Ponte romano del Diavolo (229 m, +30 min.) e Blera (261 m, +20 min). Possibile ritorno con bus Cotral per la stazione di Oriolo Romano.
048 Ponte del Diavolo
046 Biedano verso Blera
043 Barbarano Romano
040 Partenza
037 Colazione
033 Intorno al fuoco
032 Intorno al fuoco
030 Barbarano Romano Fontanaccia
028 Con il guardiaparco
025 Barbarano Romano Fontanaccia
024 Barbarano Romano Fontanaccia
022 Barbarano Romano Fontanaccia
020 Fontanile del Pisciarello
019 Calatore del Pisciarello
018 Calatore del Pisciarello
017 Fosso Sarignano
016 Tumulo Cima
015 Scalinata del Cervo
014 Scalinata del Cervo
012 Tombe a Portico
010 Le Palazzine
009 Marturanum
008 Verso Marturanum
007 Verso Marturanum
006 Verso Marturanum
004 Verso Marturanum
002 Verso Marturanum
001 Squadriglia Cervi
Traversata di Marturanum scout, 8-9 maggio 2021. A maggio mi si risveglia l’istinto per le alte quote, e così questa volta non ero granché entusiasta di guidare gli scout per stranoti sentieri collinari. E invece è stata una buona occasione per riflettere sul rapporto con la natura, con il cammino e con la solitudine.
Tante volte, infatti, mi vado a perdere selvatico per vette e per valli, cercando di appagare il mio io in una fruizione che in fin dei conti rischia di rimanere sterile.
In questi due giorni invece ho insegnato quel poco che conosco e trasmesso la mia passione a chi presto potrà seguire le mie orme. E quanto più valore ha la curiosità di un ragazzo rispetto alla solitaria conquista di una vetta!
Intendiamoci, trovo sempre irrinunciabile il solitario confronto con la natura e con la montagna, ma una sana pienezza richiede – forse soprattutto alla mia età – che questo sia temprato dalla trasmissione del sapere.
In effetti in questi anni mi sono sempre impegnato in questo senso, prima grazie alla piccola (ex piccola) Vittoria e ai suoi amichetti, poi con la carica di consulente esterno per il suo gruppo scout. E sempre ho ricavato gran soddisfazione da questo trasmettere, da un insegnamento che alla fine è il nocciolo e la via per la tutela della natura.
Il bimbo che convinco ad assaggiare un fungo appena colto, quello che si china a bere direttamente dal ruscello, l’altro che davanti a un’alba in montagna mi dice che è la cosa più bella abbia mai visto in vita sua; e ancora il gusto crudo degli asparagi selvatici, un cerotto su una piccola ferita, un coleottero fra le mani, la stanchezza tornando tardi nella notte buia giocando a chi vede più mostri nel bosco.
Non c’è possibile paragone: se voglio continuare ad avere una natura dove andare da solo, devo tramandarla a chi dovrà conservarla.
E così, tenda nel sacco, ho guidato la squadriglia dei Cervi per i sentieri da civiltà perduta di Marturanum.
Sette ragazzi in gamba, diversi, curiosi e giustamente vivaci che hanno faticato non poco sotto il peso di zaini immani, a causa anche della necessità sanitaria di una tenda per ciascuno. Ma che ancora di più si sono divertiti fra boschi e fiori, vie cave e necropoli, guadi e salsicce intorno al fuoco.
Sì, perché il pezzo forte dell’avventura è stata sicuramente – dopo un tramonto fiammeggiate – la notte intorno al fuoco sotto una luminosa stellata che bucava un cielo oscuro. La raccolta della legna, la preparazione del focolare, salsicce, patate e peperoni cotti alla brace. E poi in silenzio sotto la volta stellata, con l’aggiuntivo stupore di una linea ininterrotta di dozzine di stelle in rapido movimento da occidente a oriente, che ci accompagna fra le coltri con il dubbio di uno sbarco alieno.
A questo punto vorrei aprire una parentesi sulla mia tenda: la Camp Minima monoposto. Croce e delizia delle mie notti sotto le stelle: non ho ancora deciso se è una figata o una iattura.
Partiamo dalla seconda. Velocemente allestita, il problema per uno come me da 185 centimetri è entrare dentro i suoi 65 cm di altezza. Un contorsionismo che ti fa pensare cosa accadrebbe in un giorno di pioggia. All’interno giusto lo spazio per stare distesi, appiccicati allo zaino e con il soffitto a 40 cm scarsi dal viso; nel minuscolo abside a onor del vero entrano gli scarponi. Durante la notte, come al solito, vengo preso da un attacco claustrofobico e apro la porta che si sviluppa proprio sopra la testa, rimanendo a dormire mirando lo stupore della volta stellata. Poca delizia quindi, ma quella arriva quando impacchetti con facilità la tenda, ricordi che è grande come la borraccia da un litro e pesa anche quanto questa da piena. Insomma, la infili nello zaino e non ci pensi più.
Ma il dubbio mi resta: visto che poi dormo sempre con la porta aperta, serve portarla o basterebbe il sacco a pelo, come ho fatto altre volte? Boh!
Al ritorno scopriremo che non c’è stata alcuna invasione aliena, si tratta solo di Starlink, la costellazione satellitare di Elon Musk per creare una rete internet globale in banda larga sulla base di migliaia di satelliti. Quasi quasi erano meglio gli alieni.