Piramide etrusca
Quota 300 m
Data 1° novembre 2013
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 70 m
Distanza 1,77 km
Tempo totale 1:20 h
Tempo di marcia 1 h
Cartografia IGM 137 II NO Soriano nel Cimino
Dalla macchina, parcheggiata prima del fosso sulla sterrata da Bomarzo, alla Tagliata delle Rocchette e alla Piramide Etrusca (261 m, +38 min.). Ritorno per il versante ovest attraverso una casa ipogea (280 m, +5 min.) e la macchina (+15 min.). Descrizione
Piramide etrusca, 1° novembre 2013. L’organizzatore. Così ormai sono riconosciuto da un manipolo di bimbi e dai relativi genitori per una certa natural tendenza a coinvolgerli in escursioni, esplorazioni e scoperte che siano di nutrimento per le giovini menti. E questa volta decido si stupirli assai, recandoli all’ignota piramide etrusca di Bomarzo: quell’incredibile monolito scalettato del quale eravamo andati alla scoperta con Andrea all’inizio dell’anno.
All’avventura partecipano i marmocchi Vittoria, Bianca, Elena e le sue cuginette Flavia e Silvia, i pargoli Giulio e Francesco e i genitori Flavia, Carlo, Paola, Michele e Fabiana, tutti giustamente eccitati, ma anche inconsapevoli di quanto stiamo andando a scoprire.
Con qualche indecisione ritrovo l’accesso alla Tagliata delle Rocchette e ci immergiamo, per lo stupore di grandi e piccini, in questo misterioso mondo dei Rasna. I bimbi saltellano sui tufi, rischiando il capitombolo, mentre lungo le ripide pareti percorriamo lo scivoloso sentiero che in questi mesi è stato scoperto, ripulito e frequentato. Funghi multicolori sorvegliano il nostro passaggio quando imbocchiamo la ripida salita verso la grande piazza e nessuno riesce a contenere la sorpresa quando ci si eleva davanti lei, la piramide, bella e misteriosa come la ricordavo.
Le muscose scale invitano a una prudente ascesa e presto siamo tutti in cima a godere sopra gli alberi la meraviglia di questo remoto altare.
Mentre Fabiana fantastica di poco redditizie società escursionistiche, riprendiamo il tragitto verso le macchine, transitando per la casetta ipogea dove i bimbi saltellano allegri dentro e fuori.
Le pance reclamano attenzione, presto e fortuitamente soddisfatta nell’oscura taverna Basilicò di Vitorchiano; il tempo di rimirar ancora una volta il Moai di questo abitato e ci avviamo verso Civita di Bagnoregio.
L’arroccato borgo sopra la rupe che si sbriciola pullula letteralmente di turisti come un Mont Saint Michel di Tuscia, e l’accesso è stato posto da poco pagamento: un euro e mezzo che leva un po’ di poesia ma che è dopotutto giusto. I bimbi corrono sull'aereo ponte sospeso che è come un volo che ci porta indietro nel tempo, all'interno di un fragile tessuto di vicoli di pietra pallida che si slancia su un contorno di calanchi ocra. Fra le antiche mura aleggia il suggestivo canto di due giovani musici che rapiscono l’attenzione dei nostri piccoli esploratori.
E’ tempo di tornare alle vetture, e mentre ci allontaniamo sul ponte, alle nostre spalle la Civita sorge luminosa dall’oscurità. Ancora poco e tutti, tranne i guidatori, sprofonderanno in un sonno dolce e soddisfatto.