Monti Invisibili

Ciclovia dei Boschi

Quota 612 m

Data 7 aprile 2018

Percorso 58% asfalto, 38% strada sterrata,

4% pista ciclabile

Dislivello in salita 316+125 m

Dislivello in discesa 548+125 m

Distanza 40,52+1,90 km

Tempo totale 4:20 h

Tempo in sella 3:30 h

Cartografia Parco Regionale Bracciano - Martignano

Descrizione Dalla stazione di Oriolo Romano della linea ferroviaria FL3 (150 m) in bicicletta per la Ciclovia dei Boschi fino alla Sella di Monte Rocca Romana (16,06 km, 471 m, +1,48 h). Poi a piedi in cima a Monte Rocca Romana (612 m, +40 min. a/r). Proseguimento in bici per Trevignano Romano (173 m) e la stazione di Anguillara Sabazia (24,46 km, 167 m, +1,42 h). Splendido percorso su strade sterrate, carrarecce e asfalto. Consigliata, anche se non indispensabile, MTB.

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Traccia GPS

07cicloviadeiboschidislivello
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023 Lapide Acquedotto Paolo

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022 Castello dell'Acqua

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021 Anguillara Sabazia

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020 Verso Anguillara Sabazia

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019 Trevignano Romano

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018 Trevignano Romano

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017 Verso Trevignano Romano

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015 Monte Rocca Romana

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014 Monte Rocca Romana

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013 Monte Rocca Romana

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011 Ciclovia dei Boschi

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010 Ciclovia dei Boschi

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009 Ciclovia dei Boschi

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008 Ciclovia dei Boschi

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007 Ciclovia dei Boschi

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006 Ciclovia dei Boschi

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005 Ciclovia dei Boschi

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004 Ciclovia dei Boschi

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003 Oriolo Romano

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001 Oriolo Romano

Ciclovia dei Boschi, 7 aprile 2018. Il maltempo e le ricorrenze pasquali fanno slittare di un finesettimana la tradizionale sgambata del genetliaco, ma finalmente eccomi con la bici sul treno per Oriolo Romano.

Treno, bici e scarponi: un ecologico trinomio adatto alla conquista del mondo.

Il piacevole borgo viterbese è ancora immerso nel sonno ed io volgo già le pedivelle verso le foreste che contornano il cratere sabatino, su un fondo sterrato perfettamente ciclabile che attraversa alte faggete, dove il sole riverbera appena sui primi germogli primaverili.

Confortato da una segnaletica precisa e puntuale, il percorso valica la sbarra che vieta l’accesso agli autoveicoli e si fa più fangoso e pesante, ma al contempo anche più solitario e selvaggio, immerso in queste faggete di bassa quota, relitti di epoche più fredde, che riescono a vegetare grazie alla massa di aria umida donata dal Lago di Bracciano.

Ripidi muri spaccagambe si susseguono con altrettanto ripide discese, mentre timide fioriture tappezzano il sottobosco di una natura che stenta a prevalere sull’inverno.

Una ventina di chilometri e lo sterrato diventa asfalto, contornato ora di prati pienamente primaverili. Alcuni ripidi tornanti e raggiungo la sella sotto il Monte Rocca Romana.

Affido il velocipede a un albero nel folto e dai copertoni passo agli scarponi, dirigendomi ripidamente verso la vetta più elevata dei Monti Sabatini: quella cima appuntita che, insieme al Soratte, al Gennaro e al Cavo, caratterizza il panorama romano.

Le muscose pietre di una torre sono ormai immerse nel bosco sommitale, fra i cui rami balugina a tratti il lago.

Il ritorno sulle pedivelle mi premia con una discesa serpeggiante fin sulle rive del bel borgo lacustre di Trevignano Romano, denso di popolo e di caciara.

Costeggio a lungo il lago prima di raggiungere il cosiddetto Castello dell’Acqua, l’opera di captazione dell’Acquedotto Traiano-Paolo, quella per intenderci che porta l’acqua al Fontanone del Gianicolo e a quelle di Piazza San Pietro.

Ancora pochi chilometri con le gambe legnose per la stazione di Anguillara, una birra e un pacco di patatine, mentre la gomma posteriore un po’ floscia mi conferma che anche quest’anno la tradizione è stata pienamente rispettata.