Monti Invisibili
Monte Pelone settentrionale
Quota 2.057 m
Data 16 giugno 2019
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.175 m
Distanza 19,68 km
Tempo totale 9:25 h
Tempo di marcia 7:13 h
Cartografia CAI Monti della Laga
Descrizione Dalle Macchie Piane (1.600 m) per il Tracciolino di Annibale, il Vado di Annibale (2.119 m, +1,20 h), la Valle del Castellano, gli Stazzi del Castellano (1.775 m, +45 min.), il Rio Castellano (1.690 m, +18 min.), lo Stazzo della Pacina (1.832 m, +55 min.), Monte Pelone (2.057 m, +1,20 h), il Vado di Annibale (+1,30 h) e le Macchie Piane +1,05 h). Escursione impegnativa in ambiente solitario e selvaggio, su tracce di sentiero a tratti notevolmente eroso e inerbato. Notevole raccolto di orapi agli Stazzi del Castellano. Avvistata una volpe. Incontro in vetta con il 6° Raduno del Club 2000m.
031 Valle della Morricana
030 Monte Pelone
029 Pizzo di Moscio
028 Monte Pelone
027 Monte Vettore
026 Monte Vettore
025 Valle della Morricana
024 Genzianella
022 Stazzo della Pacina
020 Stazzo della Pacina
019 Stazzo della Pacina
018 Valle del Castellano
017 Valle del Castellano
015 Cascate del Castellano
014 Stazzo di quota 1770
013 Stazzi del Castellano
012 Tempo di orapi
011 Stazzi del Castellano
010 Fiori
009 Valle del Castellano
008 Doronico
007 Anemone Narcissiflora
006 Valle del Castellano
005 Valle del Castellano
004 Vado di Annibale e Pizzo di Sevo
003 Verso Vado di Annibale
002 Lago di Scandarello
001 Verso Vado di Annibale
Monte Pelone 17 giugno 2019. C’è troppo impeto, troppa violenza nel mio passo dopo questo lungo periodo senza sentieri. Assalgo il Tracciolino di Annibale dissipando energie che invece dovrei risparmiare.
Fra qualche ora, su queste vette, c’è il raduno del Club 2000 m ma, parafrasando Freya Stark, ho troppo bisogno di montagna per sprecarla in chiacchiere. Devo essere ape ed essere fiore, essere terra ed essere vento; devo percepire di nuovo un ritmo vitale naturale scorrermi nelle vene.
Pian piano l’incedere acquieta il mio animo e il sole spazzola appena le creste quando giungo ai 2.119 metri del Vado di Annibale, dove la meraviglia delle cime si porta via tutti i miei affanni.
L’ultima volta che ho dormito su questo valico, fumavo una pipa e ammiravo la Valle del Castellano, cuore selvaggio della Laga che se ne scende solitario verso settentrione; e oggi è il giorno per esplorarlo.
M’introduco in un mondo smeraldino popolato di fiori, seguendo una tenue traccia pastorale verso antichi stazzi che si rivelano sterminati campi di orapi.
Mi siedo nella verzura per farne incetta e mentre mi sporco le mani col sale delle foglie, mi accorgo di aver cercato invano in questi anni una risposta che non esiste.
Qual è il senso della montagna? Non c’è. È come respirare: dovrei farlo anche se non mi andasse.
Alcuni villici dall’astrusa favella raccolgono orapi ed io mi avvio su tracce sempre più labili e inclinate, fra palèo scivoloso ed erosi canali. In solitudine e isolamento valico lo Stazzo della Pacina cinto di orapi selvaggi che mi arrivano alla coscia.
Una lenta risalita mi porta ai 2.057 metri del Monte Pelone, dove sotto nembi incipienti iniziano a radunarsi gli altri camminatori, con i quali è ora piacevole socializzare prima di riprendere il cammino.
Lo sperpero di questa mattina si fa sentire con una piacevole sensazione di stanchezza e stordimento.
Mi siedo di nuovo al Vado di Annibale, proprio il luogo dove anni fa afferrai la sensazione di essere parte dell’infinito. E ancora una volta…
Gli uccelli sono spariti nel cielo,
e ora anche l’ultima nuvola si asciuga.
Sediamo insieme, la montagna ed io,
fino a che solo la montagna rimane.
Li Po, Koan