Monti Invisibili

Montagna dei Fiori

Quota 1.814 m

Data 24 maggio 2017

Sentiero parzialmente segnato

Dislivello 1.048 m

Distanza 18,73 km

Tempo totale 9:38 h

Tempo di marcia 7:39 h

Descrizione Da Macchia da Sole (910 m) per Castel Manfrino (952 m, +27 min.), Fonte Cannavine (992 m, +35 min.), il Valico delle Porchie (1.569 m, +2 h), la Caciara di quota 1.591 (+14 min.), la Sorgente delle Caccavelle (1.588 m, +3 min.), Monte Piselli (1.676 m, +35 min.), la Caciara di quota 1.696 (+20 min.), la Caciara di quota 1.708 (+15 min.), Monte Girella (1.814 m, +32 min.), Il Lago (1.620 m, + 25 min.), il Valico delle Porchie (+20 min.), Fonte Cannavine (+1,15 h) e Macchia da Sole (+38 min.).

06montagnafiorilog

Traccia GPS

07montagnafioridislivello
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065 Castel Manfrino

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064 Fonte Cannavine

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062 Zoe

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061 Le Porchie

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060 Francesco e Zoe

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058 Caciara di quota 1561 bn

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057 Caciara di quota 1561

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054 Caciara di quota 1561

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052 Gran Sasso

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051 Caciara del Lago

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050 Monte Foltrone

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049 Le Porchie

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047 Leo e Linda

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046 Francesco Marco e timballo

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043 Orchidea

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042 Il Lago

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040 Verso Il Lago

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039 Gole del Salinello

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038 Monte Girella

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037 Monte Girella

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036 Verso Monte Girella

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034 Caciara di quota 1696

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032 Meleagride alpino

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031 Monte Piselli

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030 Verso Monte Piselli

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029 Sorgente delle Caccavelle

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028 Caciara di quota 1591

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027 Caciara di quota 1591

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024 Caciara di quota 1591

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023 Zoe e orchidee

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022 Le Porchie

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021 Il Vallone

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018 Leo e Linda

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016 Zoe

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015 Le Porchie

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014 Verso le Porchie

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011 Verso le Porchie

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010 Zoe Soldatino Linda

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009 Verso Fonte Cannavine

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008 Castel Manfrino

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007 Castel Manfrino Francesco

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006 Castel Manfrino

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005 Zoe

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002 Macchia da Sole

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001 Macchia da Sole

Montagna dei Fiori, 24 maggio 2017; 389.300 m. Il social è un mondo difficile, almeno per me che tendo a essere a volte un po’ troppo orso.

Facebook ci sono stato per un breve periodo, non ho imparato a gestirlo e mi stava consumando lentamente, fino a che, grazie al cielo, sono stato bannato (mi ero registrato come Monti Invisibili). Su Google+ ci sono ancora: un piacevole bar dove incontri pochi amici fidati. Poi c’è Avventurosamente, una vera piazza, anzi un prato, direi, dove molto dai e molto ricevi in termini di informazioni e rapporti umani, senza per questo essere risucchiato nel gorgo dei mi piace o del guardate quanto sono fico.

E poi può anche capitare che uno si ritrovi col titolo onorifico di Presidente di un ameno consesso di montanari dallo stile scanzonato di andar per sentieri, molto badando alla bellezza dei luoghi e poco alla prestazione. Un Club Cialtroni della Montagna che oltre al sottoscritto comprende Francesco (Ciccio74) e Leonardo (Leo da solo).

E siccome gli altri due cialtroni hanno in sorte di abitare a Teramo e io sono anni che faccio la posta alla Montagna dei Fiori, chiedo di organizzare per il loro presidente, cioè io, una bella incursione su suddetta montagna (sgradevole sensazione di essere stato un po’ contorto).

Sono quindi le 5 di un giorno lavorativo (per gli altri) quando con Alfredo (al secolo Cincis Khan, che quanto a cialtronaggine non si fa parlare dietro da nessuno) ci accingiamo alle lunghe ore di guida che ci separano dal rendez-vous con gli altri due montanari.

Sì, perché questa Montagna di Fiori è veramente lontana da Roma, un’estrema propaggine orientale dei Monti della Laga affacciata sull’Adriatico, con un territorio compatto ma dall’ampia varietà di ambienti che insieme alla dirimpetta Montagna di Campli costituisce il massiccio dei Monti gemelli, separato dalle inserrate Gole del Salinello.

Sorprendente la sensazione di incontrarsi di persona dopo anni di chiacchiere virtuali e trovarsi sostanzialmente uguali a come ci si immaginava: saggio e posato Francesco, riservato e avventuroso Leo. Ma il Club conta oggi anche le sue mascotte, con le tre facce pelose che ci scortano: il veterano Soldatino, la giudiziosa Linda e la matricola Zoe.

Un contorcimento di stradicciole e allochiamo le vetture nel terremotato borgo di Macchia da Sole, sotto un grande cartello del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga di cui i Monti Gemelli sono defilata parte.

I quadrupedi si annusano, i bipedi intrecciano le prime ciarle e il variegato drappello è presto in marcia in un paesaggio esploso ormai nei toni del verde e dei fiori, mentre già i rigidi costoloni delle Porchie sbucano in alto come denti da una gengiva, tanto lontani da disperare di raggiungerli.

Le nostre guide ci conducono per una breve diversione alle dirute e panoramiche pietre di Castel Manfrino, a picco sui dirupi delle Gole del Salinello. Poi la potente Fonte Cannavine, prossima all’omonimo borgo abbandonato, ci concede un ultimo refrigerio e iniziamo a salire per prati fioriti e un sentiero da intuire passo dopo passo, sempre confortato però dagli ometti organizzati da Francesco e Leo.

L’ambiente è grandioso e inusuale e ovunque mi volgo avverto la meraviglia di scorgere vette e valli che non conosco. E anche quando sorgono il Vettore, la Laga e il Gran Sasso, sono resi comunque stranieri da una prospettiva inconsueta.

Sfioriamo le incombenti balze delle Porchie e dall’omonimo valico di quota 1.569 entriamo nella faccia dolce della Montagna dei Fiori, costellata da un profluvio di orchidee, genziane, ranuncoli, non ti scordar di me, sassifraghe e narcisi che danno conto del nome di questo massiccio.

Un panino con la salsiccia e ci riposiamo all’ombra della prima caciara, queste capanne di pietra a secco, parenti strette dei tholos della Majella, ricoveri pastorali per le estati in quota con le greggi.

Il cielo romba e s’incupisce mentre incrociamo per prati verso i 1.676 metri del Monte Piselli e da lì lungo l’ondulata dorsale costellata di altre caciare siamo infine ai 1.814 del Monte Girella, alto sulla precipite forra del Salinello, di fronte al gemello Monte Foltrone. Fra i nembi appaiono trasfigurati il promontorio del Conero, i tetti di Ascoli e l’adriatica linea di costa.

Sono ormai le 14 quando con le pance brontolanti volgiamo nettamente verso Il Lago, dove, assisi sulle strapiombanti nocche delle Porchie, i nostri due anfitrioni ci ammanniscono un sublime timballo con i funghi, allietato da un bicchiere di Montepulciano.

La caffettiera borbotta sul fornello, i cani giocano e noi, affacciati sulle Porchie con vista sul Gran Sasso, ci godiamo la nuova amicizia in un contesto d’eccezione.

Discorrendo di altre vette e di altre avventure la via del ritorno diviene breve, ma i grilli già friniscono quando siamo di nuovo a Macchia da Sole, stanchi e soddisfatti di questa giornata di ospitalità schiettamente abruzzese. Una giornata nella quale il senso del cammino è stato soprattutto la condivisione.