Monti Invisibili

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Montagne romane

Roma è una città di montagna.

Già la triangolare mole del Monte Gennaro sorveglia placida la Capitale, bilanciata da quella opposta di Monte Cavo.

È sufficiente poi una tersa giornata invernale, magari preceduta da un’abbondante nevicata, per ammirare la Città eterna cinta da tutta una teoria di vette.

Ecco il Terminillo, accompagnato dalla Cresta Sassetelli e dal Monte Elefante; e camminando verso destra (per forza!) Monte Giano con la scritta DVX, realizzata nel 1939 con un impianto di ventimila pini dalla Scuola Allievi Guardie Forestali di Cittaducale.

E chi fa capolino fra i due? Nientepopodimenoche Pizzo di Sevo, sui Monti della Laga!

E ancora l’isolato e affascinate gruppo del Nuria, dal quale la prospettiva inizia a scalare i Monti Lucretili, con la sequenza Serrapopolo, Pellecchia, Gennaro e Morra.

Una sella e spunta il Monte Velino, scortato dai fratelli Sevice e Cafornia.

Il nostro cammino sta giungendo al termine, con i carseolani Fontecellese e Midia e tutta la cresta del Vallevona.

Il Guadagnolo già tramonta dietro il cupolone e per noi è tempo di tirare fuori gli scarponi.

Immagine didascalizzata
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