Monti Invisibili
11 Il volo di Byron
10 De Havilland Hercules
09 De Havilland Hercules
08 Short S.8 Calcutta
07 Short S.8 Calcutta
06 Short S.8 Calcutta
05 Armstrong Whitworth Argosy 3
04 Armstrong Whitworth Argosy
03 Armstrong Whitworth Argosy
02 Imperial Airways poster
01 Imperial Airways Routes April 1935
1932, da Londra a Calcutta in aeroplano
Ultimamente ho trovato in una libreria dell’usato Gente di pianura, dei della montagna. Prima la Russia, poi il Tibet, di quel gran viaggiatore britannico che è stato Robert Byron.
Scrittore, storico e critico d’arte vissuto fra il 1905 e 1941– quando il piroscafo con il quale viaggiava verso l’Egitto fu silurato dai tedeschi – è sicuramente più noto per La via per l’Oxiana, del quale Bruce Chatwin scriveva “La mia copia personale – ormai priva della rilegatura e tutta macchiata, dopo quattro viaggi nell’Asia centrale – mi accompagna da quando avevo quindici anni”.
In Gente di pianura, dei della montagna, Byron racconta, con il suo usuale stile arguto e pungente, due suoi viaggi nei primi anni 30 del novecento, attraverso una Russia impegnata a edificare il comunismo e un Tibet che di rivoluzioni invece non ne vuole proprio sapere.
Ma quello che ha solleticato la mia curiosità è stata la descrizione del viaggio in aereo, nel 1932, per arrivare in India, in un’epoca nella quale tutti siamo portati a immaginare ci si movesse esclusivamente in treno e in nave.
Così, aiutato dalle pagine del libro, ho fatto un po’ di ricerche.
Il viaggio di 10.000 chilometri con la Imperial Airways, la compagnia aerea che fra il 1924 e il 1939 assicurava i collegamenti nell’impero britannico, durò 7 giorni.
Byron partì dall’aeroporto di Londra Charles Street e ovviamente era impossibile ai tempi effettuare il percorso senza scali; ecco le tappe:
Francia Le Bourget
Svizzera Basilea
Italia Genova, Napoli
Grecia Atene, Creta
Libia Tobruk
Egitto Alessandria d’Egitto
Palestina Gaza
Irak Bagdad, Bassora
Iran Bushehr, Bandar-e Jask
Pakistan Gwadar, Karachi
India Calcutta
Da Londra a Genova il velivolo si chiamava City of Wellington ed era un Armstrong Whitworth Argosy, un biplano trimotore.
en.wikipedia.org/wiki/Armstrong_Whitworth_Argosy
Da Genova ad Alessandria d’Egitto si chiamava City of Rome ed era uno Short S.8 Calcutta, un idrovolante biplano trimotore.
it.wikipedia.org/wiki/Short_S.8_Calcutta
Da Alessandria d’Egitto a Calcutta, infine, il City of Cairo, un De Havilland DH.66 Hercules, un altro biplano trimotore.
it.wikipedia.org/wiki/De_Havilland_DH.66_Hercules
Ed ecco le parole di Byron sulla prima esperienza di volo.
“Provai come una depressione soffocante. Se si esclude un quarto d’ora a bordo di un Flea in lamiera e tela che con un supplemento di sette scellini e sei penny aveva fatto il giro della morte prima di precipitare una settimana più tardi, quello era in assoluto il mio primo volo. E adesso mi ritrovavo a smaniare in un’oscura cabina larga a malapena cinque piedi (poco più di un metro e mezzo), seduto su un minuscolo seggiolino in vimini, certo che da un momento all’altro il frastuono dei motori mi avrebbe letteralmente disintegrato”.