Monti Invisibili

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Fotografare il paesaggio
Quante volte durante una passeggiata rimaniamo incantati da un bel panorama. Allora inquadriamo, scattiamo, ma poi la foto è inferiore alle nostre aspettative, relegando l'immagine a semplice testimonianza del luogo visitato, senza quella carica emotiva e quella bellezza che tanto ci avevano colpito. Eppure l'esposizione era giusta, come pure la messa a fuoco. Allora dove è l'errore?
Il fatto è che soprattutto nella ripresa paesaggistica è necessario un sapiente connubio di tecnica fotografica - con gli imprescindibili valori di nitidezza e accurata esposizione - con la tecnica pittorica - con l'applicazione delle canoniche regole di composizione dell'immagine, equilibrio fra le masse, senso della prospettiva. Senza dimenticare però l'intuito e il senso estetico del fotografo, che, padroneggiando tali regole, può deliberatamente ignorarle per ottenere immagini ancora più suggestive.
 
Composizione Quando inquadriamo una scena nel mirino dobbiamo considerare l'immagine come attraversata da quattro linee. Le zone di incrocio sono i nodi dell'immagine, i punti dove si concentra l'attenzione dell'osservatore. La regola per una composizione equilibrata chiede di collocare l'elemento principale in corrispondenza di uno dei nodi, gli elementi lineari (orizzonte, alberi) quanto più possibile a giacere sulle linee. La diagonale del fotogramma può essere invece utilizzata per appoggiare eventuali linee inclinate.
 
Inoltre la Regola Aurea afferma che la parte più importante di un'immagine deve essere collocata vicino all'angolo in basso a destra dell'inquadratura, in modo tale che un quarto della scena si protenda verso l'alto e un altro quarto si allunghi verso sinistra.
 
 
Inquadratura Quella orizzontale esalta la sensazione di ampiezza, quella verticale la profondità. Se poi lo scatto non vi convince, provate a cambiare punto di vista: una foto presa piegati sulle ginocchia o da un luogo elevato può essere molto diversa dalla stessa foto ripresa nella classica posizione in piedi.
 
Nitidezza La ripresa paesaggistica mal sopporta i piani sfocati. Fondamentale allora aumentare la profondità di campo scattando con diaframmi chiusi o impostare il programma Paesaggio, presente sulla maggior parte delle fotocamere digitali. Questo vuol dire però utilizzare tempi di scatto più lunghi e per evitare il micromosso può essere necessario l'impiego di un cavalletto. Questo accessorio è utile anche per un pieno controllo dell'inquadratura che consenta di evitare il pernicioso difetto dell'orizzonte pendente.
 
Obiettivo Di fronte a un ampio panorama viene naturale optare subito per una corta focale: obiettivi dal 20 al 28 mm, con l'ampio angolo di campo abbracciato, sono perfetti per immagini drammatiche, aggressive e dinamiche, con accentuato effetto tridimensionale. E' bene inoltre approfittare della loro elevata profondità di campo e inserire nella scena un particolare in primo piano che trasmetta il senso delle proporzioni e della profondità. La scelta del grandangolare pone però anche dei problemi, fra cui il più grave è di includere nell'immagine una vasta porzione di cielo e di terra. Inoltre il grandangolo allontana e mortifica eventuali soggetti che avevano attratto la nostra attenzione, facendoli apparire piccoli e assolutamente secondari. In questi casi meglio allora un obiettivo normale o tele, che permette di comporre al meglio il paesaggio includendo solo i soggetti necessari per l'immagine.
 
Polarizzatore E' il filtro paesaggistico per eccellenza: elimina i riflessi dalle superfici fotografate, fa apparire i colori più accesi, i cieli di un blu profondo, l'acqua trasparente e turchese.
 
Esposizione Se si scatta con il sole alle spalle l'esposizione non è generalmente un problema. L'unico accorgimento è di evitare le luci parassite che possano falsarla e provocare uno scadimento generale della nitidezza. Questo può essere risolto con un economico paraluce da montare sull'obiettivo e che è in grado di intercettare i raggi luminosi provenienti dall'esterno del campo inquadrato e che colpiscono obliquamente la lente frontale.
 
Il cielo La regola generale prevede che il cielo occupi il terzo superiore del fotogramma, ma nulla vieta di infrangerla. Se l'orizzonte è posto nella parte alta del fotogramma, si otterrà un'immagine dalla forte tensione dinamica. Nella parte bassa dell'inquadratura, il cielo appare dominante e, a seconda delle condizioni meteorologiche, avremo una scena tranquilla o drammatica. Con l'orizzonte a metà fotogramma avremo un'immagine simmetrica che comunica sensazioni di calma ma anche di monotonia.
Ma non sempre è necessario includere il cielo nell'immagine. Campi arati o fioriti, vette illuminate dal sole radente, specchi di mare densi di imbarcazioni: sono solo alcuni esempi nei quali si ottengono immagini di grande impatto escludendolo dall'inquadratura e usando un moderato teleobiettivo.