Fotografare un trekking
Saccoletto, materassino, tenda, viveri; e ancora GPS, indumenti, acqua e altri piccoli accessori. Pur volendo limitare al massimo il peso sulle spalle, il costo per l'autosufficienza si paga con uno zaino difficilmente inferiore ai 12 chili. Ma come rinunciare a immortalare i grandiosi, solitari e inconsueti scenari che si incontreranno durante il cammino? Ecco allora la necessità di scegliere al meglio la nostra attrezzatura fotografica e di essere in grado di utilizzarla al massimo delle potenzialità.
Corredo fotografico Se ci accontentiamo del ricordo, è sufficiente una compatta con un piccolo zoom. Ma se pretendiamo qualcosa di più dalle nostre immagini non possiamo prescindere da una reflex evoluta, con almeno 12 megapixel di risoluzione e dal peso e ingombri non eccessivi, come ad esempio le Nikon D90, D5200 o D7000. Essendo poi improponibile avere nello zaino tutto un corredo di obiettivi, è necessario ripiegare su uno zoom con un'estensione focale che permetta di fare fronte alla maggioranza delle situazioni fotografiche. Ad esempio i Nikon 16-85 e 18-105 o l'universale Sigma 17-70. Quest'ultimo consente di coprire tutte le focali dal 25 al 105 mm del formato fotografico standard: dal grandangolo, adatto per paesaggio, foto di interni e immagini aggressive e dinamiche con accentuato effetto tridimensionale, al medio tele, utile per ritratto e animali, con compressione dei piani dell'immagine ed effetto bidimensionale. Disponendo di 12 o più megapixel si potranno anche riprendere animali, contando sulla possibilità di ritagliare (crop) successivamente l'immagine al computer, riducendone però ovviamente la risoluzione.
Per avere la fotocamera sempre pronta allo scatto, indispensabile poi una fondina da allacciare alla vita, come la LowePro OffTrail, in grado di ospitare la reflex e altri due obiettivi. Infine, fra i piccoli accessori, non dimentichiamo una batteria di ricambio, le schede di memoria e un polarizzatore, il filtro paesaggistico per eccellenza, in grado di eliminare i riflessi dalle superfici, esaltare i colori, rendere i cieli di un blu profondo. Un treppiede sarebbe utile per catturare suggestive scene notturne, ma non sempre si sposa con lo zaino. In alternativa si può ricorrere ai leggeri monopiede, disponibili anche in versioni che fungono da bastone da trekking.
Momenti e soggetti Un trekking di più giorni permette di venire in contatto con molteplici soggetti e ambienti: il sentiero, le vette, le valli, i fiori, la gente, i borghi, gli animali. Lungo questi incontri si dipana un racconto che possiamo tentare di cogliere con la nostra fotocamera, facendo diventare lo stesso trekking un soggetto fotografico e non una semplice successione di scatti scollegati. Sempre allerta quindi per cogliere quegli attimi, spesso fuggenti e irripetibili, che si possano presentare durante il cammino, non fermandosi solo al classico panorama cartolina. Il fiore che sboccia nel pieno di una parete rocciosa, il cane pastore che controlla il gregge, il contadino intento al lavoro sono quegli scatti che qualificano un portafoglio di immagini e raccontano il nostro percorso, le difficoltà, gli incontri, la gioia della scoperta, comunicando anche come ci stiamo muovendo: a piedi, zaino in spalla.
Per questo motivo è bene inserire spesso un elemento umano nelle nostre immagini: a volte di fronte (ma niente sorrisi forzati verso la fotocamera), a volte di spalle che osserva il panorama, altre in cammino. In quest'ultimo caso potremmo dare l'idea del movimento riprendendolo con tempi lenti, in modo da farlo risultare mosso sul fondo fermo.
Quando invece immancabilmente verrà a piovere, oltre a infradiciarci potremmo contare su immagini inusuali, di arcobaleni, cieli plumbei e gocce stillanti dalle foglie. Da non dimenticare, infine, che durante un trekking di più giorni si potranno sfruttare quegli attimi che generalmente sfuggono nelle escursioni brevi e nei quali le atmosfere sono più cariche di suggestioni e contrasti: l'alba, il tramonto, ma anche i primi e gli ultimi momenti della giornata, quando il sole e ancora vicino all'orizzonte e la luce radente scopre le trame del terreno e mette in risalto rilievi, increspature e tracce.
Tecniche Anche se con il digitale non ci sono costi di sviluppo, non fotografiamo ogni cosa che ci capita a tiro, ma ponderiamo i nostri scatti, ponendo attenzione al soggetto e alla composizione dell'immagine. Massima attenzione quindi alla nitidezza e alla messa a fuoco, importantissime nella foto paesaggistica che mal sopporta i piani sfocati. Fondamentale allora aumentare la profondità di campo scattando con diaframmi piuttosto chiusi.
Per l'inquadratura, oltre alla nota regola dei terzi che richiede di collocare l’elemento principale di un paesaggio in posizione decentrata, ricordiamo che quella orizzontale esalta la sensazione di ampiezza; quella verticale la profondità. Per dare risalto la profondità è anche utile inserire nell'immagine un elemento in primo piano, come una roccia o il ramo di un albero; e un'immagine altrimenti monotona, (come un prato verde o un campo innevato) si può vitalizzare inserendoci un elemento colorato che catturi l'attenzione.