Monti Invisibili

88 038 Cina Pechino tempio Lama

88038cinapechinotempiolama

88 009 Cina Badaling Grande Muraglia

88009cinabadalinggrandemuraglia87002cinapechinocittaproibita

86 028 Cina Pechino porta Tiananmen

86028cinapechinoportatiananmen

86 025 Cina Pechino

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85 040 Mongolia Ulan Bator

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85 028 Mongolia Ulan Bator ger

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85 026 Mongolia Ulan Bator ger

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85 017 Mongolia Ulan Bator monastero Gandan

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85 014 Mongolia Ulan Bator monastero Gandan

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85 004 Mongolia Ulan Bator piazza Rossa

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84 030 Mongolia Ulan Bator locomotiva

84030mongoliaulanbatorlocomotiva

84 019 CSI Ulan Ude locomotiva

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83 040 CSI Ulan Ude Lenin

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83 039 CSI Ulan Ude

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83 020 CSI Irkutsk

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82 041 CSI Listvyanka

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82 030 CSI Irkutsk

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82 029 CSI Irkutsk

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82 027 CSI Transiberiana verso Irkutsk

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82 025 CSI Transiberiana verso Irkutsk

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82 016 CSI Transiberiana

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82 011 CSI Transiberiana locomotore

82011csitransiberianalocomotore

82 002 CSI Transiberiana verso Irkutsk vagone ristorante

82002csitransiberianaversoirkutskvagoneristorante

81 036 CSI Transiberiana mercato alla stazione

81036csitransiberianamercatoallastazione

80 040 CSI Mosca Cremlino

80040csimoscacremlino

80 022 CSI Mosca cattedrale del Salvatore

80022csimoscacattedraledelsalvatore

80 021 CSI Mosca cattedrale del Salvatore

Transiberiana, 31 luglio - 27 agosto 1998
 
Dal diario di viaggio
 
Transiberiana Km 680, 7 agosto 1998. Il viaggio verso l’Oriente è iniziato in un piovoso pomeriggio d’agosto. Alla stazione una folla di mongoli stava tesa sotto il tabellone come davanti al totalizzatore di un ippodromo: apparso il numero del binario è scattato l’assalto al treno. Il convoglio viene infatti usato per commerciare tonnellate di merce: marmellata, scarpe, vestiti, libri, elettrodomestici e quant’altro possa essere venduto per i prossimi 6.000 chilometri, fino alla frontiera con la Mongolia. Sino a notte fonda è stato tutto un brulichio di mongoli affaccendati a riordinare al meglio le loro mercanzie, non trascurando neanche gli spazi liberi negli scompartimenti dei pochi turisti. Giam, di Ulan Bator, mi dice che fa questo viaggio due volte al mese, più uno a Pechino per approvvigionarsi; così mantiene la sua famiglia in condizioni relativamente agiate.
Niente a che spartire questo treno cinese con quello che mi ha portato a Mosca. Il personale, in divisa, è impeccabile e a bordo la pulizia regna sovrana nonostante l’eterogeneo carico umano: due provodnik per vagone passano regolarmente l’aspirapolvere (almeno in prima classe) e il titan, la versione ferroviaria del samovar, va a tutto vapore, fornendo acqua bollente in abbondanza per te, zuppe e abluzioni. La torba che lo alimenta pervade tutto il treno del suo acre ma gradevole odore.
Lo scompartimento è spazioso come una nostra seconda classe, ma ci stiamo solo in due; inoltre i posti sono frontali e non verticali. Come compagno di viaggio mi hanno affibbiato un russo non molto da prima classe, convinto che posso comprenderlo se parla lentamente.