Monte Pizzone
Quota 2.214 m
Data 17 giugno 2012
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.935 m
Distanza 29,53 km
Tempo totale 12:37 h
Tempo di marcia 11:43
Cartografia Il Lupo Majella
Descrizione Dal rifugio Pomilio (1.892 m, ore 7,08) per La Maielletta (2.045 m, +30 min.), la Tavola dei Briganti (2.118 m, +44 min.), fonte Acquaviva (2.100 m, +5 min.), monte Focalone (2.676 m, +1,14 h), monte Acquaviva (2.737 m, +30 min.), monte Pizzone (2.214 m, +1,30 h), monte Acquaviva (+2,05 h), cima Pomilio (2.656 m, +1 h), monte Sant’Angelo (2.669 m, +18 min.), monte Rotondo (2.658 m, +43 min.), cima Pomilio (+26 min.), monte Focalone (+26 min.), fonte Acquaviva (+52 min.), La Maielletta (+52 min.) e il rifugio Pomilio (+28 min.). Giornata splendida. Cammino per il monte Pizzone estremamente disagevole e costellato di fitte barriere di pino mugo. Avvistati camosci fra il monte Acquaviva e il monte Pizzone.
040 Ranuncolo di Seguier
038 Verso monte Rotondo
034 Monte Sant Angelo
031 Verso monte Sant Angelo
030 Rava fra Rotondo e Focalone
029 Verso monte Pizzone
027 Verso monte Pizzone camoscio
026 Verso monte Pizzone camoscio
023 Verso monte Pizzone
022 Monte Acquaviva me
020 Monte Acquaviva
019 Cima delle Murelle
018 Verso monte Acquaviva
016 Silene acaulis
013 Tavola dei Briganti
010 Tavola dei Briganti
008 Tavola dei Briganti
006 Tavola dei Briganti
005 Verso la Tavola dei Briganti
003 Verso la Maielletta
001 Rifugio Pomilio
Monte Pizzone, 17 giugno 2012. “Sentirsi a casa propria ovunque, pur non avendo casa in nessun luogo. Ed è questo il segreto dell’autentico vagabondare”. Oggi, mentre vagavo attraverso gli sconfinati altipiani sommitali della Montagna Madre, mi sono sentito in perfetta sintonia con le parole di Henry David Thoreau. Eppure è stata una giornata molto faticosa, che mi ha visto in azione per quasi 13 ore, 30 chilometri e 2.000 metri di dislivello, verso una meta che si è rivelata remota e faticosa come immaginavo: i 2.214 metri dell’irraggiungibile Pizzone.
Erano anni che mancavo dal versante adriatico della Majella: oltre il rifugio Pomilio, attorniato da una selva di antenne sempre più fitta, questi furboni hanno chiuso al transito gli ultimi tre chilometri di strada verso la Maielletta, complicando non poco la vita a chi intende affrontare i già lunghi sentieri di questo lato della montagna. Così, poco dopo le sette, mi metto in marcia verso la Maielletta; la giornata è magnifica e l’Adriatico risplende vicino nel riverbero del primo sole.
Bordeggio il Blockhaus e proseguo sull'ampia dorsale panoramica, fra intense fioriture di genziane, sassifraghe e ranuncoli e una fitta vegetazione di pino mugo, con alterne vedute sui contrapposti valloni. Acquaviva, Focalone, Rotondo: buona parte delle mie mete sono già visibili da qui.
Eccomi alla Tavola dei Briganti, che non smette mai di stupire. Nascoste fra i cespugli, incise sulla pietra, le iscrizioni lasciate nel tempo da briganti, pastori e viandanti: croci, nomi, date e anche un'invettiva contro il re Vittorio Emanuele II, reo di aver trasformato "il regno dei fiori nel regno della miseria".
Una rinfrescata alla vicina fonte di Acquaviva ed è tempo di iniziare a salire i contrafforti del Focalone. Ai 2.676 metri della vetta entro nel deserto di quota degli sconfinati altipiani sommitali della Majella: un ambiente lunare dai vasti orizzonti, costellato dai cuscini fioriti di silene popolati di farfalle al pascolo.
In breve sono ai 2.737 metri del monte Acquaviva ed è ora di attaccare quella che si rivelerà la parte più faticosa di tutta la giornata: la discesa e la risalita dal Pizzone. Ambiente isolato e selvaggio, ripidi pendii, un canalino scivoloso; e ancora bordeggio sotto una parete rocciosa, quasi mi scontro con un camoscio che mi fischia contro ed eccomi sulla cresta verso la mia meta: ma è un corpo a corpo estenuante con i pini mughi. Arrivo a pochi metri dalla vetta, ma è impossibile toccarla fisicamente tanto è ingombra dei perfidi alberelli.
Sono estenuato. Due ore di penoso cammino mi riportano all’Acquaviva: non credo che tornerò più al Pizzone.
Ma ora la stanchezza è passata e mi sento in perfetta forma mentre mi dirigo spedito al Primo Portone e ai 2.656 metri della successiva cima Pomilio. Le fioriture allietano l'animo e il terreno è morbido per la recente neve, rendendo piacevole ed elastico il passo. Una prima deviazione mi reca ai 2.669 metri della rocciosa e panoramica vetta del Sant’Angelo. Il tempo passa e mi lancio verso il Secondo Portone, sotto lo sguardo vigile della cupola rossa del bivacco Pelino.
In breve ecco i 2.658 metri del monte Rotondo e visibilissima ma lontana la mia meta finale. Volgo indietro gli scarponi, scendo, salgo, riscendo risalgo e finalmente sono ormai le 19,45 quando sono alla macchina e mi lancio alla caccia di un liquido boccale di bionda.