Monti Invisibili
Cima dell’Altare
Quota 2.542 m
Data 17 settembre 2023
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.121 m
Distanza 17,09 km
Tempo totale 6:47 h
Tempo di marcia 6:12 h
Cartografia Il Lupo Majella
Descrizione Dall’arrivo della bidonvia della Grotta del Cavallone (1.388 m) per la Valle di Taranta, la fonte di quota 1.787 (+45 min.), l’Altare dello Stincone (2.413 m, +1,40 h), Piano Amaro, la Cima dell’Altare (2.542 m, +43 min.), Valle Coppelli e la bidonvia (+3,04 h). Veloce escursione in ambiente solitario. Discesa da Valle Coppelli piuttosto dissestata. Avvistati numerosi camosci e una fatta di lupo.
033 Pallotte cacio e ova
032 Bidonvia Valle di Taranta
031 Bidonvia Valle di Taranta
030 Valle di Taranta
029 Valle di Macchia Lunga
028 Cima dell'Altare
027 Cima dell'Altare
026 Piano della Casa
025 Valle di Macchia Lunga
024 Cima dell'Altare
023 Cima dell'Altare
022 Valle di Macchia Lunga
021 Valle di Macchia Lunga
020 Altare dello Stincone
019 Stella alpina
018 Altare dello Stincone
017 Altare dello Stincone
016 Altare dello Stincone
015 Altare dello Stincone
014 Valle di Taranta
013 Valle di Taranta
012 Fonte di Taranta
011 Fonte di Taranta
010 Fonte di Taranta
009 Fonte di Taranta
008 Fonte di Taranta
007 Valle di Taranta
005 Valle di Taranta
004 Valle di Taranta
003 Bidonvia Valle di Taranta
002 Bidonvia Valle di Taranta
000 Cima dell'Altare dislivello
Cima dell’Altare, 17 settembre 2023. La montagna è una questione di espansione, nella quale l’animo riacquista la sua dimensione universale.
Compresso negli angusti spazi urbani, pressato da grigie incombenze quotidiane, deformato dalle convenzioni sociali, assume nel tempo forma non più umana. Ma oggi, mentre salivo nella silente Valle di Taranta, che a ogni passo diveniva più ampia e maestosa, avvertivo anche l’anima riprendere forma, allargarsi a comprendere di nuovo tutto il creato.
Poca voglia di partire stamattina, di sobbarcarmi le tre ore di vettura, sola andata. Ma a volte bisogna forzarsi ed eccomi allora già appeso all’ardita bidonvia della Grotta del Cavallone, che m’incunea lieve nelle pieghe della montagna.
Lascio veloce la grotta alle spalle – anche perché vorrei riuscire ad agganciare l’ultima corsa del pomeriggio – e calco le mie orme in questo poderoso ambiente di quota. Un fiotto fresco alla fontana a pompa di quota 1.787 e poi un risalto roccioso aiutato da una corda mi da accesso alla parte più grandiosa della valle: un vasto ambiente dai sentori nordamericani, dove sento il mio animo prendere forma e allargarsi fino a toccare le lontane pareti.
Stormi di corvi gracchiano garruli, allegri friniscono i grilli e io sono già sotto il massiccio torrione dell’Altare dello Stincone che risalgo con la prima fatica della veloce camminata.
Rapidi nembi non nascondono un panorama remoto e in lontananza risplende la cupola arancione del Bivacco Pelino.
Incrocio ora l’arido altopiano di quota, perdendomi in valloncelli tutti uguali fin sull’affilato bordo della Valle di Macchia Lunga, che sprofonda spaventosa su pietraie abbacinanti.
I 2.542 metri della Cima dell’Altare sono il giusto balcone per un panino con la marmellata e poi riprendo lesto il mio cammino sull’altopiano.
Fatte di lupo, repentini affacci e camosci che sfilano via veloci al mio passaggio. Abbondono la cresta per un percorso accidentato e dal passo incerto, mentre m’immergo in una nebbia che cela la mia fatica.
Eccomi sul limite della Valle di Taranta con un bel sentiero impervio e ripido che a svolte mi riporta in tempo alla funivia.
Di nuovo nel cesto, appeso alla fune scendo senza fatica ammirando quella montagna che ha ritemprato il mio animo. È ora di ritemprare anche lo stomaco con una birra gelata e un piatto di gustose pallotte cacio e ova, che potrei mangiarne fino alla stremo.