Monte Amaro
Quota 2.793 m
Data 17-18 marzo 2012
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.677 m
Distanza 26,13 km
Tempo totale 10,34 h
Tempo di marcia 9:50 h
Cartografia Il Lupo Majella
Descrizione Primo giorno (5,52 h, +1.292 m, -181 m, 10,85 km): in seggiovia a Guado di Coccia (1.652 m, ore 9,18) e poi per la Tavola Rotonda (2.403 m, +1,42 h), cima di Fondo di Maiella (2.593 m, +1,38 h) e la vetta (+2,10 h). Giornata tersa e ambiente ben innevato con neve ottima e portante ma con ampie zone scoperte. Notte nel bivacco Pelino (2.790 m) con vento impetuoso e temperatura interna di -4° C.
Secondo giorno (4,42 h, +385 m, -1.494 m, 15,28 km): dal bivacco Pelino (ore 6,10) per la Cima dell’Altare (2.542 m, +50 min.), monte Macellaro (2.646 m, +1,08 h), cima di Femmina Morta (2.423 m, +56 min.), Guado di Coccia (1.652 m, +1,26 h) e in funivia alla macchina. Giornata assolata ed estremamente ventosa.
053 Piano Amaro
052 Da cima dell Altare
049 Alba verso Cima Altare
048 Me
047 Bivacco Pelino
046 Tramonto
042 Bivacco Pelino
041 Bivacco Pelino
039 Bivacco Pelino
037 Bivacco Pelino
034 Monte Amaro
031 Monte Amaro
027 Gran Sasso
026 Cima di Fondo di Maiella
025 Cima di Fondo di Maiella
023 Cima di Fondo di Maiella
022 Verso cima di Fondo di Maiella
021 Fondo di Femmina Morta
019 Dalla Forchetta di Maiella
018 Sotto la Tavola Rotonda
016 Monte Morrone
015 Dalla Tavola Rotonda
011 Verso la Tavola Rotonda
010 Scialpinisti
008 Velino Sirente
005 Verso la Tavola Rotonda
003 Verso la Tavola Rotonda
002 Monte Porrara
Bivacco Pelino, monte Amaro, 17 marzo 2012. Le 5 del pomeriggio da solo nel geode arancione sferzato dal vento. Fra poco più di un’ora tramonterà il sole e poi mi attende una lunga notte a 2.790 metri. Questa mattina a Campo di Giove in tempo per l’apertura della seggiovia. Alle 9,20 sono in marcia su una neve ottima che fuga i timori di affondare. Trenta o anche quaranta scialpinisti seguono il mio stesso percorso: per oggi non sto solo, anche se sono l’unico che cammina.
Poco più di mezz’ora per valicare quota 2.000 e un’ora si mangia i primi 500 metri. Frequenti affiorano lunghi tratti senza neve e il cammino è tutt’altro che disagevole.
Ecco i 2.403 metri della Tavola Rotonda e cercando di perdere meno quota possibile mi dirigo ai 2.593 metri di cima di Fondo di Maiella. La vista si apre incontrastata dal Miletto al Gran Sasso, passando per il Velino, il Sirente e il Morrone, che da quissù sembra una collinetta.
Ma lo zaino è pesante e la stanchezza inizia a farsi sentire. Lo strappo finale richiede tenacia e prudenza, su una neve dura e scivolosa, ma finalmente sono in vetta. Se non viene nessuno, poi mi gusterò una pipa qui dentro, che fuori è proprio impossibile.
Tutto bene, se non fosse che provo una nostalgia struggente per le mie piccole Flavia e Vittoria.
Mentre la bolla del rifugio si riempie di oscurità, la pipa inizia ad ardere ruvida nell’aria rarefatta. Lentamente i muscoli si rilassano, il fumo si fa soffice e i pensieri veleggiano mentre dagli oblò giungono immagini di vita lontana.
E' strano. Quando qualcuno viene a sapere di queste mie fughe solitarie per vette e per valli, la domanda più frequente, quella che risveglia la curiosità è: "Ma non hai paura di perderti?". Ecco la vera paura di oggi: il perdersi, il rimanere soli! Ma come mi posso perdere se io sono cosciente e ho contezza di me stesso? Una visione forse un po’ egocentrica dello smarrimento, ma non per questo meno vera. Io non mi posso perdere se dove sono ci sono anche io.
In effetti c'è anche una seconda domanda: “Non hai paura degli animali?”. Come no, le famose bestie feroci delle montagne italiane: mucche, pecore, volpi e porcospini. In effetti cani, mucche e anche cavalli a volte mi hanno dato un po' di filo da torcere; ma lupi, orsi e cinghiali sono rari e facilmente allontanabili con un po' di rumore, per le vipere, basta un po' di prudenza e per l'uomo… ecco, di quello ho veramente paura.
Ormai è buio qui dentro, mentre il sole scende dietro il Velino e il cielo si riempie di stelle. In lontananza le luci della costa adriatica sono fari di vita che acuiscono la sensazione di solitudine. Mi sento in una navicella con vista sulla terra. Che voglia di una pizza e un boccale di birra in compagnia, che quelle lontane luci sembrano promettere. Meglio infilarsi nel sacco a pelo.
La notte sembra scorrere insonne, anche se alle 5 sono trascorse nove ore da quando mi sono coricato. Il vento, se possibile, è stato ancora più feroce e la temperatura qui dentro è arrivata a -4° C.
Alle 6,10 riprendo il cammino su ampi tratti scoperti e neve sottile che non richiedono neanche i ramponi. Attraverso vasti altipiani desertici e solitari, come solo la Majella possiede, mentre il sole sorge limpido sul mare. Il bianco sembra non avere fine, ma improvvisamente sprofonda la val Cannella e sono ai 2.542 metri della cima dell’Altare, straordinario balcone lanciato verso l'Adriatico.
La marcia continua su questo altopiano di quota che se non avessi il GPS non saprei dove dirigermi. Il vento mi sferza feroce mentre attacco i 2.643 metri del monte Macellaro. L’ampia dorsale pietrosa richiede meno fatica del previsto è presto sono già in discesa verso l’ultima vetta della giornata: i 2.423 metri della cima di Femmina Morta. Scavallo veloce e nella discesa iniziano ad apparire i primi sciatori: ormai gli impianti di Guado di Coccia e un boccale di bionda sono a portata di mano.
Questi giorni saranno un buon pascolo per la mia mente.