Monti Invisibili

Traversata del Parco Nazionale d’Abruzzo

Quota 2.243 m

Data 9-11 giugno 2007

Sentiero parzialmente segnato

Dislivello 3.090 m

Distanza 56,64 km

Tempo totale 23:57 h

Tempo di marcia 21:17 h

Cartografia Il Lupo Parco Nazionale d'Abruzzo

Descrizione Primo giorno (8,07 h, +1.215 m, -904 m, 19,43 km): da Bisegna (1.225 m, ore 8,30) per il Vallone di Costantino, la cresta (1.707 m, +1,50 h), la Rosa Pinnola (1.809 m, +20 min.), monte Argatone (2.149 m, +1,40 h), La Terratta (2.208 m, +1 h), il valico del Carapale (2.065 m, +1 h), il fontanile di Terraegna (1.674 m, +40 min.) e il rifugio di Prato Rosso (1.536 m, +1 h, ore 16,37), dove abbiamo allestito il campo. Giornata serena, perturbata nel pomeriggio con breve acquazzone. Seguiti tutto il tempo da un simpatico cagnolino, soprannominato Soldatino.

Secondo giorno (7,45 h, +804 m, -1.201 m, 14,88 km): da Prato Rosso (ore 7,33) per il vallone di Corte con deviazione per la fonte dello Schiappitto (1.740 m, +20 min. a/r), lo sbocco della valle (1.845 m, +2 h), monte Marsicano (2.243 m, +1,40 h), la sorgente Ciarlante (1.270 m, +2,20 h) e Opi (1.100 m, +45 min., ore 15,14). Notte in roulotte al campeggio Le Foci www.lefoci.it. Giornata serena, perturbata nel pomeriggio. Difficoltà a riconoscere la traccia nel tratto finale della discesa verso Opi. Soldatino sempre al seguito.

Terzo giorno (8,05 h, +1.071 m, -1.061 m, 22,33 km): dalla vecchia segheria (1.097 m, ore 8,28) per la val Fondillo, la fonte dell'Acqua Sfranatara (1.201 m, +1 h), il valico Passaggio dell'Orso (1.672 m, +1,30 h), i Tre Confini (1.496 m, +22 min.), Forca Resuni (1.952 m, 1,20 h), passo Cavuto (1.992 m, +30 min.) e Civitella Alfedena (1.107 m, +2 h). Notte all'albergo Ai 4 Camosci www.4camosci.it . Giornata serena, perturbata nel pomeriggio con breve acquazzone, Avvistati numerosi camosci, un branco di cervi e un grosso rapace. Soldatino sempre al seguito e infine adottato da Alfredo. Ritorno a Bisegna con la corriera.

06 traversata pna log

Traccia GPS

07 traversata pna dislivello
07 traversata pna dislivello

105 Civitella Alfedena

105civitellaalfedena

103 Val di Rose

103valdirose

100 Monte Sterpi d Alto

100montesterpidalto

098 Camoscio

098camoscio

094 Soldatino

094soldatino

092 Forca Resuni

092forcaresuni

089 Forca Resuni

089forcaresuni

087 Verso Forca Resuni

087versoforcaresuni

085 Tre Confini

085treconfini

082 Tre Confini

082treconfini

072 Fonte dell Acqua Sfranatara

072fontedellacquasfranatara

067 Val Fondillo

067valfondillo

064 Val Fondillo

064valfondillo

059 Camping Le Foci

059campinglefoci

055 Cani pastori abruzzesi

055canipastoriabruzzesi

047 Verso Opi

047versoopi

043 Stazzo del Marsicano

043stazzodelmarsicano

040 Monte Marsicano

040montemarsicano

039 Colle Sant Angelo

039collesantangelo

035 Genziane

035genziane

032 Val di Corte

032valdicorte

027 Val di Corte

027valdicorte

026 Rifugio di Prato Rosso

026rifugiodipratorosso

024 Prato Rosso

024pratorosso

021 Piani di Terraegna

021pianiditerraegna

017 La Terratta

017laterratta

015 Monte Argatone

015monteargatone

010 Verso monte Argatone

010versomonteargatone

009 Verso monte Argatone

009versomonteargatone

007 Soldatino

007soldatino

004 Rosa Pinnola

004rosapinnola

003 Vallone di Costantino

003vallonedicostantino

001 Verso Vallone di Costantino

Da Bisegna a Prato Rosso. I lacci sono stretti, gli spallacci ben regolati, i bastoncini saldi nelle mani; nello zaino la tenda e la giusta quantità di cibo e di acqua. Accendiamo il Gps, diamo un ultimo sguardo al piccolo borgo di Bisegna, al confine settentrionale del parco nell'alta valle del Giovenco, e siamo pronti a lasciarci alle spalle agi e comodità. Pochi passi e si aggrega a noi un piccolo cane simile a una volpe: per i prossimi tre giorni i nostri pochi viveri dovranno bastare anche per lui.
Iniziamo a salire su una comoda sterrata ma presto il ripido e boscoso vallone di Costantino ci fa assaporare i primi sentori di wilderness e ci conduce in breve ai 1.707 metri della cresta: da qui tutta la giornata si svilupperà in un'alternanza di panoramici saliscendi per oltre sette chilometri su quell'ampia dorsale che prende complessivamente il nome di Montagna Grande. Rosa Pinnola, Argatone, Terratta; 1.809, 2.149, 2.208 metri: le vette si susseguono in un continuo di ariose vedute che si aprono a sinistra sul Lago di Scanno, a destra su lontani e boscosi pianori, mentre in lontananza inizia a distinguersi la minacciosa mole del Marsicano, nostra tappa per il giorno successivo.
Ai 2.065 metri del valico del Carapale, attraversiamo i suggestivi torrioni rocciosi delle Ciminiere e sotto una pioggerella fine affrontiamo, non senza capitomboli, quattrocento rigogliosi e umidi metri di discesa verso i piani del Terraegna, punteggiati di bestiame al pascolo, dove finalmente giungiamo al fontanile che ci rinfranca di una lunga giornata di cammino. Con le ombre del pomeriggio che si allungano percorriamo allegramente l'ora di cammino che ci separa da Prato Rosso, dove accanto all'omonimo e purtroppo chiuso rifugio piantiamo la nostra tenda. Il cane si acciambella a farci la guardia e la notte ci avvolge in un mare di stelle e di mormorii animali.
 
Da Prato Rosso a Opi. Lame di luce tagliano l'umidità che si alza dal sottobosco, mentre il caffè borbotta sul fornello e le innumerevoli fioriture di fragole evocano il perché del nome del luogo. Teli, pali e picchetti rientrano docili nella custodia e di buon'ora siamo in cammino verso la vicina Val di Corte, una stretta, incassata e lussureggiante valle che sale verso il monte Marsicano. Una breve deviazione ci porta ai 1.740 metri del fontanile dello Schiappitto, rintanato in una gola e fuori delle odierne rotte; il potente e fresco getto d'acqua testimonia dell'importanza di questa antica via di comunicazione per greggi e pastori. A quota 1.845 finalmente ci si para davanti il poderoso anfiteatro glaciale del Marsicano, affacciato su un prato pullulante di fiori: genziane, genzianelle, orchidee, violette, orecchie d'orso, in un profluvio di colori e aromi che rallegra l'animo è rende lieve il passo. La salita alla vetta è faticosa ma panoramica e finalmente in tre ore siamo ai 2.243 metri della cima, dove lo sguardo spazia su tutte le vette del parco e oltre.
Una fetta di pane ormai duro bagnato nella rugiada, un pomodoro e mentre oscuri nembi si addensano, iniziamo la ripida discesa verso Opi, arroccato borgo della valle del Sangro. Dall'arida pietraia ci immergiamo nel bosco, dove il biondo maggiociondolo la fa da padrone. Un'ultima rinfrescata alla fonte Ciarlante, prima dell'arrivo al campeggio le Foci, dove una meritata doccia sciacqua via due giorni di fatica e una ciotola di cibo rifocilla il nostro improvvisato compagno.
 
Da Opi a Civitella Alfedena. A due chilometri dal paese, camminando verso Civitella Alfedena lungo la Strada Statale 82 Marsicana, si stacca sulla destra la carrareccia che si inoltra nell'incantevole Val Fondillo, costeggiata dall'omonimo torrente e che penetra nella zona più tipica del parco: il vero cuore profondo dell'Abruzzo. Le chiare e fresche acque gorgogliano accanto alla sterrata che sale dolcemente contro lo schermo del vapore che si alza nel primo sole. A 1.200 metri raggiungiamo la fonte dell'Acqua Sfranatara e poi la strada penetra in un bosco di faggi e prende a inerpicarsi più ripida fino a perdersi in una traccia nel fitto della foresta. A quota 1.672 siamo al Valico Passaggio dell'Orso e una breve discesa ci porta in venti minuti ai 1.496 metri dei Tre confini. Il ruscello ci regala acqua per bere, lavarci e rinfrescarci prima della faticosa e ripida ascesa in una delle aree più selvagge del parco, fino ai ventosi 1.952 metri di Forca Resuni.
Il tempo di una sosta davanti al rifugio, ovviamente chiuso, alle spalle del quale incombe la mole rocciosa del monte Petroso, e siamo di nuovo sul sentiero verso Passo Cavuto e la Val di Rose, con immancabili incontri con cervi e camosci. Una leggera pioggerellina si ferma sul fitto tetto di fronde e accompagna i nostri piedi doloranti nell'ingresso a Civitella Alfedena, capitale putativa del territorio da noi attraversato.
Dopo tre giorni di solitudine le antiche pietre del borgo sannita restituiscono una dimensione umana anche a tanta natura incontaminata, regina incontrastata di un parco che proprio nell'equilibrio fra uomo e ambiente ha trovato i motivi del suo successo e del suo fascino. E il nostro nuovo amico a quattro zampe, ormai definitivamente adottato, è il silenzioso testimone di questa indispensabile armonia.