Monti Invisibili

Traversata del Velino

Quota 2.486 m

Data 18 settembre 2021

Sentiero segnato

Dislivello in salita 2.013 m

Dislivello in discesa 2.113 m

Distanza 29,61 km

Tempo totale 13:37 h

Tempo di marcia 12:54 h

Cartografia Il Lupo Velino-Sirente

Descrizione Bus Cotral (ore 7,50) da Magliano de’ Marsi a Corvaro (834 m). Poi per l’Anguizzola (883 m, +17 min.), Prime Prata (1.572 m, +1,40 h), La Piana (1.750 m), Fonte Salamone (1.836 m, +1,40 h), il Lago della Duchessa (1.778 m, +15 min.), il Malopasso (1.890 m, +39 min.), Capo di Teve (1.618 m, +37 min.), il Piano di Sevice (2.119 m, +1,37 h), Monte Velino (2.486 m, +1,25 h), il Sentiero 5 per Colle Pelato (1.359 m), Fonte Canale (1.202 m, +3 h), Corona (900 m, +39 min.) e Magliano de’ Marsi (729 m, +1,05 h, ore 21,55). Splendida e faticosissima traversata in ambiente rigoglioso e ancora pienamente estivo. Numerosi bramiti di cervi in amore e avvistati due esemplari dopo La Piana.

06velinolog

Traccia GPS

07velinodislivello
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039 Birra del Borgo

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038 Verso Colle Pelato

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037 Verso Colle Pelato

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036 Verso Colle Pelato

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035 Verso Colle Pelato il Tortiglione

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034 Verso Colle Pelato

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033 Monte Velino

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032 Monte Velino

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031 Verso Monte Velino

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030 Verso Monte Velino

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029 Verso Monte Velino

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028 Verso Monte Velino

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027 Vallone di Teve

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026 Piano di Sevice

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025 Verso Piano di Sevice

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024 Verso Piano di Sevice

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023 Capo di Teve

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022 Malopasso

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021 Vallone di Teve

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020 Vallone di Teve

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019 Lago della Duchessa

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017 Lago della Duchessa

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016 Monte Morrone

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015 Verso Lago della Duchessa

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014 Verso Lago della Duchessa

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013 Le Caparnie

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012 Pratone della Cesa cervo

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011 Coppo dei Ladri

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010 Prato Lungo

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009 Prime Prata

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008 Prime Prata

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007 Prime Prata

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006 Prime Prata

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005 Verso Prime Prata

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003 Verso Prime Prata

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002 Corvaro

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001 Magliano de' Marsi Francesco Mancini

Traversata del Velino, 18 settembre 2021. Come ho avuto già modo di scrivere (Anello del Circeo) apprezzo molto il ritorno nei luoghi, il riassaporare in forma nuova esperienze ed emozioni già sperimentate. Ma quando si esagera si esagera, e pur non potendo, e non volendo, competere con i mitici Enza e Gerardo che il Velino l’hanno scalato mille volte e rotti, già le mie ventisette mi sembrano eccessive. Di giorno e di notte, d’estate e d’inverno, con il sole e con la pioggia. E poi da ogni punto cardinale e da ogni sentiero o canale che sembrasse condurre in vetta.

Il fatto è che il Velino è la montagna di noi romani: alta, possente, dagli scenari prepotenti e faticosa (non c’è via che richieda meno di millecinquecento metri di dislivello), ma ad appena un’ora e un quarto di guida dalla Capitale. Insomma quando arrivo lì in cima mi sento sempre a casa, accendo un sigaro e contemplo il panorama.

Allora, quando l’amico Enrico esprime il desiderio di salirci, mi lambicco il cervello per strologare un cammino inusuale che ci porti un vetta per vie traverse. Enrico si fida e mi segue… e mal gliene incolse.

Così, dopo essermi aggirato a lungo nel misterioso sito del Cotral (che fa il paio col mistero dei biglietti e delle fermate), trovo un bus mattutino capace di condurci dall’altra parte del massiccio per tentarne l’ardita traversata.

Sono le fredde sette del mattino quando stiamo già rimpinzandoci di pastarelle allo zabaione nel bar La pista di Magliano de’ Marsi. Mentre cerchiamo di capire dove mai fermerà l’autobus (che il biglietto l’ho sagacemente anche se con difficoltà acquistato a Roma) una voce mi apostrofa da lontano. È la mitica anima del Club 2000 metri Francesco Mancini, risoluta anche lui ad affrontare altri sentieri velini. Baci, abbracci, passa il bus e saltiamo su.

Da Corvaro volgiamo rapidi gli scarponi verso quella ripida proda boscosa tante volte costeggiata in autostrada. Si rivela un comodo sentiero che sale fra alberi rigogliosi e che infine ci deposita ai 1.572 metri della bella conca di Prime Prata. Luogo da cervi, che invece non ci sono ma di cui presto avvertiamo i vicini bramiti mentre iniziamo a costeggiare a lungo i boschi incastrati sotto il Monte Morrone.

Il bel sentiero propone prospettive inusuali di vette e di valli note. Piacevole impressione di non riconoscere un territorio tante volte calcato. Ma Le Caparnie e i Rifugi della Valle del Cieco vengono e dissipare ogni dubbio e in breve siamo sulle sponde del cangiante Lago della Duchessa a riposare le gambe e a riempire le panze.

In lieve salita (l’ultima lieve della giornata) siamo ai 1.890 metri del Malopasso dove si spalanca la vista grandiosa del Vallone di Teve. Fra toni che divengono autunnali caliamo sul fondo dell’ampia valle glaciale: le prossime ore richiederanno dura anche se meravigliosa fatica.

Con gambe ormai legnose arranchiamo solitari fra pareti rocciose e pietraie fin sul bordo del Piano di Sevice. Con il sole che allunga le ombre e senza tergiversare, attacchiamo il panoramico sentiero per la vetta. Sull’altopiano che precede l’edificio sommitale le luci si fanno radenti. La ripida traccia e siamo ai rintocchi della campana della croce di vetta. Sono le 17, a quasi nove ore dalla partenza.

Con il sole della stagione ormai vicino all’orizzonte, non indugiamo oltre e ci mettiamo subito in cammino sulla ripida normale da sud. Cammino si fa per dire, visto che più che altro traballiamo sulla sconnessa e pietrosa traccia, più atta alla salita che alla discesa. Creste affilate, grandi edifici di roccia, strapiombi: quando sali non noti molte cose.

La montagna si fa oscura e si chiude alle nostre spalle, mentre col buio del tramonto entriamo in un tenebroso bosco di pini neri dove riecheggiano paurosi i bramiti dei cervi.

Il Fucino si accende di luci e noi armiamo le torce. I gorgoglii di Fonte Canale, lambiamo Massa d’Albe e per campestri boschi notturni arriviamo finalmente a Magliano de’ Marsi.

Si sono fatte le 22 ed è tempo di un paio di birre e di un panino in quel di Birra del Borgo.

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