Monti Invisibili
Serra Capra Morta
Quota 1.937 m
Data 7 ottobre 2014
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.284 m
Distanza 26,30 km
Tempo totale 7:55 h
Tempo di marcia 7:14 h
Cartografia Il Lupo Monti Marsicani
Descrizione Da Fonte Canala (1.239 m) per il rifugio Prato Rosso (1.536 m, +48 min.), il Valico del Campitello (1.866 m, +1 h), Serra Capra Morta (1.937 m, +42 min.), lo Stazzo di Camporotondo (1.700 m, +24 min.), la stele di Giovanni Paolo II (1.740 m, +1 h), il Coppo del Campitello (1.759 m, +40 min), il Valico della Corte (1.950 m, +35 min.), lo Stazzo di Val di Corte (1.900 m, +5 min.), la Fonte dello Schiappitto (1.740 m, +25 min.), la Valle di Corte (1.712 m, +15 min.) e Fonte Canala (+1,20 h). Avvistati due giovani cervi al Coppo del Campitello.
06 serra capra morta log

Traccia GPS

07 serra capra morta dislivello
07 serra capra morta dislivello

038 Grotte Mozzone

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037 Stazzo di Corte

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036 Cavalli

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035 Monte della Corte

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034 Coppo del Campitello

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032 Verso Coppo del Campitello

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030 Ferroio di Scanno

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029 Ferroio di Scanno

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028 Stele Giovanni Paolo II

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027 Serra di Ziomas

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025 Stazzo di Camporotondo

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024 Stazzo di Camporotondo

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023 Verso Camporotondo

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020 Serra Capra Morta

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016 Verso Capra Morta

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015 Stazzo del Campo

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014 Stazzo del Campo

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011 Serra del Campitello

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010 La Navetta

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009 Verso valico del Campitello

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008 Valle dei Codacchi

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006 Valle dei Codacchi

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005 Valle dei Codacchi

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004 Valle dei Codacchi

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003 Valle dei Codacchi

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002 Rifugio Prato Rosso

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001 Verso Prato Rosso

Serra Capra Morta, 7 ottobre 2014. Le tondeggianti elevazioni marsicane non sono probabilmente le più belle del nostro Appennino, eppure bastano poche curve dopo Pescina e mentre ti inoltri nei boschi e nelle valli del Parco Nazionale d’Abruzzo, quando attraversi i suoi quieti borghi di pietra, senti crescere una sensazione di benessere che colma l’anima e la mente. Ecco la forza di questo territorio selvaggio, dove i colori, i suoni, gli odori, l'aria pura e sottile, rendono la respirazione più agevole, il corpo più forte e agile, lo spirito più sereno e alla fine è come se rientrassi nel grembo di madre natura.
E in questa multicromatica stagione, nella quale ogni foglia diviene un fiore, mi avvio solitario su per la Canala verso il Rifugio di Prato Rosso, dove alcune tardive fragoline tengono alto il nome del luogo e deliziano il palato.
Cammino silenzioso in un bosco brumoso, dorato dalla luce del sole nascente, e mi affaccio sulla Valle dei Codacchi esplosa di rosso e di arancio, con una natura che si sta avviando lieve per il dolce declivio dell'autunno.
Breve cammino per i 1.866 rocciosi metri del Valico del Campitello che schiudono un placido percorso di amene vallette, sul fondo delle quali presidiano antichi stazzi.
Ripida e rapida la salita per l’arrotondata Serra Capra Morta, dalla quale appaiono il Greco, il Genzana e la Montagna Madre, che mirarla è sempre un'emozione.
Dal vicino Stazzo di Camporotondo il sentiero si fa carrareccia, fino a che con una ripida deviazione taglio la Serra di Ziomas e sono in breve alla solitaria stele che ricorda le segrete visite di papa Giovanni Paolo II al Ferroio di Scanno. Una preghiera e un panino, un’ape che mi punge e riprendo il cammino.
La carrareccia si restringe in un bellissimo sentiero che traversa boschi di faggi dalle calde sfumature e chiuse vallette, dove mi affaccio cauto sperando di scorgere i cervi: invece al Coppo del Campitello due giovani esemplari scorgono me e fuggono lesti nel folto.
Dai 1.950 metri del Valico della Corte sorge trasfigurato nel controluce l'omonimo monte. Scendo al suo diroccato stazzo e traverso lungamente l'ampia conca di struggente e selvaggia bellezza, prima che il sentiero si tuffi nel bosco e mi rechi alla gorgogliante Fonte dello Schiappitto.
Pochi minuti per l'alta Val di Corte, faticosa nelle sue torrentizie rocce che pian piano si addolciscono in sentiero, in tratturo e quindi in carrareccia.
La chiusa galleria arborea mi porta di nuovo alla Canala, dove nell'azzurrognola nuvola di un toscano ripercorro le tappe di una giornata nella quale mi sono sentito, per dirla con Oliver Hardy, come un pisello nel suo baccello.
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