Monti Invisibili

Bandita di Monterano

Quota 427 m

Data 21 novembre 2020

Sentiero parzialmente segnato

Dislivello 597 m

Distanza 27,10 km

Tempo totale 6:33 h

Tempo di marcia 6:22 h

Cartografia Il Lupo Monti della Tolfa

Descrizione Dalla stazione di Manziana della linea ferroviaria FL3 (338 m) per Quadroni (395 m, +18 min.), Via Viterbo, Canale Monterano (375 m, +20 min.), la Cascata di Diosilla (248 m, +20 min.), la Solfatara (203 m, +11 min.), il Ponte sul Mignone (164 m, +15 min.), il Fontanile della Bandita (334 m, +43 min.), la Necropoli dell’Ara del Tufo (265 m, +1,07 h), il sentiero lungo il Fosso del Rafanello, la Diga di Monterano (160 m, +40 min.), il Ponte sul Mignone (+13 min.), il primo guado del fiume Mignone (+5 min.), il secondo guado del Mignone (+5 min.), la Solfatara Vecchia (185 m, +12 min.), Monterano (288 m, +13 min.), Canale Monterano (+1 h), Quadroni (+20 min.) e la stazione di Manziana (338 m, +20 min.). Appagante percorso selvaggio e solitario su strade bianche e sentieri. Avvistati nibbi, aironi guardabuoi e una piccola vipera.

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Traccia GPS

07monteranodislivello
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035 Manziana me

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034 Monterano acquedotto

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033 Monterano San Rocco

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032 Monterano castello Orsini Altieri

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031 Monterano castello Orsini Altieri

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030 Monterano San Bonaventura

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029 Monterano

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028 Solfatara Vecchia

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026 Verso Monterano

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025 Secondo guado

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024 Verso Monterano

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023 Diga di Monterano

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022 Diga di Monterano

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021 Fosso del Rafanello

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020 Fosso del Rafanello

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019 Necropoli Ara del tufo

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018 Necropoli Ara del tufo

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017 Maremmane e aironi guardabuoi

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016 Vipera

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015 Mucche maremmane

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014 Fontanile della Bandita

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012 Fontanile della Bandita

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011 Bandita di Monterano

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010 Bandita di Monterano

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009 Bandita di Monterano

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008 Solfatara

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007 Solfatara

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006 Torrente Bicione

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005 Cascata di Diosilla

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004 Nibbio

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003 Quadroni

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002 Manziana

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001 Manziana

Bandita di Monterano, 21 novembre 2020. A volte hai bisogno di salire, altre di lanciare le gambe in lunghi cammini dal sapore antico. Oggi è uno dei giorni nei quali mi viene questo desiderio, che nei dintorni di Roma posso soddisfare agevolmente nella Tolfa o nella Tuscia. Ambienti remoti, ma ricchi di nascoste reminiscenze: una sorta di selvaggio de noantri dove ho avuto la sorte di trascorrere lunghi periodi della mia vita.

E a rendere la camminata più simile a un viaggio, contribuisce il treno che mi deposita senza fatica in una fredda Manziana, sorvegliata da una solitaria pattuglia dei Carabinieri.

Il vento taglia la pelle assolata, gli abitati di Quadroni e di Canale Monterano sfilano rapidi sotto i miei scarponi e lo sguardo curioso di un volteggiante nibbio mi accoglie sotto la città fantasma di Monterano. Le diroccate mura sono state scenario di numerose pellicole (Ben Hur, Brancaleone alle crociate, Il Marchese del Grillo e tanti western e peplum all’italiana) ma anche dei miei giochi da bambino: fra massi di gommapiuma, oscuri cunicoli e cartucce a salve.

Tralascio l’antico feudo e lungo il Torrente Bicione m’inoltro verso la Bandita di Monterano, un territorio dove da ragazzo non avevo mai avuto il coraggio di addentrarmi. Andavamo sì ad arrampicarci sulle malferme pietre di Monterano, ma non avevamo l’audacia di oltrepassare quel confine, denso di cornute maremmane e di arcigni bovari.

La carrareccia prosegue fra alte pareti traforate di nidi di gheppi e antiche miniere di zolfo, punteggiate di torrioni e grandi massi che rendono il tutto misterioso ed eccitante agli occhi di un bimbo… e non solo.

Varco finalmente il confine della Bandita e salgo in un ambiente semplice e solitario, sferzato dal vento. Una breve deviazione per un sorso limpido al Fontanile della Bandita e poi m’industrio a cercare la necropoli dell’Ara del Tufo. M’intrufolo, seguo antiche tracce, scanso mucche e alla fine la trovo, con percorso più semplice di quanto pensassi. Una decina di sparute tombe ipogee, testimoni di poveri abitati a sussistenza agricola, facenti capo a un centro più importante non ancora identificato.

Il piacevole percorso si snoda ora in saliscendi sul ciglio dell’incassato Fosso del Rafanello, in un ricco bosco dai luminosi colori autunnali.

Dal nuovo Ponte sul Mignone (quello vecchio di legno ormai non c’è più ed era stato anche il cavalcone di Brancaleone) mi avventuro in due lunghi guadi nell’acqua gelida. La Solfatara Vecchia ribolle e salgo già alla città di Monterano, densa di popolo molesto e vociante. Senza indugi riprendo il cammino verso Manziana.

Infine nella piazza assolata del paese, cullato dal gorgoglìo della fontana e dai rintocchi del campanile, m’immergo sereno in un sorso di tè caldo e nei fumi di una radica

E già sul telefono bippa la lista della spesa.

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