Monti Invisibili

Anello di Luni
Quota 405 m
Data 23 aprile 2023
Sentiero non segnato
Dislivello 656+252 m
Distanza 51,38+12,04 km
Tempo totale 9:10 h
Tempo di marcia 5:05+3:22 h
Cartografia Il Lupo Monti della Tolfa
Descrizione Dalla stazione ferroviaria di Capranica - Sutri della linea ferroviaria FL3 Roma - Viterbo (405 m) in bicicletta lungo la ferrovia dismessa per Civitavecchia attraverso le stazioni abbandonate di Veiano, Barbarano Romano, Blera, Civitella Cesi e Monte Romano (25,70 km, 70 m, +2,20 h). Poi a piedi per la Tomba delle Cariatidi sul versante settentrionale di Monte Fortino (64 m, +17 min.), il ponte di ferro sul Fiume Mignone (70 m, +25 min.), il Casalone (223 m, +42 min.), il Cimitero Longobardo di Costa Lombarda (220 m, +23 min.), il corso del Mignone, di nuovo il ponte di ferro (+1,05 h), il sito preistorico, etrusco e medievale dell’antica città di Luni (90 m, +15 min.) e la stazione di Monte Romano (+15 min.). Ritorno in bici per la stessa via (+2,45 h). Avvistata una vipera. Un punto esposto nella salita alla rupe di Luni. L'attraversamento di numerose gallerie buie rende indispensabile l'uso di una torcia frontale.
 

anello di luni mappa

Traccia GPS

ferrovia capranica civitavecchia

037 Posti in galleria

ferrovia capranica civitavecchia

036 Stazione di Monte Romano

ferrovia capranica civitavecchia

035 Stazione di Monte Romano

luni sul mignone

034 Discesa da luni

luni sul mignone

033 Discesa da Luni

luni sul mignone

032 Luni

luni sul mignone

031 Luni

ferrovia capranica civitavecchia

030 Stazione di Monte Romano

ferrovia capranica civitavecchia

029 Ponte sul Mignone

028 Verso Luni

luni sul mignone

027 Verso Luni

luni sul mignone

026 Verso Luni

luni sul mignone

025 Verso Luni

luni sul mignone

024 Verso Luni

ferrovia capranica civitavecchia

023 Ponte sul Mignone

ferrovia capranica civitavecchia

022 Ponte sul Mignone

ferrovia capranica civitavecchia

021 Valle del Mignone

monti della tolfa

020 Verso il Mignone

il casalone

019 Il Casalone

il casalone

018 Il Casalone

ferrovia capranica civitavecchia

016 Ponte sul Mignone

fiume mignone

015 Fiume Mignone

ferrovia capranica civitavecchia

014 Ponte sul Mignone

ferrovia capranica civitavecchia

013 Stazione di Monte Romano

tomba delle cariatidi

012 Tomba delle Cariatidi

tomba delle cariatidi

011 Tomba delle Cariatidi

ferrovia capranica civitavecchia

010 Stazione di Monte Romano

ferrovia capranica civitavecchia

009 Stazione di Monte Romano

ferrovia capranica civitavecchia

008 Stazione di Civitella Cesi

ferrovia capranica civitavecchia

007 Terza galleria

ferrovia capranica civitavecchia

006 Seconda galleria

ferrovia capranica civitavecchia

005 Stazione di Barbarano.

ferrovia capranica civitavecchia

004 Stazione di Barbarano

ferrovia capranica civitavecchia

003 Sul tracciato

ferrovia capranica civitavecchia

002 Prima galleria

ferrovia capranica civitavecchia dislivello

000 Luni dislivello

Anello di Luni, 23 aprile 2023. Mi piace Gaber, ma la libertà non è partecipazione: è farsi un fraccata di cazzi propri. O meglio, è sicuramente anche partecipazione, ma come opportunità, non come obbligo. E invece ecco che a 57 anni di età, al lavoro, in famiglia, nella vita, vengo tirato dentro a partecipazioni che non mi aggradano e che difficilmente potrei considerare libertà.
Già Freud e poi anche Mussolini (che aveva letto Freud e che di queste cose se n’intendeva) avevano notato che la storia della civiltà è stata tutta una limitazione progressiva della libertà: un barattare parte delle nostre possibilità di felicità con un po’ di sicurezza. Ma quando questa limitazione raggiunge il limite (scusate la sinonimia), allora è tempo di calzare gli scarponi e abbandonare il consesso civile, sopportandone eventualmente le conseguenze, secondo la nota sentenza Arrangiati & spera di Bartolomeo Pandetta, emessa nella mitica storia Zio Paperone e il ricupero armato, del 1973, sceneggiata da Rodolfo Cimino per i disegni di Giorgio Cavazzano.
Ma senza divagare oltre, se il cammino rende liberi, analogo effetto va ascritto alla bicicletta, figlia del vento, e al treno, che sorvola lieve il territorio e ti permette di ronfare ammirando il paesaggio, invece di estenuarti con ore di guida.
Quindi figuriamoci quale fuga per la libertà ne può uscire riuscendo a combinare treno, bici e piedi come abbiamo fatto oggi, tornando dopo undici anni su quella ferrovia dismessa Capranica - Civitavecchia che ha visto tra gli altri anche le gesta cinematografiche di Frank Sinatra e Raffaella Carrà.
Inforcati i velocipedi ci avviamo rapidi fra diruti fabbricati ferroviari: caselli e stazioni dove pare ancora di sentire il rumori del passato viavai; tratti rialzati e lunghe trincee, dove il suono delle ruote sulla breccia rammenta quello degli antichi convogli.
Buie gallerie evocano situazioni alla Villie Coyote, mentre lunghi tratti sabbiosi promettono sicura fatica per il ritorno. Fatica che non manca anche per le nuove muraglie da scavalcare che rendono questo suggestivo percorso una specie di corsa a ostacoli.
Il paesaggio sfuma nella selvaggia solitudine della maremma laziale, sorta di far west nostrano; dominio di vacche maremmane dominato dagli scabri Monti della Tolfa che già respirano sentori salmastri.
La fatiscente stazione di Monte Romano ci offre rifugio per le bici e passiamo la parola agli scarponi.
Fra effluvi di primavera ormai prepotenti costeggiamo le limpide acque del Fosso Canino per raggiungere in breve la Tomba delle Cariatidi, dove due piccole teste e un bel fregio scolpiti nel tufo impreziosiscono l’ipogeo.
Torniamo al grande ponte di ferro, presidiato ora da due robuste cancellate che a piedi non c’intimoriscono punto. Dalle viste selvagge sulla Valle del Mignone iniziamo un lungo anello, piacevolmente anonimo, fra pascoli cespugliosi e radure di asfodeli. La vecchia costruzione del Casalone si rivela abitata: entriamo facilmente nel terreno ma ne usciamo con difficoltà. La Costa Lombarda, con i resti di un cimitero longobardo, è difficile da individuare, con pochi blocchi squadrati che affiorano appena dal suolo.
Scendiamo così a costeggiare la serena Valle del Mignone e, scavalcato di nuovo il ponte, affrontiamo le cenge e gli spigoli tufacei per la panoramica rupe di Luni, da dove abbracciamo finalmente tutto questo vasto e disabitato territorio.
Con il caldo che inizia a martellare siamo di nuovo in sella. I venticinque chilometri di risalita continua sul fondo sabbioso della micidiale pendenza ferroviaria inducono visioni mistiche e dolenzie alle terga.
Ma hai voluto la libertà? Arrangiati & spera… e mo pedala!