Monti Invisibili
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Ortica, sapore di primavera
In attesa che Giove Pluvio la smetta di bersagliarci e che spuntino i gustosi orapi, affilo i garretti sulle pedivelle e ne approfitto per fare raccolto di ortica.
Pianta tipica degli incolti di cui tutti abbiamo fatto la pruriginosa conoscenza, è infatti anche un sapido ingrediente per risotti, zuppe e frittate.
Armata allora la bici – e con guanti, forbici e sporta – mi avvio per una sgambata nel Parco di Veio, alla ricerca di un buon pascolo, sufficientemente lontano dall’abitato.
Lo trovo sulle sponde dell’etrusco fiume Crèmera e, non senza qualche pungicatina, torno a casa con un buon raccolto dopo 55 chilometri.
Lavaggio con acqua corrente, sbollentata alle foglie per disinnescare i peli urticanti e per cena finiscono in padella con un soffritto di scalogno per un ottimo risotto, dal sapore fresco, avvolgente e leggermente amarognolo. Se i colori avessero un sapore, ecco direi che è il sapore del verde.
Piccola nota, l’ortica può essere maneggiata con le mani senza danno se si usano solo i polpastrelli, la cui epidermide è troppo spessa per i peli urticanti.