Monti Invisibili

057 Pranzo al rifugio

057pranzoalrifugio

050 Bimbe

050bimbe

049 Campo Imperatore

049ferrucciguzzosances

047 Campo Imperatore

047campoimperatorevittoria

042 Campo Imperatore

042campoimperatore

041 Campo Imperatore

041elenaflaviavalerio

035 Cena in campeggio

035cenaincampeggio

033 In campeggio

033incampeggio

032 In campeggio

032incampeggio

030 Santo Stefano di Sessanio

030santostefanodisessanio

029 Rocca di Calascio

029roccadicalascio

027 Rocca di Calascio

027roccadicalascio

022 Rocca di Calascio

022roccadicalascio

018 Rocca di Calascio

018ferrucciguzzosances

017 Rocca di Calascio

017giuliaelenaflavia

013 Rocca di Calascio

013roccadicalasciovittoria

011 Santo Stefano di Sessanio

011ferruccievittoria

010 Santo Stefano di Sessanio

010santostefanodisessanio

006 Santo Stefano di Sessanio

 
Come ti erudisco i pupi, 23 e 24 giugno 2012
Dopo la prima notte in roulotte dello scorso anno, è giunta l'ora di iniziare le nostre puzzole anche all'arte della tenda. E così con Vittoria, Elena, Giulia e Flavia (e genitori allegati), ci avviamo alla volta di Santo Stefano di Sessanio, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Il camping Gran Sasso è piccolo e spartano come desideravamo e, mentre Fabiana e la sua pancia si allocano efficientemente nelle fresche mura del borgo, noi ci cimentiamo nell'arduo compito di allestire le tende. In un battibaleno le nostre (mie e di Michele) poderose Quechua automatiche sono pronte; Valerio invece gioca a shanghai con la paleria delle sue antidiluviane canadesi, disturbato in ciò dal valido aiuto della pipinara.
Ma ecco che tutto è pronto e possiamo avviarci in esplorazione verso il castello di Ladyhawke: quella Rocca Calascio che non smette mai di stupire. Il sentiero, le rocce, le coccinelle, i fiorellini e gli gnomi che lasciano qualche caramella; a turno un bimbo piange sempre, qualcuno litiga, Valerio declama e tutti quanti ci divertiamo un mondo a fare i piccoli esploratori. Ci meritiamo un pozzo di coca cola.
Siamo di ritorno, agguantiamo Fabiana e mentre su New York (cioè Santo Stefano) calano le prime ombre della sera (citazione dotta), noi siamo già con le zampe sotto il tavolo a strafogarci di prelibatezze abruzzesi. Sbandando per il sonno giungiamo alle nostre tende, dove i rumori della natura cullano alfin i nostri sogni, mentre a Fabiana – la tapina – gli tocca ritirarsi nelle anguste coltri della sua stanza.
Il sole sorge a ora antelucana, l'asino raglia, la cornacchia strepita e alle sette siamo tutti in piedi; tranne Valerio che vuole fintare di dormire un'altra oretta. Con una fame lancinante e perché non riesco mai a stare con le mano nelle mano, mi accingo a smontare quello che posso, mentre le bimbe giocano, le donne ciacolano e Michele si fa addirittura la doccia.
Il tempo di una lauta colazione, durante la quale Giulia, Flavia, Vittoria ed Elena smontano la sala, e siamo pronti per la pugna. Sì, perché le tende Quechua sono uno scherzo da montare, ma per convincerle a rientrare nelle loro custodie bisogna essere ingegneri spaziali. Chiudi, riapri, tira, torci, spingi, smadonna: e il tutto con Fabiana che intanto giuliva riprende la scena col telefonino. Alla fine, sudati come pantegane, riusciamo nell'impresa, ma non è stato un bello spettacolo.
Campo Imperatore ci attende e lì di corsa sui prati contornati dalla stupefacente corona di montagne, fra fiori, mucche, cavalli e sfaldasce, prima del giusto pasto in quel del rifugio di Lago Racollo. Ma abbiamo sempre mangiato durante questo weekend?
E' tempo di volgere le ruote verso casa. E mentre bimbi e mamme si chiudono uno a uno come i fiori la sera, noi babbi con le palpebre pesanti ci accingiamo a due silenziose ore di guida, con il piacere di aver condiviso e tramandato alle nostre giovani marmotte emozioni e sensazioni già tante volte sperimentate.