Monti Invisibili
Lena e Massa
Quota 380 m
Data 11 febbraio 2023
Sentiero non segnato
Dislivello in salita 331 m
Dislivello in discesa 263 m
Distanza 22,49 km
Tempo totale 7:02 h
Tempo di marcia 5:55 h
Cartografia Il Lupo Monti della Tolfa
Descrizione Dalla stazione di Bracciano della linea ferroviaria FL3 (281 m) per Via di Castel Giuliano, Via Monte la Rota (280 m, +40 min.), Lena e Massa (276 m, +28 min.), il ponte diruto sul Fosso della Mola (226 m, +21 min.), le Grotte di Porcareccia (240 m, +5 min.), la prima cascata Lena e Massa (230 m, +30 min.), la Sorgente d’acqua acetosa (240 m, +30 min.), la seconda cascata Lena e Massa (245 m, +9 min.), il Fontanile della Caldara (255 m, +1,11 h), la Caldara di Manziana (256 m, +6 min.) con attraversamento del sito (+24 min.), la Macchia di Manziana (+20 min.), la Grotta di Pisto (360 m, +18 min.), il book crossing all’uscita della macchia (365 m, +30 min.) e la stazione di Manziana (338 m, +23 min.). Avventuroso percorso solitario e selvaggio dall’orientamento complesso su strade bianche, sentieri e ruscelli.
038 Macchia di Manziana bookcrossing
037 Macchia di Manziana
036 Grotta di pisto
035 Grotta di pisto
034 Caldara di Manziana
033 Caldara di Manziana
031 Caldara di Manziana
030 Caldara di Manziana
029 Caldara di Manziana
028 Caldara di Manziana
027 Airbus A380 Emirates
026 Castagneta
025 Seconda cascata Lena e Massa
024 Sorgente acqua acetosa
023 Prima cascata Lena e Massa
022 Prima Cascata Lena e Massa
021 Prima cascata Lena e Massa
020 Prima cascata Lena e Massa
018 Fosso della Mola
017 Fosso della Mola
016 Fosso della Mola
015 Grotte di Porcareccia
014 Grotte di Porcareccia
013 Strada lastricata
012 Grotte di Porcareccia
011 Grotte di Porcareccia
010 Boeing 757 Delta
008 Fosso della Mola ponte diruto
007 Via Monte la Rota
006 Via Monte la Rota traliccio
004 Via Monte la Rota
003 Via di Castel Giuliano luna
002 Via di Castel Giuliano uccelli
001 Via di Castel Giuliano
000 Lena e Massa dislivello
Lena e Massa, 11 febbraio 2023. È facile andare in montagna: sai sempre dove sei! Monte Crepacuore, Conca degli Invalidi, Valle di Femmina Morta… Una toponomastica puntuale – almeno nei nostri territori – e linee di movimento abbastanza limitate, fanno sì che (con l’aiuto della mappa) riesci sempre a dare con ragionevole certezza un nome al posto dove sei.
Invece sabato, quando la mia amica Sara mi ha scritto chiedendomi dove ero, la mia risposta è stata: “A saperlo!”.
Erano alcune ore che, cesoie e gps alla mano, vagavo per quel vasto e disabitato territorio dei Monti della Tolfa, alla ricerca di alcune emergenze (nel senso di robe che emergono) sconosciute ai più, ma proprio per questo ancora più motivanti nella scoperta. Potrebbero chiamarsi, ad esempio, le cascate perdute di Castel Giuliano, essendo sullo stesso Fosso della Mola che ospita le altre più note, ma alla fine le ho chiamate di Lena e Massa, dal toponimo che più mi ha attirato sulla carta.
Così, in una mattina fredda e luminosa mi pongo in cammino solitario dalla stazione di Bracciano, cesoie alla cintola e gps sullo spallaccio.
Da una diritta asfaltata, passo a sinuose e deserte sterrate, sorvolate da numerosi velivoli in arrivo a Fiumicino. Ed io, come un bimbo, volgo lo sguardo al cielo a ogni rombo che avverto. Chissà se mi riuscirà di vedere l’Airbus A380 Emirates in atterraggio verso la mezza?
Un fluire d’acque m’invita ora al Fosso della Mola, solcato da un ponte diruto e senza nome. Un antico fontanile, recinzioni marcite, l’atmosfera di un luogo fuori dal tempo. Le vicine Grotte di Porcareccia sono attorniate da un solitario gregge, entro poi in una specie di via cava basolata e mi rituffo quindi, cesoie alla mano, nel Fosso della Mola.
Provo per un po’ a tenermi sulle sponde, ma poi mi avvedo che è più semplice procedere nelle basse acque del corso rigoglioso. Un rombo e dietro un albero si apre la suggestione di una cascata (che diremo di Lena e Massa) che precipita in un piccolo laghetto.
Risalgo le sponde e riprendo a destreggiarmi nel corso del torrente. Attraverso rossastre cascatelle ferruginose, una seconda cascata di Lena e Massa e poi spunta dai rovi una recinzione che mi tocca seguire regolando gli spini in una creazione più che manutenzione di sentiero.
Si fa la mezza, il lento e mastodontico Airbus A380 fa la sua comparsa, e l’odore di zolfo e l’apparire di alcune candide betulle mi avvisa dell’approssimarsi della Caldara di Manziana.
Che albero meraviglioso la betulla, forse per i suoi sentori boreali, per il tronco candido e corvino che si staglia contro il blu del cielo, per i rami flessibili dove stormiscono foglie delicate.
Solco i gradevoli miasmi di uova della caldara e con i primi raggi del meriggio m’immergo nella Macchia di Manziana. Accendo un toscano e cammino quieto fra le grandi querce spoglie, aspirando i sentori di un sigaro che, chissà perché, dà il suo meglio al tiepido solo dei pomeriggi invernali.
Quattro chiacchiere con un Alessandro incontrato per la via ed ecco un altro dei motivi che mi ha deciso a questa passeggiata: il fornitissimo bookcrossing all’ingresso della macchia, dove rimedio infine l’edizione del 1973 del Cavaliere inesistente, di Italo Calvino.