Monti Invisibili

Cima Lepri
Quota 2.445 m
Data 31 maggio 2025
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.338 m
Distanza 17,16 km
Tempo totale 8:43 h
Tempo di marcia 7:07 h
Cartografia CAI Monti della Laga
Descrizione Da Voceto (1.067 m) per la Sorgente Molinaro (1.360 m, +48 min.) e le vicine Capanna Molinaro e Opera di Presa Molinaro, la Fonte del Moro (1.600 m, +32 min.), Colle San Giovanni (1.620 m, +11 min.), il Peschio Palombo (1.971 m, +1,22 h), il Valico Piè di Lepre (2.159 m, +41 min.) e Cima Lepri (2.445 m, +34 min.). Ritorno per quota 2.100 sotto il Vado di Annibale (+43 min.), il Cavallo di Voceto, Iaccio Piano (1.890 m, +42 h) e Voceto (+1,34 h). Splendida e impegnativa escursione su sentieri in parte abbandonati. Nella salita al Peschio Palombo numerosi tratti esposti ma sempre camminabili con utilizzo delle mani solo in appoggio. Notevole raccolto di orapi allo Iaccio Piano. Rimediata una zecca.
 

cima lepri mappa

Traccia GPS

birra

046 Posta

peschio palombo

045 Capellastro

cavallo di voceto

044 Cavallo di Voceto

cavallo di voceto

043 Cavallo di Voceto

iaccio piano

042 Iaccio Piano orapi

iaccio piano

041 Iaccio Piano

iaccio piano

040 Iaccio Piano

iaccio piano

039 Cavallo di Voceto

cavallo di voceto

038 Cavallo di Voceto

cavallo di voceto

036 Genziane

cavallo di voceto

035 Pulsatilla alpina

pizzo di sevo

034 Pizzo di Sevo e Monte Vettore

cima lepri

033 Cima Lepri

cima lepri

032 Cima Lepri

cima lepri

031 Cima Lepri

cima lepri

030 Cima Lepri

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028 Pizzo di Sevo

peschio palombo

027 Verso Cima Lepri

peschio palombo

025 Peschio Palombo

peschio palombo

024 Peschio Palombo

peschio palombo

023 Peschio Palombo

peschio palombo

021 Peschio Palombo

peschio palombo

020 Verso Peschio Palombo

peschio palombo

019 Verso Peschio Palombo

peschio palombo

018 Verso Peschio Palombo

peschio palombo

017 Verso Peschio Palombo

peschio palombo

016 Verso Peschio Palombo

pizzo di sevo

015 Pizzo di Sevo

peschio palombo

014 Verso Peschio Palombo

capellastro

013 Capellastro

peschio palombo

012 Verso Peschio Palombo

peschio palombo

011 Peschio Palombo

colle san giovanni

010 Colle San Giovanni

colle san giovanni

009 Colle San Giovanni

colle san giovanni

008 Colle San Giovanni

colle san giovanni

007 Monte Gorzano

pizzo di sevo

006 Pizzo di Sevo

fonte del moro

005 Fonte del Moro

capanna molinaro

004 Capanna Molinaro

opera di presa molinaro

003 Opera di presa Molinaro

voceto

002 Verso Fosso del Molinaro

voceto

001 Voceto

cima lepri altimetria

000 Cima Lepri altimetria

Cima Lepri, 31 maggio 2025. La montagna è roccia, ma ancora di più è acqua. Quando scende limpida e furiosa dai suoi fianchi, ci sembra perfettamente naturale che ci sia. E quando – in estate inoltrata o su territori troppo calcarei – non la troviamo, ne avvertiamo prepotente l’assenza. L’acqua modella la roccia con la pazienza del tempo, rende armonico e sinuoso quello che è aspro e tagliente.
E il comprensorio appenninico dove più imperiosa è la presenza dell’acqua sono proprio i Monti della Laga, isola di impermeabili marne e arenarie in un oceano di calcari e dolomie, dove l’acqua scorre via invece nelle profondità.
Sulla Laga no, l’acqua resta in superfice, nel profluvio di torrenti, fiumi, cascate e laghetti di una vegetazione rigogliosa, fiorita e smeraldina. E il suo stesso toponimo deriva dalla voce “allagato”.
Dal terremotato borgo di Voceto m’incammino per una comoda carrareccia che presto si fa ombroso tratturo. Tormentate pareti si affacciano dalle chiome di boschi rimbombanti delle acque del disgelo.
Dopo la limpida Opera di presa Molinaro la tracce sale rapida alle rinfrescanti acque della Fonte del Moro. Il vicino Colle San Giovanni è una perfetta altana sulla pianura amatriciana e sul dente del Peschio Palombo che mi appresto ad affrontare.
Mi concedo il tempo per studiare il non agevole percorso, ma ricordo di aver letto che ci dovrebbero essere rari e antichi segni. E infatti individuo un ometto e da lì vernici sbiadite che attaccano a svolte l’astrusa montagna.
I segni si perdono continuamente e continuamente poi si ritrovano. Qualche errore di rotta e successive correzioni su un percorso di ripide balze mai banale, ma comunque sempre camminabile, con le mani in funzione di appoggio, avendo speso la traccia all’altezza del viso. Il punto più delicato è una stretta cengia, ma più per il ripido declivo sottostante che per la mancanza di spazio per gli scarponi.
Il più è fatto e in una progressione ormai agile sono prima sotto, poi sopra ai 1.971 metri dell’impressionante sperone del Peschio Palombo.
In un cammino ininterrotto risalgo la ripida cresta seghettata, che da un lato precipita giù quasi verticale, dall’altro è solo scoscesa e fiorita.
Il Valico di Piè di Lepre, sulla pastorale Via Ranna, e in breve raggiungo la croce di vetta della Cima Lepri, dove un mondo ancora parzialmente innevato si apre al mio sguardo. Un boccone, un sorso e poi indugio a lungo in questa bellezza con una radica di buon tabacco fra i denti.
Mi avvio sulla cresta ventosa dello Iaccio Porcelli, in faccia al Pizzo di Sevo e al Monte Vettore. Il passo è piacevolmente elastico sul morbido terreno da poco libero della neve.
Dal Vado di Annibale seguo la dorsale del Cavallo di Voceto che discende fra multicromatiche fioriture, lingue di neve e scrosci di acque.
Quello che le Mainarde mi avevano negato la scorsa settimana, la Laga me lo offre in abbondanza all’’intensa macchia smeraldina dello Iaccio Piano. Riempio agevolmente due buste di fragranti orapi e col nuovo fardello sullo spalle continuo a scendere, fra boschi ombrosi e fossi rumoreggianti di acque.
Alla Fonte del Moro riagguanto il tratturo che si fa poi carrareccia. Dopo tanta acqua ci vuole ora un boccale di bionda.