Monti Invisibili

Monte le Vene

Quota 2.020 m

Data 18 febbraio 2023

Sentiero parzialmente segnato

Dislivello 1.115 m

Distanza 14,70 km

Tempo totale 9:08 h

Tempo di marcia 7:55 h

Cartografia CAI Monti della Laga

Descrizione Da Cossito (968 m) per l’opera idraulica della Solagna (1.349 m, +1,26 h), la mulattiera di quota 1.630 (+1,15 h), Monte le Vene (2.020 m, +2,50 h), il Rifugio dell’Inversaturo (1.780 m, +23 min.), la chiesa di Sant’Egidio (1.389 m, +57 min.) e Cossito (+1,04 h). Faticosa escursione in ambiente pesantemente innevato, con neve pesante e necessità delle ciaspole dalla partenza. Avvistati un cinghiale e un capriolo.

monte le vene mappa

Traccia GPS

cossito

023 Verso Cossito

sant'egidio

022 Sant'Egidio

sant'egidio

021 Sant'Egidio

rifugio inversaturo

020 Rifugio Inversaturo

rifugio inversarturo

019 Rifugio Inversaturo

monte vettore

018 Monte Vettore

monte vettore

017 Monte Vettore

monte vettore

016 Monte Vettore

pizzo di sevo

015 Pizzo di Sevo

monte vettore

013 Monte le Vene e Vettore

coste lepri

011 Coste Lepri

coste lepri

010 Coste Lepri

coste lepri

009 Verso Monte Le Vene

coste lepri

008 Verso Monte le Vene

la solagna

007 La Solagna

la solagna

006 La Solagna

cossito

005 Verso la Solagna

cossito

004 Verso la Solagna

cossito

001 Cossito

monte le vene dislivello

000 Le Vene dislivello

Monte le Vene, 18 febbraio 2023. Quante sfumature ha la solitudine? C’è quella oscura delle grandi città, dove nella moltitudine frenetica l’animo avverte più densa la distanza interpersonale. E c’è la solitudine luminosa della montagna innevata, che non si distrae nello stormire delle foglie, nel ciangottìo degli uccelli, nel profluvio di aromi e colori.

Solo una monotona bianca distesa, alberi immoti, il sospiro del vento e un paesaggio lontano che dilatano una solitudine che diviene una magnifica compagna. Certo, ci vuole coraggio – o abitudine – per sopportare tale isolamento, che ricompensa però con pensieri profondi e un animo più saldo.

Un’alba cerea mi accoglie ai 968 metri del malandato borgo di Cossito. Pochi passi sulla neve mi convincono della necessità di armare subito le ciaspole e con questi faticosi calzari e uno zaino affastellato di picca e ramponi, mi avvio su nel bosco, lungo le tracce di cinghiali, lepri e caprioli.

Muscosi muretti e cinerei faggi bucano un esteso innevamento, nel quale però affondo a ogni passo nonostante le racchette. Ovunque scendono anticipate acque del disgelo che mi obbligano a incerti guadi con le ciaspole ai piedi.

Ai 1.349 metri dell’impianto idraulico della Solagna termina il sentiero segnato e se possibile il gioco si fa ancora più duro. Destreggiarsi fra alberi e rami con le ciaspole (e con la picca in resta) è come provare a scaccolarsi con le moffole.

Caparbio e inesorabile scavalco tronchi, guado ruscelli, affondo fra i massi. E intanto le ore passano e le forze scemano. Ai 1.630 metri della sepolta mulattiera delle Sette Fonti capisco che è troppo tardi e sono troppo stanco per il Sevo, e devio per Monte le Vene. La solitudine si fa malinconica, la neve crostosa e le ciaspole sono sufficienti, anche se faticose, come ramponi.

Giungo al termine della mia fatica e mi apposto per il desco sul dosso erboso del Monte le Vene: il Vettore limpido e vicino, l’Adriatico lontano e luminoso; un corvo fruscia vicino, lasciandomi più solo di prima.

Lieve passi mi conducono ora in discesa, su una neve finalmente armonica, che sostiene il passo in una continua pedalata.

Dalle candide distese al bosco labirintico. Una preghiera alla remota chiesetta di Sant’Egidio e con le prime ore del crepuscolo approdo di nuovo alle deserte case di Cossito. Solo con me stesso ma non certo solo.