Sentiero Coleman Lucretili
Quota 1.159 m
Data 13-14 maggio 2006
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.316 m
Distanza ~58 km
Tempo totale 16:35 h
Cartografia Il Lupo Lucretili
Descrizione Primo giorno (11,05 h, ~37 km): in pullman (ore 7,25) per il bivio di Riofreddo sulla Tiburtina (575 m, ore 8,17). Poi per Riofreddo (650 m, +30 min.), i laghetti di Percile (685 m, +3 h), la strada per Percile (600 m, +1,50 h), la strada per Licenza (465 m, +50 min.), la villa di Orazio, il fontanile alto di Campitello (1.045 m, +3,15 h) e quello basso (1.025 m, +10 min.), dove abbiamo allestito il campo attrezzatura Coleman.
Secondo giorno (5,30 h, ~21 km): dal fontanile basso di Campitello per San Polo dei Cavalieri (625 m, +2,30 h), la sorgente Bologna (550 m), la Fontana Vecchia e Tivoli (230 m, +2,55 h). Pullman per Roma (ore 14,05).
Traversata su sentiero, carrareccia e strada asfaltata; sentiero poco e mal segnato con segnavia biancorosso, a volte giallorosso. Punti di difficoltà: prima dei laghetti di Percile, raggiunta con difficoltà la strada, girare a destra e poi a sinistra per raggiungerli, quindi tornare sui propri passi verso Percile; fra San Polo e Tivoli, a Colle Lucco (600 m), il sentiero più breve è quello verso sinistra con segnavia giallorossi.
Sentiero Coleman Lucretili. Sono trascorsi sei mesi dal tratto autunnale del sentiero Coleman sui monti Simbruini e ci apprestiamo a completare l'itinerario sui monti Lucretili, in un paesaggio ormai pienamente primaverile. Ci affidiamo ancora ai pullman delle linee extraurbane per giungere all'inizio del percorso, all'incrocio fra la via Tiburtina-Valeria e la strada per Riofreddo. Armati i bastoncini, iniziamo a camminare in direzione di quello che si rivela un delizioso abitato; poco oltre i segni del percorso, sbiaditi dal tempo e dall'incuria.
Ci allontaniamo dall'asfalto, salendo dolcemente su una carrareccia che presto si fa sentiero. Pascoli, fontanili, mandrie, in un assolato ambiente di macchia mediterranea profondamente diverso dagli ombrosi boschi del tratto autunnale. Splendida sensazione di autosufficienza minima: sulle spalle tutto il necessario per vivere, muovendosi lentamente sul territorio con ritmi e velocità consone all'uomo, ritmate dal cadenzato movimento dei piedi.
Improvvisamente il sentiero si disperde in una miriade di tracce: a bassa quota la natura riprende rapidamente i suoi spazi e questo tratto deve essere stato abbandonato da tempo. Fidando delle indicazioni del GPS scendiamo nel bosco fitto, giungendo in breve su una strada sterrata. La seguiamo verso destra e arriviamo a un bivio, dal quale una breve discesa ci porta ai laghetti (o lagustelli) di Percile, due splendidi sprofondamenti carsici pullulanti di gracidanti raganelle. Il tempo di una sosta e siamo di nuovo in cammino.
A questo punto il sentiero dovrebbe puntare direttamente verso Licenza, ma dall'alto nessuna traccia è visibile nella fitta macchia verde e optiamo per la più lunga ma agevole carrareccia verso Percile; sicuramente il tratto più monotono del percorso, ma durante il quale ci nutriamo con piacere dei molti asparagi e dei dolcissimi fiori dell'acacia. Una birra rinfrescante nel successivo abitato di Licenza e poco dopo, in prossimità dei resti della villa di Orazio, iniziamo la salita su un sentiero sulla destra che presto si fa boscoso, con alberi dapprima giovani e man mano più antichi e monumentali. Una nutrita compagnia di scout accompagna i nostri passi verso un raduno intersezionale: questa notte non dormiremo soli.
Si sale dolcemente e in 3,30 ore da Licenza ci affacciamo ai 1.025 metri dello sconfinato pianoro di Campitello, tempestato di massi e boschetti e dove pascolano allo stato brado centinaia di cavalli, buoi, puledri e vitelli, rinfrancati da due monumentali fontanili. In 20 minuti il campo è allestito, il fuoco scoppietta e stiamo già cucinando. La notte si riempie di stelle, mentre pattuglie di scout continuano a convergere da ogni direzione. Le voci di un centinaio persone intonano il Padre Nostro e noi sprofondiamo nei sacchi letto.
Il sole è già altro quando ci svegliamo: prepariamo la colazione, smontiamo il campo e siamo pronti per la partenza, lasciando dietro nient’altro che le nostre orme. Questi boschi ad appena 30 chilometri da Roma sono famigerati per il numero di persone che vi si smarrisce ogni anno; alberi secolari, nessuna visibilità oltre le chiome e lunghi canaloni ombrosi sempre uguali a se stessi fanno perdere l'orientamento anche ai più esperti camminatori. E' quindi con attenzione che iniziamo la nostra discesa verso Tivoli, fidando delle indicazioni del GPS.
Quando ci affacciamo su Prato Favale la vista della Capitale si stende vicina, poi ci rituffiamo nel bosco verso San Polo dei Cavalieri e ancora in una lunga discesa all'interno della Riserva Naturale di Monte Catillo. Pochi passi e siamo a Tivoli, appena in tempo per la corriera per Roma.