Monti Invisibili

Anello di Monte Catillo

Quota 612 m

Data 21 dicembre 2018

Sentiero segnato

Dislivello 606 m

Distanza 16,42 km

Tempo totale 5:40 h

Tempo di marcia 4:33 h

Cartografia Il Lupo Lucretili, Carta Riserva Naturale Monte Catillo

Descrizione Dalla stazione ferroviaria di Tivoli (232 m) per Monte Catillo (348 m, +25 min.), la sughereta di Sirividola, Monte Giorgio (498 m), il Rifugio Fonte Bologna (482 m, +1,44 h), Colle Lecinone (612 m, +25 min.), Monte Sterparo (586 m, +25 min.), il Sentiero Paolo Fantini, il Fosso dell’Obaco (400 m), il Passo delle Cavallette (424 m, +1 h) e la stazione di Tivoli (+34 min.). Sentiero Fantini a tratti impegnativo e scosceso. Piacevole anello in territorio molto vario.

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Traccia GPS

07catillodislivello
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030 Passo delle Cavallette

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028 Fosso dell Obaco

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027 Sentiero Paolo Fantini

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026 Sentiero Paolo Fantini

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025 Pipa Dunhill e tabacco

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023 Monte Sterparo me

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022 Monte Sterparo

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021 Monte Sterparo

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020 Verso Monte Sterparo

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019 Colle Lecinone

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018 Verso Colle Lecinone

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017 Rifugio Fonte Bologna

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016 Rifugio Fonte Bologna

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015 Rifugio Fonte Bologna

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014 Rifugio Fonte Bologna

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013 Fonte Bologna mucche

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012 Verso Fonte Bologna

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011 Verso Fonte Bologna

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009 Monte Giorgio

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008 Sughereta di Sirividola

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007 Sughereta di Sirividola

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006 Monte Catillo

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005 Monte Catillo

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004 Tivoli

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003 Tivoli

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002 Tivoli

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001 Tivoli stazione

Anello di Monte Catillo, 21 dicembre 2018. In un delizioso libriccino della fine dell’ottocento – Flatlandia – il teologo Edwin Abbott teorizza, secondo un punto di vista originale, l’esistenza di altre dimensioni oltre a quelle a noi note. Oggi, in cammino solitario, ho incrociato lo sguardo di un altro viandante: sguardo che ha specchiato e riflesso il mio, aprendomi la visione di un’altra dimensione.

Chi decide di mettersi in cammino, infatti, abbandona la dimensione di vita nota e si pone in una dimensione ulteriore dove, anche per un breve lasso di tempo, il mondo scorre come cosa che non ti riguarda. La vita gli affanni il correre appresso alle cose materiali, divengono inutili orpelli, sopraffatti da quest’atto primigenio e istintivo che ha il potere di placare l’animo più inquieto.

E nel primo giorno d’inverno è un treno che mi approssima al necessario cammino, in quella sempre crescente idiosincrasia per l’automobile che ormai mi fa preferire le distanze ai dislivelli.

In una Tivoli pienamente natalizia, pochi passi dalla stazione per l’Arco di Quintiliolo, dove inizia il sentiero Don Nello del Raso nella Riserva Naturale di Monte Catillo, propaggine meridionale dei Monti Lucretili.

La città si schiaccia sotto gli scarponi ma non smette per lungo tempo di ringhiare. Una breve e non segnalata deviazione e sono ai 348 metri della cima che da nome alla riserva. Un lieve rintocco di campane segna gli ultimi spasmi cittadini e sono nel silenzio che da campi di ginestre m’introduce nei grassi sugheri di Sirividola, dalla corteccia di pelle di coccodrillo.

Maremmane scampananti lungo l’ampia dorsale calcarea che apre vedute fino alle nevi abruzzesi. Il cammino esce ed entra da querce, farnie, roverelle e castagni, e, punteggiato da una segnaletica ossessiva, costeggia Colle Piano e Colle dei Travi.

M’immergo nel bosco e nel fango, raggiungo una pallida radura dalle querce monumentali e in breve anche l’accogliente Rifugio di Fonte Bologna, dalle grandi cisterne ipogee per la raccolta dell’acqua piovana.

Ancora in una maestosa e silente querceta dai grigi rami svettanti e sono ai 612 metri del Colle Lecinone e al suo rudere di vetta.

Aspro e dissestato è ora il cammino per il Monte Sterparo, dal quale la vista si apre a precipizio sull’Agro romano. Gli effluvi sulfurei di Bagni di Tivoli giungono fin quissù, doppiati dall’acre odore della mia pipa.

Grandi ometti di sassi guidano ora la mia discesa lungo il dirupato sentiero Paolo Fantini, fra balze d’erba e di rocce dove allignano anche grandi agavi.

Strani manufatti in pietra, gradini, altari e una sorta di lunga collana di tronchi giù nell’umido Fosso dell’Obaco. Poi salgo all’assolato Passo delle Cavallette, dove una piacevole sterrata fra ulivi abbandonati mi riporta ai ruggiti natalizi.