Cima Casarene
Quota 1.191 m
Data 27 dicembre 2013
Sentiero segnato
Dislivello 459 m
Distanza 11,62 km
Tempo totale 4:23 h
Tempo di marcia 3:33 h
Cartografia Il Lupo Lucretili
Descrizione Dal parcheggio delle Pratarelle (911 m) per Monte Castellano (1.085 m, +30 min.), Colle Iaffarina (1.080 m) e la vetta (+1,36 h). Ritorno per il Rifugio Forestale (1.067 m, + 27 min.) e il sentiero dell’andata (+1 h). Giornata fredda e nuvolosa con scarsa visibilità.
011 Rifugio forestale
008 Cima Casarene
007 Bivio rifugio forestale
006 Verso Colle Iaffarina
005 Verso Colle Iaffarina
004 Verso Colle Iaffarina
003 Da Monte Castellano
002 Monte Castellano
Cima Casarene, 27 dicembre 2013. Con le panze tonde di tortellini e panettoni ci avviamo con Andrea per questa ultima sgambata dell’anno, alla scoperta dell’estremo lembo settentrionale del parco dei Lucretili. Un cielo pesante in un’aria fredda accompagna i nostri passi e pallidi nembi danno l’assalto come marosi ai fianchi delle montagne.
Il tempo di scaldare i muscoli e siamo già al bivio dal quale ci avviamo su per una dorsale spelacchiata, verso i 1.085 metri del Monte Castellano, dove serve fantasia e intuito per scorgere i resti di un castrum romano.
Intorno a noi le altre vette del parco, la Cima dei Coppi, il Serrapopolo e il selvaggio e affascinante gruppo del Pellecchia, tutte trasfigurate in bianco e nero dalla fosca giornata che fa muovere svogliate anche le nostre gambe.
Piano piano ci arrampichiamo sul Colle Iaffarina, mentre io conciono Andrea sui danni dell’Euro e sulla sua incompatibilità con le teorie economiche. E così, fra Keynes e debito pubblico, cambi fissi e Germania ribalda, eccoci ai 1.191 metri della scialba vetta, dove decidiamo di rinunciare al programmato anello e puntiamo al rifugio forestale del quale avevamo scorto l’indicazione.
La bella costruzione di pietra ci offre riparo per il desco e un toscano, che inizia a pervadere l’aria sotto una fine pioggerella.
La pietra è fredda, le chiappe si gelano e ci risolviamo a metterci in cammino col sigaro in bocca. Lentamente, sbuffando come locomotive ci riavviciniamo alle Pratarelle: il meteo, il territorio, non ci hanno entusiasmato, ma questa sgambata ci voleva dopo le sempre eccessive libagioni natalizie.