Sentieri sicuri
Un sentiero, lo scarpone che procede agile, schivando rocce, aggirando ostacoli. Un ripido ghiaione e siamo in vetta; e poi giù veloci mentre la traccia si inoltra nel bosco, attraversa prati inondati di fiori e giunge alla valletta che ci riconduce al rifugio. La montagna è una passione che entra nell'anima, ma anche quella estiva è un ambiente potenzialmente ostile che richiede umiltà e consapevolezza per non trasformare una piacevole camminata in una vera e propria tragedia.
Il pericolo corre sul sentiero Durante l'estate la popolazione montana è ricca e variegata, andando dai camminatori incalliti a quelli per caso, che rimettono gli scarponi ai piedi dopo un inverno di inattività. Secondo i dati del Soccorso Alpino è proprio l'inesperienza e l'incapacità nella valutazione dei rischi che conduce al maggior numero di incidenti. Ambienti e situazioni apparentemente tranquilli celano infatti pericoli difficilmente valutabili da chi non ha maturato conoscenze ed esperienze idonee a percepirli e la conseguenza è che proprio in questa stagione si concentra la maggioranza degli interventi di soccorso, nei quali il "semplice" escursionismo occupa sempre i primi posti delle statistiche.
Le cause più frequenti vedono in testa cadute e scivolate, seguite dalla perdita dell'orientamento e dall'incapacità di procedere quando ci si è troppo inoltrati su terreni difficili.
Sapere è potere Il filosofo francese René Daumal (autore del sublime e incompiuto Il Monte Analogo, edizioni Adelphi) ammoniva "L'alpinismo è l'arte di percorrere le montagne, affrontando i massimi pericoli con il massimo della prudenza"; e allora anche per la più semplice passeggiata adoperiamo la cautela dettata dal buon senso, a iniziare da un'attenta pianificazione del percorso, adeguando lunghezza e caratteristiche ai nostri limiti psico-fisici o a quelli del membro più debole del gruppo.
In generale non aspettiamoci di trovare cammin facendo le indicazioni necessarie, ma partiamo avendo in mente ben chiaro l'itinerario, individuando anche preventivamente vie di fuga che permettano di abbreviare l'escursione in caso di necessità, e segnando rifugi, grotte e stazzi che consentano un eventuale ricovero. Prima di partire, inoltre, è indispensabile controllare le condizioni meteo previste: utile allo scopo il servizio Meteomont del Corpo Forestale dello Stato (www.sian.it/infoMeteo) e il bollettino dell'Aeronautica Militare (www.meteoam.it). E' buona norma infine informare sempre qualcuno dell'itinerario che intendiamo compiere.
Riguardo all'attrezzatura, non avventuriamoci mai in scarpe da ginnastica; mettiamo nello zaino bussola o GPS e una buona cartografia della zona, oltre ad acqua, viveri, indumenti caldi e almeno una giacca a vento, scegliendo sempre l’abbigliamento secondo il criterio degli strati sovrapposti. E' bene prevedere inoltre una dotazione minima d'emergenza, comprendente: torcia, fiammiferi in una scatola stagna, coltello multiuso, alcuni metri di cordino, un fischietto, un telo termico alluminato e viveri energetici. Per quanto riguarda i cellulari, è bene averne uno nello zaino, anche se spesso nelle valli non c'è copertura: non è quindi il caso che qualcuno mandi i soccorsi solo perché non chiamate.
Se infine avete intenzione di godervi pienamente i sentieri, non dimenticate una minima preparazione fisica, per non trovarvi poi ad arrancare: la spossatezza che sopraggiunge quando si è ancora lontani dalla meta o su un terreno difficile è una delle principali cause di incidenti. Un allenamento quotidiano può essere condotto anche rinunciando all'ascensore a favore delle scale: salendo si curerà la resistenza, scendendo la parte della muscolatura che generalmente non viene utilizzata.
A ognuno il suo Nella pianificazione è utile tenere conto della scala di difficoltà dei sentieri del CAI, che riassume alcuni parametri quali: la lunghezza, il dislivello, il tipo di terreno, l’esposizione, i problemi di orientamento. Bisogna comunque ricordare che le difficoltà variano anche in ragione delle stagioni e delle condizioni climatiche.
Turistico T Stradine, mulattiere e sentieri ben segnalati e privi di tratti esposti; quota massima inferiore ai 2.000 metri.
Escursionistico E Sentieri più o meno sconnessi, anche su pendii ripidi che possono prevedere l’uso delle mani per mantenere l’equilibrio. Possibili brevi tratti innevati e problemi di orientamento; quota massima superiore ai 2.000 metri. Costituiscono la maggioranza dei percorsi sulle montagne italiane.
Escursionisti Esperti EE Tracce su terreno impervio o scivoloso e pietraie d'alta quota con tratti privi di segnalazione e di punti di riferimento. Richiedono esperienza di montagna ed equipaggiamento e allenamento adeguati.
Escursionisti Esperti con Attrezzature EEA Percorsi attrezzati e vie ferrate che richiedono l'uso di dispositivi di autoassicurazione.