Monti Invisibili
Lago di Pilato
Quota 1.940 m
Data 7 luglio 2018
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 1.467 m
Distanza 19,15 km
Tempo totale 8:15 h
Tempo di marcia 7:10 h
Cartografia CAI Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Descrizione Da Forca di Presta (1.536 m) per il rifugio Zilioli (2.238 m, +1,20 h), la Sella delle Ciàule (2.240 m), la Punta di Prato Pulito (2.373 m, +20 min.), la Cima del Lago (2.442 m, +10 min.), la Forcella del Lago (2.380 m), la Cima del Redentore (2.448 m, +29 min.), la Cima dell’Osservatorio (2.350 mt, +18 min.), Quarto San Lorenzo (2.247 mt, +23 min.), Forca Viola (1.936 m, +40 min.), la Valle del Lago di Pilato, il Lago di Pilato (1.940 m, +1,28 h), la Sella delle Ciàule (2.240 m, +50 min.) e Forca di Presta (1.536 m, +1,12 h). Giornata perturbata e ventosa. Raccolto di orapi sotto il Monte Vettoretto.
037 Pretare terremoto
036 Pretare terremoto
035 Pretare terremoto
033 Rifugio Zilioli
030 Lago di Pilato
029 Lago di Pilato
028 Lago di Pilato
027 Lago di Pilato
026 Lago d iPilato
025 Lago di Pilato
024 Lago di Pilato
023 Pizzo del Diavolo
021 Valle del Lago di Pilato
020 Fosso del Miracolo
018 Forca Viola
017 Verso Forca Viola
016 PIano Grande di Castelluccio
014 PIano Grande di Castelluccio
015 Valle del Lago di PIlato
012 Verso Quarto San Lorenzo
011 Sentiero per il Pizzo del Diavolo
010 Cima del Redentore
009 Verso Cima del Redentore
008 Lago di Pilato
006 PIano Grande di Castelluccio
005 Cima del Lago
004 Punta di Prato Pulito
003 PIano Grande di Castelluccio
002 Verso Rifugio Zilioli
001 PIano Grande di Castelluccio
000 I'm pretty tired I think I'll go home now
Lago di Pilato, 7 luglio 2018. “I'm pretty tired... I think I'll go home now.”
Sono un po’ stanchino… citando Forrest Gump.
Dopo tanti anni di cammino per vette e per valli, alla ricerca di un senso per tutto questo affaccendarsi, mi è piombata addosso tutta la vanità di queste imprese.
Quanti chilometri di sentieri ho calcato, quanti ciottoli ho calpestato, quante risposte mi sono dato, per ritrovarmi poi al punto di partenza e non sapere perché?
Eppure ormai devo andare, anche se non mi va, e questa mattina sono ripartito verso le montagne, essenze ineliminabili della mia vita.
I Sibillini, da cui mancavo da 2013, devastati nel frattempo dai terremoti. Pensavo di aver visto distruzione nell’aquilano nel 2009, ma qui, attraversando Arquata, Piedilama, Pretare nella strada incassata fra le macerie, come ad Amatrice la scorsa settimana, mi è sembrato peggio.
Forca di Presta pullula già per le fioriture dei Piani di Castelluccio e in una giornata fredda perturbata e ventosa mi arrampico sulla dorsale verso il lesionato Rifugio Zilioli.
Gelo e nebbia poi sulla malfida spina rocciosa per i 2.373 metri della Punta di Prato Pulito.
Colorati squarci dei piani fioriti e dello specchio lacustre si aprono fra nembi ventosi, mentre procedo su una cresta che sembra arata da una mano possente, la mano di Poseidone, dio dei terremoti.
La Cima del Lago e finalmente, spersi fra le nuvole, i 2.448 metri della Cima del Redentore. Dove sono tutte le stelle alpine che popolavano questo crinale?
Inutile e pericoloso percorrere in queste condizioni l’esile cresta per il Pizzo del Diavolo.
Cima dell’Osservatorio, Quarto San Lorenzo: il mondo esce dai nembi e si colma di colori: il rosso dei piani, il blu del cielo, il verde di prati punteggiati di fiori.
I 1.936 metri di Forca Viola segnano la fine dei territori a me conosciuti e intraprendo uno splendido sentiero di costa che m’invita in una delle più belle e poderose valli che abbia mai visto: quella del Lago di Pilato.
Sfilo sotto alte pareti, circonvolute ed erose, attraverso pietraie e prati.
Ecco finalmente i 1.940 metri del Lago di Pilato, luogo magico e misterioso, regno di demoni, negromanti e fattucchiere e dove, come narra la leggenda, sarebbe sprofondato il corpo di Ponzio Pilato condannato a morte da Tiberio.
Mi affaccio sul bordo dell'immoto abisso, confine fra cielo e terra che sprofonda verso le vertiginose altezze riflesse.
Dallo specchio dai sentori alpini, un sentiero ghiaioso e un passaggio esposto ma facile e risalgo in breve alla Sella delle Ciàule, dove m’incammino verso Forca di Presta.
Un profumo mi allerta, un ciuffetto di orapi: ci deve essere un stazzo. lo cerco, lo trovo e la preziosa verdura è nel carniere. Forse anche per queste piccole cose ho bisogno della montagna.