Monti Invisibili
Anello dei Sibillini
Quota 2.448 m
Data 7-8 giugno 2013
Sentiero segnato
Dislivello 1.335 m
Distanza 22,43 km
Tempo totale 8:03 h
Tempo di marcia 6:41 h
Cartografia CAI Parco Nazionale dei Monti Sibillini
Descrizione Primo giorno (5,01 h, +1.094 m, -603 m, 10,87 km): da Forca di Presta (1.536 m) per il rifugio Zilioli (2.238 m, +1,22 h), la sella delle Ciàule (2.240 m), la Punta di Prato Pulito (2.373 m, +21 min.), la Cima del Lago (2.442 m, +12 min.), la forcella del Lago (2.380 m), la Cima del Redentore (2.448 m, +29 min.), Forca Viola (1.936 m, +1 h), la Fonte delle Fate (2.050 m, +12 min.) e il Rifugio delle Fate (2.060 m, +6 min.), dove ho allestito il campo. Al tramonto raggiunta la cima di quota 2.127 a nord di Forca Viola (+53 min. a/r). Giornata perturbata con due ore di pioggia e grandine nel pomeriggio. Ampi tratti innevati con difficoltà di progressione.
Secondo giorno (3,02 h, +241 m, -728 m, 11,56 km): dal Rifugio delle Fate (ore 6,10) per la Fonte delle Fate, Forca Viola (1.936 m, +13 min.), la Valle delle Fonti, il fontanile di quota 1.637 (+39 min.), il fontanile di quota 1.424 (+30 min.), la S.P. 477 di Castelluccio (1.310 m, +30 min.) e Forca di Presta (+1,07 h).
030 Piano Grande di Castelluccio
029 SP 477
028 Fontanile
027 Valle delle Fonti fontanile
026 Piano Grande di Castelluccio
022 Tramonto
020 Nuvole
019 Tramonto
018 Campo
017 Piano Grande di Castelluccio
015 Tenda
014 Zona rifugio
011 Piano Grande di Castelluccio
010 Cresta del Redentore
009 Castelluccio di Norcia
008 Cresta del Redentore
007 Piano Grande di Castelluccio
004 Verso rifugio Zilioli
003 Verso rifugio Zilioli
001 Forca di Presta
Fonte delle Fate, 7 giugno 2013. La classica escursione giornaliera prevede la partenza quando è ancora notte e l'arrivo in vetta nelle prime ore del pomeriggio; al calar delle tenebre si è già sulla via di casa, rinunciando così ad alcuni dei piaceri più genuini che la montagna sa donare: un pisolino a piedi nudi su un prato, cercare un posto tranquillo per fumare la pipa, ammirare il tramonto dalla vetta o la luna che rischiara il paesaggio. E allora viene voglia di mettere nello zaino una piccola tenda, come ho fatto io oggi con la scusa di un po' di foto sui Sibillini.
Sono le 8,30 quando affronto solitario la nota dorsale che da Forca di Presta sale al rifugio Zilioli. Il mondo sorge intorno a me dalle nubi e il passo è soffice, non intralciato dal lieve carico della zaino. Che esaltante sensazione di autosufficienza minima, avere sulle spalle quanto serve per vivere e riposare.
Il fiato è presto rotto e in un’ora e mezza sono alle familiari pietre dello Zilioli, dove, dalla vicina Sella delle Ciàule, mi si presenta l’incassato lago di Pilato, da dove dovrei tornare domani.
Creste e canaloni sono ancora abbondantemente innevati, rallentando l’incedere, e purtroppo le nubi si addensano veloci, chiudendo presto la vista sulle contrapposte creste.
Punta di Prato Pulito, Cima del Lago, Cima del Redentore e inizio una lieve discesa verso i 1.936 metri di Forca Viola. Ancora dieci minuti di cammino mi recano qui, al bivacco a circa 2.060 metri sopra la Fonte delle Fate, dove decido di attendere al riparo la pioggia che sembra imminente.
Nell’attesa ci scappa un pisolino sul prato e quando finalmente Giove Pluvio si decide, sono al riparo delle buie mura. Ora sembra stia uscendo il sole ed è tempo di allestire il campo.
Seduto davanti alla mia tenda monoposto. Il sole si sta lentamente approssimando alla linea dell’orizzonte dopo una giornata molto perturbata che ha visto pioggia, grandine, nebbia e vertiginosi treni di nembi assaltare la montagna. Dopo le foto, la pipa e sfumata via piacevole, lasciando i pensieri fluire verso altre vette e i miei tesori rimasti a casa.
Dopo cena mi sono avviato in placida passeggiata verso la vicina cima di quota 2.127 a nord di Forca Viola, ma anche a est della Fonte delle Fate. Cima Viola? Cima delle Fate? Comunque è un 2.000 di queste magiche montagne. Vette di maghi, streghe e sabba infernali. Ma quando gli antichi assegnavano a un luogo mito, mistero e magia, qualche strano fenomeno ai tempi inspiegabile dovevano aver osservato. E se su queste vette ogni tanto il Gps impazzisce e gli scatti digitali assumono strane tonalità, qualcosa ci dovrà pur essere. E stanotte io ci dormo.
Demoni, negromanti e fattucchiere non si presentano, ma nella notte la temperatura nella mia cuccia per cani scende a 3°, obbligandomi ad ardui contorcimenti per rivestirmi.
Alle 3,20 esco dalla tenda per un’improcrastinabile necessità e mi trovo con stupore immerso nel firmamento: stelle e pianeti mi avvolgono splendenti da ogni parte e la Via Lattea è un nastro luminoso che si staglia nitido in tale meraviglia. Lascio aperta la tenda e mi stendo sotto la cupola stellata: il Grande Carro, la Stella polare, il Sagittario; satelliti passano solitari, stelle cadenti intersecano la volta celeste, alcune incandescenti meteore rischiarano l’oscurità. Mi addormento placido nella mia navicella in viaggio nello spazio siderale.
Alle 5,30 sono in piedi e nonostante le insidie del vento in mezz’ora il campo è in spalla e sono pronto per riprendere il cammino. I lunghi tratti innevati che ho visto ieri non mi lasciano tranquillo e preferisco rinunciare al Lago di Pilato per la più sicura via che transita per i piani di Castelluccio, lacustri ora nelle loro nebbie.
Da Forca Viola mi incammino tranquillo per in balconoso sentiero che presto abbandono per calare nella Valle delle Fonti. Come promette il nome una miriade di stillanti acque e tre grandi fontanili in un profluvio di fioriture. Transito per i campi e presto sono alla strada asfaltata che con poca fatica e un sole radioso mi accompagna a Forca di Presta.