Monti Invisibili
Scandriglia – Lago del Salto
Quota 1.100 m
Data 28 giugno 2021
Percorso parzialmente segnato
Dislivello in salita 1.404 m
Dislivello in discesa 1.388 m
Distanza 41,17 km
Tempo totale 12:53 h
Tempo di marcia 10:55 h
Descrizione Dall’Agriturismo I Vorroni (520 m) per Scandriglia, la Sella di Colle Martello (880 m, +3,50 h), il Lago del Turano (540 m), Castel di Tora (540 m, +1,20 h), Fonte Raina (1.100 m, +2,26 h), Vallecupola (976 m, +41 min.), Varco Sabino (760 m, +45 min.), il Lago del Salto (540 m, +1,53 h). Traversata prevalentemente ombrosa su strade asfaltate, sterrate e tratturi, con assenza d’acqua fino a Castel di Tora. Notte su un prato in riva al lago in località Prugnaleta.
057 Lago del Salto
056 Lago del Salto
055 Lago del Salto
054 Varco Sabino
053 Varco Sabino
052 Vallecupola
051 Verso Vallecupola
050 Verso Vallecupola
049 Verso Vallecupola
048 Castel di Tora
047 Lago del Turano
046 Lago del Turano
045 Lago del Turano
043 Verso Lago del Turano
042 Fiat 850T
040 Scandriglia e Monte Serrapopolo
039 Scandriglia e Monte Serrapopolo
Lago del Salto, 28 giugno 2021. Ieri sera l’aria si è stemperata in un piacevole fresco e un’ottima cena mi ha condotto all’imbrunire, insieme a un toscano e a due chiacchiere con Franz e Donatella, amanti della loro terra e dei suoi sapori.
Alle cinque del mattino i muscoli sono così rigidi e doloranti che sembra impossibile arrivare persino bagno. Poi apro la porta e inanello oltre quaranta chilometri.
Tappa durissima oggi, ma anche piacevole e ombrosa, attraverso uliveti e fitti boschi di querce. Arrivo agli 880 metri della Sella di Colle Martello e mi si spalanca la vista sul turchese Lago del Turano. La discesa è micidiale su una dilavata e dissestata traccia, ma finalmente sono a Castel di Tora, dove pranzo con birra, patatine, gelato e chinotto.
Ora il percorso si fa ripido e interminabile sotto il sole stordente del meriggio. Mi scopro a chiedermi – con Chatwin – io che ci faccio qui, abbandonando la famiglia per faticare oltre ogni dire? Vorrei fosse già finita, consegnata alla memoria per poterla ricordare e raccontare; pronto però subito a pianificare altre fughe. Insomma, vivendo sempre nel passato e nel futuro, senza riuscire e vivere pienamente e serenamente il presente.
Faccio un paio di telefonate, non trovo posto negli unici due alloggi della zona e decido di prendermela comoda.
Al remoto abitato di Vallecupola mi appozzo d’acqua – tappa poverissima di fonti questa – e chiacchiero con due freschi sposi di Fiumicino che hanno casa qui. Nonostante tutto mi pare difficile non pensare per questi borghi a un futuro che non sia di abbandono e spopolamento.
Neanche un bar o un emporio. Mi tocca deviare sulla deserta asfaltata per Varco Sabino per procacciarmi del cibo. Un solo bar: già che ci sono oltre all’acqua e al panino ci metto anche un’altra birra, patatine e gelato.
E poi cammino cammino, fino ad arrivare a costeggiare a lungo il Lago del Salto.
Trovo un prato alto sulle rive sciabordanti: passerò qui la notte in qualche modo e domani mattina in marcia presto.
La Natura – a volte dissecca un arbusto –
A volte – scotenna un albero –
Il suo popolo verde se ne rammenta
Quando non muore –
Più languide foglie – di altre stagioni –
Silenziosamente testimoniano –
Noi – che abbiamo l’anima –
Moriamo più spesso – Non così vitalmente
Emily Dickinson