Monti Invisibili

Lago del Salto - Scoppito

Quota 1.667 m

Data 29 giugno 2021

Percorso parzialmente segnato

Dislivello in salita 1.364 m

Dislivello in discesa 1.196 m

Distanza 37,34 km

Tempo totale 13,35 h

Tempo di marcia 12:55 h

Descrizione Dal Lago del Salto (540 m, ore 3,30) per la Diga del Salto, il borghi di Cerreta (670 m +1,38 h), Casale Pietrangeli (760 m, +18 min.) e Staffoli (960 m, +28 min.), Casale Donati (1.393 m, +3,13 h), il Piano di Cornino (1.310 m, +3,12 h), Sella di Corno (970 m, +2,15 h) e Scoppito - Madonna della Strada (715 m, +1,51 h). Traversata molto difficile per percorribilità e orientamento. Da Staffoli per un incendio e una frana: in località Cerretino per andare al Casale Donati non seguire il percorso verso nordest ma continuare su quello che aggira verso sudest/nord. Dopo Casale Donati il percorso a sud di Monte Nurietta attraverso vecchie carbonaie non esiste più: probabilmente si può provare quello per il Lago della Petrella - Lago di Rascino. Mancanza d’acqua da Staffoli a Sella di Corno.

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Traccia GPS

07quartatappadislivello
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072 Verso Scoppito

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071 Lago di Rascino

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070 Piano di Cornino

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069 Piano di Cornino

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068 Verso Piano di Cornino

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067 Verso Casale Donati

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066 Verso Casale Donati

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065 Verso Casale Donati

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064 Staffoli

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063 Lago del Salto

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062 Staffoli

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061 Staffoli

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060 Staffoli

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059 Staffoli

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058 Lago del Salto

Scoppito, 29 giugno 2021. Ieri sera ho pazientemente atteso l’oscurità nella nuvola di un toscano. Poi ho furtivamente trascinato sul prato in riva al lago un bel materasso matrimoniale che avevo adocchiato vicino ai secchi della spazzatura, assicurandomi una confortevole notte di sonno.

Ma tante erano le meraviglie che, a parte i dolori muscolari, ho faticato a prendere sonno: il sommesso sciabordio delle onde che increspava le luci, il lieve stormire del grande pioppo, il cielo oscuro pieno di stelle e, non ultime, le lucciole che volavano sopra di me. E pian piano sono scivolato nei sogni.

Alle tre però è calata un’umidità micidiale e, ormai sveglio, ho raccolto le mie carabattole e alle tre e trenta mi sono messo in cammino nelle tenebre della circumlacuale che tutto trasformavano in visioni fantastiche.

M’immergo poi in una traccia abbandonata nel bosco, veramente ardua da individuare al buio. Inanello quindi i piccoli borghi di Cerreta e di Casale Pietrangeli, e infine un’altra traccia mi porta attraverso decine di casali diruti fino all’immobile paese di Staffoli, dove mi abbevero all’ultimo fontanile per molte ore. Oggi la sete sarà una sgradita compagna.

Il sentiero procede ora agile e segnato ma poi, complice un vecchio incendio e una frana in un canalone, si perde: saranno lunghe ore di patimenti.

Mi arrampico con mani braccia gomiti gambe piedi ginocchia, attaccandomi a alberi arbusti rocce. Finalmente ne sono fuori, ma la traccia non ne vuole sapere di apparire definitivamente.

Appare e scompare, gira, rigira e s’immerge nella vegetazione. Un grande casale diroccato, ogni tanto resti di muretti e tante carbonaie: ma non è rimasto più un sentiero che li unisca. Come se non bastasse il bosco è tempestato di alberi e rami caduti da scavalcare penosamente e continuamente. Tronchi martoriano le tibie, rami di ficcano nel costato, rametti e foglie scendono nella schiena fin nelle mutande.

Finalmente dopo ore di contorsionismi approdo a una vecchia strada forestale: è anch’essa ingombra di alberi ma mi sembra una passeggiata.

Con l’acqua che inizia a scarseggiare scendo e scendo fino ai torridi Piani di Cornino. Ancora salita, carrarecce traballanti e sono infine a Sella di Corno, dove una provvida fontanella mi rimette al mondo.

Con le gambe recalcitrati attacco la lunga discesa asfaltata verso la piana aquilana, dove, in una giornata che ha visto anche il ritorno dei faggi, scorgo per la prima volta la mia meta finale: mi sembra ancora così lontana!

Dolorante e zoppicante giungo finalmente al B&B Prato Nuovo di Scoppito, non prima di una Peroni da 66 e di un litro e mezzo di acqua frizzante.

Che dire di questa tappa? Se quella di ieri si è caratterizzata per la lunghissima distanza di oltre quaranta chilometri, ma con una diversa scansione e comunque fattibile, quella di oggi non può essere considerata nell’ottica di un’eventuale ripetizione. Paesaggi assolutamente spettacolari e solitari, ma eccessive difficoltà di progressione e orientamento, unite alla mancanza d’acqua, suggeriscono di trovare un’alternativa più praticabile.

E meno male che ieri non ho trovato alloggio a Varco Sabino, altrimenti questa tappa sarebbe diventata un massacro difficile da portare a termine.

 

Nella macchia

Errai nell’oblio della valle

tra ciuffi di stipe fiorite,

tra querce rigonfie di galle;

errai nella macchia più sola,

per dove tra foglie marcite

spuntava l’azzurra viola;

errai per i botri solinghi:

la cincia vedeva dai pini:

sbuffava i suoi piccoli ringhi

argentini.

lo siedo invisibile e solo

tra monti e foreste: la sera

non freme d’un grido, d’un volo.

lo siedo invisibile e fosco;

ma un cantico di capinera

si leva dal tacito bosco.

E il cantico all’ombre segrete

per dove invisibile io siedo,

con voce di flauto ripete,

Io ti vedo?

 

Giovanni Pascoli

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