Monti Invisibili

Santo Stefano di Sessanio - Bussi sul Tirino
Quota 1.464 m
Data 27 giugno 2023
Percorso parzialmente segnato
Dislivello in salita 452 m
Dislivello in discesa 1.294 m
Distanza 32,63 km
Tempo totale 9:47 h
Tempo di marcia 8:39 h
Descrizione Da Santo Stefano di Sessanio (1.251 m) per Rocca Calascio (1.460 m, +1 h) con visita del borgo del castello (+20 min.), Calascio (1.220 m, +20 min.) con visita del borgo (+15 min.), Castelvecchio Calvisio (1.040 m, +1,09 min.) con visita del borgo (+15 min.), Capestrano (500 m, +2,36 h) con visita del borgo (+15 min.), il corso del Fiume Tirino, l’Abbazia di San Pietro ad Oratorium (340 m, +1,29 h) e Bussi sul Tirino (320 m, +1 h). Lunga camminata su sentieri, tratturi e deserte asfaltate fra interessanti borghi tipici. Tratturo fra Calascio e Castelvecchio notevolmente perso e disagevole. Numerose fonti d’acqua lungo il cammino.
 

santo stefano di sessanio bussi sul tirino mappa

Traccia GPS

bussi sul tirino

090 Bussi sul Tirino

san pietro ad oratorium

089 Abbazia di San Pietro ad Oratorium

sator arepo tenet

088 Abbazia di San Pietro ad Oratorium

fiume tirino

087 Fiume Tirino

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086 Fiume Tirino

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085 Capestrano

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084 Capestrano

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083 Capestrano

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082 Capestrano

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081 Capestrano

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080 Verso Capestrano

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079 Chiesa di San Lorenzo

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078 Chiesa di San Lorenzo

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077 Verso Capestrano

castelvecchio calvisio

076 Castelvecchio Calvisio

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075 Castelvecchio Calvisio

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074 Castelvecchio Calvisio

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073 Castelvecchio Calvisio

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072 Calascio

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071 Calascio

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069 Calascio

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068 Calascio

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067 Calascio

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066 Calascio e Sirente

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065 Rocca Calascio

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063 Rocca Calascio

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062 Rocca Calascio

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061 Rocca Calascio

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060 Rocca Calascio

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059 Rocca Calascio

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058 Rocca Calascio

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057 Castelvecchio Calvisio

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056 Santo Stefano di Sessanio

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055 Santo Stefano di Sessanio

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054 Santo Stefano di Sessanio

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000 Terza tappa dislivello

Bussi sul Tirino, 27 giugno 2023. Tappa faticosa, lunga e interessante oggi, che dalle balsamiche arie di quota ci ha accompagnato alle afe di questo sgarrupato paese.
Ottima colazione nell’ospitale B&B di Nonno Severino e in un’altra giornata luminosa ci mettiamo in marcia su gambe doloranti alla volta di Rocca Calascio.
Un tratturo fiorito ci conduce in breve alla splendida fortezza, con viste che dal Gran Sasso si spingono fino alla nostra ancora lontana destinazione: la Majella.
Il solito Luigi Bologna ci ricorda del suo viaggio nel 1920: “Ma giova insistere sulla posizione invidiabile di Calascio, da cui si gode un panorama quant’altri mai interessante. Il paese è zona eminentemente alpestre. L’aria è balsamica e ossigenata. Il territorio è feracissimo: vi allignano il gelso e il castagno. La selvaggina è abbondantissima. Ha diverse chiese interessanti. Ma il castello, che ha la rispettabile quota di m 1440, è davvero un belvedere unico. Da quell’apertura si spinge lo sguardo su tutta la regione, nelle mattinate limpide e serene dell’estate”.
Gli accoglienti vicoli di Calascio risuonano quindi dei nostri scarponi e un impiegato comunale insiste per fasci visitare il Municipio. Quando le persone sentono della nostra camminata, alcuni ci prendono per pazzi, i più manifestano curiosità e vogliono conoscerne i particolari.
Il tratturo per Castelvecchio Calvisio ci dà molte difficoltà a riconoscere il percorso, ma poi arriviamo finalmente al bel borgo diroccato, della stessa bellezza di Santo Stefano di Sessanio ma molto meno conosciuto. Un lungo sentiero rettilineo fra le ginestre inizia poi a farci perdere quota.
Un’interminabile deserta asfaltata rinsalda la voglia di un imperlato boccale di bionda, e il caldo delle quattordici ci vede smaniare su una micidiale salita sterrata.
Il cimitero ci offre l’acqua di una fontana fra le lapidi e poi, nella piazza principale di Capestrano sono finalmente birra, patatine e gelato.
Ancora Bologna: “Capestrano, pittoresca oltre ogni dire, sul culmine di una collina, gode lo spettacolo di tutta la valle del Tirino ed è fresca per le correnti d’aria che vi spirano. Ha un castello medievale e ruderi che attestano la grandezza dell’antica Aufinum”.
Iniziamo a calare verso la Valle dei Tirino. “Giù nella valle, tra il verdeggiare delle floride sponde, il fiume Tirino detto anche il Silente, placido come un canale, tortuoso come un serpente mostruoso, dalle acque cariche di una tinta verde cupo incantevole”.
Diverse fontane rinfrancano il corpo e lo spirito, e il fiume è limpido e accogliente come nel racconto.
Una breve deviazione per la bella Abbazia di San Pietro ad Oratorium e il suo enigmatico Sator Arepo. E poi spingiamo sulle ormai esauste gambe per l’ultima ora di questa giornata che alla fine assommerà oltre trentadue chilometri di cammino.