Monti Invisibili
Borghi dimenticati della Laga
Quota 1.107 m
Data 23 dicembre 2023
Sentiero parzialmente segnato
Dislivello 671 m
Distanza 22,53 km
Tempo totale 6:30 h
Tempo di marcia 5:21 h
Cartografia CAI Monti della Laga
Descrizione Dalla S.S. 80 del Gran Sasso d’Italia (539 m) per il ponte sul Fiume Vomano (523 m, +12 min.), Macchia Vomano (865 m, +1 h), Aiello (1.010 m, +43 min.), Figliola (1.013 m, +18 min.), San Giorgio (1.107 m, +35 min.), Poggio Umbricchio (716 m, +1,30 h) e la macchina (+1,03 h). Piacevole anello fra borghi deserti su sentieri e strade di inesistente traffico con splendide vedute sul massiccio del Gran Sasso.
029 Poggio Umbricchio
028 Poggio Umbricchio
027 Verso Poggio Umbricchio
026 San Giorgio
025 San Giorgio
024 San Giorgio
023 San Giorgio
022 Monti della Laga
021 San Giorgio
020 San Giorgio
019 Gran Sasso e Figliola
018 Gran Sasso e Figliola
017 Figliola
016 Figliola
015 Figliola
014 Monte Corvo
013 Verso Figliola
012 Macchia Vomano
011 Macchia Vomano
010 Macchia Vomano
009 Macchia Vomano chiavistello
008 Macchia Vomano
007 Verso Macchia Vomano
006 Gran Sasso
005 Verso Macchia Vomano
004 Verso Macchia Vomano
003 Verso Macchia Vomano
002 Ponte sul Vomano
001 Fiume Vomano
000 Laga borghi dislivello
Borghi dimenticati della Laga, 23 dicembre 2023. Fine dell’anno, tempo di bilanci. E visto che in queste pagine scrivo di cammino, il bilancio non può che riguardare questa attività che tanta parte ha nella mia vita.
33 escursioni, 622 chilometri, 25.000 metri di dislivello, 224 ore: numeri però dal significato limitato. Ben più rilevante il fatto che più della metà di queste camminate sono riuscito a gestirle con i trasporti pubblici. Alternativa economica, ecologica e capace di trasformare ogni escursione in un piccolo viaggio.
Ma non sempre ci si riesce e per il viaggio di oggi, nel tempo più che nello spazio, l’automobile è stata inevitabile. Un anello fra borghi dimenticati alle pendici dei Monti della Laga, a ridosso di quella Valle del Vomano che li separa dal vicino e così diverso Gran Sasso.
Incerto sulla percorribilità attuale di un percorso che ho trovato sulla guida a Piedi in Abruzzo di Stefano Ardito del 1986 (trentasette anni or sono), è non senza dubbi e timori che mi metto a cercare il viottolo che dovrebbe staccarsi dalla Strada Statale 80 del Gran Sasso d’Italia. Nessuna indicazione, ma è proprio lì dove scriveva Ardito. Un po’ di vegetazione, un albero caduto e poi un bel ponticello in cemento che scavalca le rombanti acque del Vomano. Un secondo ponticello sul Fosso del Mulino e poi è una tranquilla passeggiata in salita, su un percorso a svolte regolato da genti antiche delle quali restano le tracce in muti ruderi e in flebili terrazzamenti.
Ancor prima del sole sorgono meravigliose le possenti moli screziate di neve del Gran Sasso, dell’Intermesoli e del Corvo.
Una lontana campana sfiora la valle mentre approdo ai deserti vicoli di Macchia Vomano. I miei scarponi rimbombano per le silenti viuzze; tintinna una fontana cui mi abbevero più per il piacere dell’acqua di montagna che per la sete.
Il percorso si fa ora asfaltato ma sempre deserto e si aggira a svolte sull’altopiano, dove al vicino Gran Sasso fa ora compagnia una Laga ben più innevata. Sfioro l’immobile borgo di Aiello e scendo brevemente all’ancor più solitario borgo di Figliola, dove al sole di un sacrato consumo una veloce colazione. Gli occhi dei faggi sono l’unica mia piacevole compagnia.
Sempre sorvegliato dalla lunga costiera montana del Gran Sasso, attraverso San Giorgio, dove un tenue odor di camini tradisce una presenza umana. Saluto un vecchio che si gode sole e panorama e continuo il mio piacevole incedere su un tratturo che diviene presto sentiero.
Una battuta di caccia al cinghiale aumenta timori e attenzione, ma i cacciatori si danno voce con le ricetrasmittenti e il mio passaggio e occasione per una chiacchiera e un augurio con le poste.
Attraverso il grande Piano del Monte e inizio a calare verso Poggio Umbricchio.
Nell’odor di camini, qualche raro passante. Davanti alla chiesa di Santa Maria Lauretana consumo il mio pranzo e poi è tempo di caricare una pipa per perdere i pensieri in questa quieta solitudine.
Un’ultima ora di strada per chiudere l’anello, in questa giornata che ovunque è folla e frenesia e che per me è stata solitudine e riflessione.