Monti Invisibili
Riserva Naturale di Decima-Malafede
Bunker della Via Pontina
Quota 70 m
Data 27 dicembre 2019
Sentiero non segnato
Dislivello 98 m
Distanza 6,71 km
Tempo totale 2:06 h
Tempo di marcia 1:50 h
Descrizione Dal Casale di Perna (57 m) ai Bunker della Via Pontina (38 e 54 m, +1,20 h) e ritorno (+30 min.). Pranzo alla mensa dell’Azienda agricola Agricoltura nuova: www.agricolturanuova.it (11 euro).
037 Casale di Perna
036 Azienda agricola Agricoltura nuova
031 Lenin
030 Lenin
028 Mensa del popolo
027 Mensa del popolo
026 Mensa del popolo
025 Mensa del popolo
024 Mensa del popolo
021 Nel bunker
020 Bunker
018 Bunker
016 Bunker
014 Bunker
013 Verso i bunker
012 Passa Giovanni
011 Passa Andrea
010 Dubbi sul ponte
008 Riserva Naturale di Decima-Malafede
007 Bunker
006 Riserva Naturale di Decima-Malafede
005 Riserva Naturale di Decima-Malafede
004 Azienda agricola Agricoltura nuova
003 Arnie
002 Azienda agricola Agricoltura nuova
001 Azienda agricola Agricoltura nuova
Bunker della Via Pontina, 27 dicembre 2019. Ero bambino quando, nella rotta verso il mare, passavo sulla Via Pontina sotto due bunker che si ergevano massicci e grigi come strani moai a guardia del traffico. Parliamo della prima metà degli anni ’70 e dal finestrino sbirciavo affascinato e intimorito questi fortini abbandonati, andando con la mente ai giovani soldati tedeschi che erano stati lì dentro trenta anni prima: se erano stati abbastanza fortunati da farsi fare prigionieri, ora forse erano in Germania, paese per me a quell’epoca lontano e misterioso.
Il tempo aveva poi ricoperto i bunker anche nella mia memoria finché, circa quarant’anni dopo tornando da una trasferta, ecco che ne scorgo le orbite vuote fissarmi di nuovo dalla collina. Bisognava pianificare un’escursione per andarli a vedere.
È quindi un freddo mattino postnatalizio quando con Andrea e Giovanni ci avviamo su una traccia fangosa dal Casale di Perna, all’interno della Cooperativa Agricoltura nuova. Siamo a neanche quattro chilometri dal Grande Raccordo Anulare, nella Riserva Naturale di Decima-Malafede, territorio di ampi coltivi che contribuisce a fare della Capitale il più grande comune agricolo d'Europa. Un contadino foraggia le mucche, le oche sibilano minacciose, alcuni cani reclamano carezze e api tardive ronzano intorno alle arnie.
Destreggiandoci nella mota solcata da un trattore, in lievi saliscendi si aprono e si chiudono vicine visioni del mostro cittadino, e lungo Via del Casale della Caccia appaiono i primi due bunker sbrecciati.
Li tralasciamo per raggiungere quelli più grandi sulla Via Pontina, piantati su un basso crinale che permetteva il controllo della vallata sottostante e della stessa Pontina vecchia, la via principale di accesso a Roma provenendo da Anzio e Nettuno, dove le truppe americane erano sbarcate il 22 gennaio 1944.
Il compito di queste casematte era proprio quello di rallentare l’inevitabile avanzata alleata lungo la linea Cesar e il 4 giugno, con la Liberazione di Roma, si svolsero qui diversi combattimenti.
Pecore e tralicci, oltrepassiamo dubbiosi un fatiscente ponticello e siamo sotto il primo bunker che assaltiamo ormai senza problemi. Dall’alto del fortilizio osserviamo il vicino rombo della Via Pontina, immaginando la silente attesa per l’avanzata della Quinta Armata.
Il secondo bunker è vicino ma invaso di spini; uno più grande è poco sopra e dentro questo entriamo a respirare l’aria del tempo.
Lasciamo alle spalle questa sconosciuta storia recente e raggiungiamo presto la mensa del popolo della cooperativa. Un saluto a Lenin (dono del Partito Comunista dell’Unione Sovietica al Partito Comunista Italiano in occasione dell’XI Congresso del gennaio 1966) e con contadini e operai, sotto murales cileni della Brigadas Ramona Parra, fra slogan comunisti e falci e martello, per 11 euro un genuino pasto completo ci pone nella disposizione d’animo adatta per un sigaro e un amaro.