Monti Invisibili

Cascata dell’Inferno

Quota 232 m

Data 16 maggio 2020

Sentiero non segnato

Dislivello 65 m

Distanza 3,92 km

Tempo totale 1:52 h

Tempo di marcia 1:36 h

Cartografia Carta escursionistica Parco di Veio

Descrizione Dal Santuario della Madonna del Sorbo (232 m) per il Fosso della Mola di Formello o Crèmera (180 m, +6 min.), la risalita del torrente fino al fosso senza nome sulla destra con accesso celato da un albero caduto, massi e ortiche (203 m) e la Cascata dell’Inferno (212 m, +55 min.). Ritorno per la stessa via (+35 min.). Escursione breve ma impegnativa in ambiente intatto con tracce di sentiero chiuso da vegetazione, alberi caduti e massi. Buona parte del percorso si cammina direttamente nel letto del fiume. Attenzione a vecchi fili spinati ad altezza tibie. Avvistato un cinghiale con i cuccioli.

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Traccia GPS

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020 Cascata dell'Inferno

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019 Cascata dell'Inferno

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018 Cascata dell'Inferno

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016 Cascata dell'Inferno

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015 Cascata dell'Inferno

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014 Fosso della Mola di Formello

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013 Fosso della Mola di Formello

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012 Fosso della Mola di Formello

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011 Fosso della Mola di Formello

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010 Fosso della Mola di Formello

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007 Fosso della Mola di Formello

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006 Fosso della Mola di Formello

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005 Fosso della Mola di Formello

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004 Fosso della Mola di Formello

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003 Rosa canina

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002 Santuario Madonna del Sorbo

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001 Santuario Madonna del Sorbo

Cascata dell’Inferno, 16 maggio 2020. Anelo le Avventure con la A maiuscola, quelle lunghe, immersive e defatiganti che conducono l’anima lontana in territori sconosciuti. Purtroppo rare, subordinate come sono agli impegni familiari e professionali. Ci sono allora le microavventure, fughe dal quotidiano da incastrare fra gli impegni comuni, spesso all’insaputa di chicchessia che scopre che hai vissuto qualcosa di particolare da quella specie di sorriso beffardo e soddisfatto che ti si stampa sul volto al ritorno a casa.

E una microAvventura, con la emme molto piccola e la A assai grande, è stata questa fuga nelle lussureggianti e misteriose forre di Veio, alla ricerca di quella Cascata dell’Inferno dalle informazioni confuse e leggendarie.

Approfitto quindi di un impegno precedente a Campagnano di Roma e a seguire sono, con equipaggiamento molto leggero, sotto le abbarbicate mura del Santuario della Madonna del Sorbo. Individuo una traccia nella vegetazione e senza indugi calo su un sentiero inciso che le piante stanno però chiudendo.

Pochi minuti, nessuna difficoltà e sono sulle rocciose rive del Fosso della Mola di Formello, che poi è il nome che in questo tratto prende il fiume etrusco per eccellenza: il Crèmera, detto anche Valchetta. Fiume particolare che per ampi tratti scorre su un letto roccioso, solcato da meandri di marmitte scavate dalla corrente. È quindi agevole camminare a pelo d’acqua, facendo attenzione a non confondere i tratti rocciosi con quelli fangosi del medesimo colore. Assecondo per un tratto la corrente verso un evidente cunicolo idraulico e poi risalgo il fiume in un ambiente primigenio e selvatico, seguendo una flebile traccia che mi porta in continui guadi da una parte all’altra del letto.

Mamma cinghiale grugnisce e sfila via coi suoi cuccioli, tre anatre selvatiche volano via sdegnate ed io procedo fra ritmici gracidii di batraci, attento a non calpestare le migliaia di girini. Se mi prendesse un colpo, mi ritroverebbero fra qualche anno, forse.

La vegetazione s’infoltisce e decido di fare definitivamente del fiume il mio sentiero.

Con l’acqua al polpaccio sfilo oltre il fosso della cascata, celato da una coltre di ortiche che nascondono un vecchio filo spinato. Ma dietro la traccia è netta, con ampie vasche sabbiose che portano incisi tramestii di cinghiali.

Le pareti tufacee si fanno sempre più alte e cupe, chiudendosi in una forra rocciosa. Poi una svolta e mi accoglie lo stupore di un’ampia gola ombrosa, dove precipita la cascata.

Accedo con cautela – col timore di disturbar cinghiali – in un mondo magico e primordiale dove mi aspetto di veder uscire fuori da una grotta una tigre coi denti a sciabola o un orso delle caverne. Un’evidente pareidolia felina sorveglia le mie esplorazioni.

Volgo le spalle alla magia e riprendo la strada di casa. Nel pomeriggio sarò con la famiglia a passeggio per Piazza Navona.