Monti Invisibili

Veio bimbi

Quota 126 m

Data 18 marzo 2017

Sentiero segnato

Dislivello 177 m

Distanza 12,31 km

Tempo totale 5:30 h

Tempo di marcia 2:35 h

Cartografia Carta escursionistica Parco di Veio

Descrizione Da Isola Farnese (120 m) per La Mola (85 m, +20 min.), l’area archeologica di Portonaccio (+5 min.), l’area archeologica del Foro (112 m, +15 min.), le cascate sul Torrente Cremera o Valchetta (80 m, +45 min.), Ponte Sodo (73 m, +20 min.), la Cittadella o Piazza d’Armi (107 m, +50 min.), Via Prato della Corte e Isola Farnese (+50 min.).

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Traccia GPS

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Veio, 18 marzo 2017. Mi piace tornare nei luoghi dove sono già stato, gustare la serenità del già noto, assaporare il piacere di muoversi nel selvatico come fossi fra vie e piazze: riconoscere il masso dove svoltare, l’albero che mi indica la direzione, la proda dove attingere l’acqua.

Ma soprattutto mi piace instillare nei bimbi l’amore per l’esplorazione e per la scoperta, condurli nei luoghi che conosco e che amo per vederli nuovamente nella gioia dei loro occhi.

Così, a poche settimane dalla precedente incursione, eccomi di nuovo con i quattro dinamici marmocchi Vittoria, Pietro, Marcello e Dario (e relativi genitori, con l’aggiunta di Giovanni), in cammino da Isola Farnese nel Parco Regionale di Veio, non prima però di un doveroso omaggio alla scalinata di Maria Pocchiola.

La Vecchia mola e la cascata sul Fosso Piordo stupiscono i fanciulli, non quanto però il vicino cunicolo idraulico a ferro di cavallo, dove anch’io, una vita fa, giravo come una trottola: i pargoli armano le torce e corrono giulivi dentro e fuori.

Mentre l’archeologo Giovanni c’introduce ai segreti dell’antica città di Veio – definita pulcherrima urbs, città splendida, da Tito Livio e grande quanto Atene secondo Dionigi – i pupi sono troppo impegnati a saltare fra le antiche pietre per seguire la sua dotta disquisizione.

Un buco nella recinzione e c’introduciamo furtivi nella grande area archeologica del Foro, da dove pochi sanno che arrivano undici delle alte colonne ioniche di Palazzo Wedekind, quello del quotidiano Il Tempo a Piazza Colonna.

Sotto un cielo bigio ma con animi gai c’intrufoliamo in tombe oscure e procediamo quindi per le Marmitte del Crèmera, dove le anse di pietra e la rombante cascata sollazzano grandi e piccini; per raggiungere infine l’acme dello stupore con il mitico Ponte Sodo, sulle cui rive ci allochiamo per il desco.

Fra giuochi di bimbi e cicalecci di adulti, una silenziosa carrareccia si dipana fra i campi dell’Agro veientano e siamo allo sperone della Piazza d’Armi, ultimo baluardo a cadere in mano ai Romani.

Ancora mezz’ora di cammino, il cerchio si chiude e rientriamo nel paese natale di Gino Petazzoni.

E chi era Gino Petazzoni? Colui che fu l’erede spirituale di Maria Pocchiola!